RE NUDO - Anno X - n. 81 - novembre 1979

34/RE NUDO Il membro del Pralliglione era podero o, duro come l'acciaio, ricco di nervalure, con una cappella a volla circondala da olute capriccio e come un ricamo d'in– tarsi e di sporgenze, sapientemente di seminate per dare la massima stimolazione da uno dei più bra i estctisli del uo mondo. Pup , da parte sua, cerca,·a di fasciare quel cazzo ar– tistico coi muscoli vaginali stringendolo in una ela– stica mor a, permettendo un più accurato e preciso scambio di vibrazioni intime e di emozioni. La musica era stupenda e variamente compo ita, i famosi uccelli di Mctaurus lanciavano dagli alberi le loro note melodio e, sussurrando di tanto in tanto « je t'aimc », mentre i ,ari apparati elettronici tam– bureggiavano azionali da abili tecnici, emettendo ogni genere di onorità echeggiante e molto erotica. Pupy i entiva in estasi, aveva già sentito parlare na– turalmente delle qualità amatorie dei Prattiglioni, ma non si sarebbe mai potuta immaginare una esperien– za così e allante. Intanto, si sentiva presa ed abbrac– ciata come non lo era mai stata prima: le braccia del Pr,,aiglione facevano tre giri intorno al suo corpo, come una grande corda vi, a, stringendola da farle mancare il ~fiato. ~ Fo:·sc era addirittura l'amore, di cui favoleggiavano gli antichi, i cli se, fra se e se, la ragazza. Anche per lui era una gran co a avere fra le braccia intorno al membro quella giovane femmina di un'al– tra razza, dotata cli attrezzature e organi particolari divcr i da quelli che cono cc a. Rappre cntava la o– \'Ìtà, l'Esotico, il Mi tero. Sentiva la frc ca agina inumidir i e scaldarsi, pul- arc in sintonia con le proprie pul azioni. - l.l primo centimetro di vuha - canticchiò la can– zone del pianeta natio - è come un bocciolo o un vir– gullo e una prome a, il secondo centimetro è un so– gno, appena accennato, il terzo è un arcobaleno, il volo di un pirlimpino, alto nel ciclo. II quarto centi– metro è la gioia, poi viene l'estasi! ... - - Il primo centimetro di cazzo - gli fece eco lei - è il primo fiore tra la neve, il secondo è la seconda nota di una infonia, il terzo è un torrentello, un ru– scelletto tra l'erba, il quarto una nuvola ed un sorri– so, il quinto è un canto spiegalo. Poi viene la gioia e l'estasi! - concluse Pupy. L'intesa pare,a perfetta. Qualche parolina all'orecchio e vir., fuori dal circolo dei ballerini, alla ricerca di un luogo tranquillo dO\ e andare a on umare un orga– smo regolare. Si allontanarono allacciati e trepidanti raggiungendo il più vicino bo chetto di alberi diagonali, dopo aver superato quelli orizzontali. Pup si conca sul morbido t rreno pugnoso e il Praltiglione le_ olò addos o. Ci fu una breve collul– tazione, on rumori, grida e ersi. Un urlo trazianle. n incredibile incidente. ella foga dcll'ample so appassionalo il Pralliglione si era rotto. Le ue braccia e il suo membro si erano staccati e l'e· ere anguinava abbondantemente. II sa!'lgue, verde naturalmente, sgorgava e correva a fiumi. Le ferite erano troppo grandi e gravi, l'agonia cortissima. In pochi istanti l'e · ere era spirato, fra lacrime ·tra– zianti e versi di terrore mentre Pupy a si teva muta, incapace di fare un gesto o profferir parola, agghiac– ciata. In meno di un'ora aveva cono ciuto e perso il Grande Amore. Bogolor il burlone si era rapidamente ambientalo. L'allegria e il brio ovunque diffusi lo riscaldavano e sostenevano, stimolandolo agli scherzi alle battute. Lo si vedeva altcllare a destra e a manca, infilando un dito in una figa, toccando un capezzolo, accarez- zando un culo o l'organo indefinibile di una femmi– né'. esotica. · Si era mescolato a un branco di giovani Granchiotte, simili a grandi aragoste, a parte i! viso e i grandi seni sodi, dotate di lunghe corna snodate, che ridacchia– vano scappando qua e là ai complimenti p santi e ai gesti audaci del ragazzo. Una Granchiotta fra tutte pareva gradire i suoi scher– zi e non cercava troppo di sottrarsi alle sue manate. L'a petto di Bogolor, che a lei doveva sembrare mol– to strano, l'aveva dunque colpita piacevolmente. Si chiamava Istgrummi ed era la centoquarantaquat– tresima fra duecento sorelle. Bogolor la sospinse sem. pre più al margine del gruppo, separandola dalle compagne. Ora erano oli, loro due soli. Lei zampettava con tutti i suoi piedini calzati in ele– ganti scarpini traforati e strabuzzava gli occhi e sco– dinzolava civettuola con le sue tre code, ancheggiando. Aveva un'apertura che sen iva da scarico dei gas ac– cumulati nel « gerlon », un organo fondamentale del uo metabolismo, ma che poteva anche andar bene per coi tare. Bogolor un po' cherzando, un po' fin-· f!endo introdll'-'-l' qu:-iklw dito nl'llo sr:1cco e poi, ap- profittando dell'evidente stato cli confusione e lan– guore della femmina, la penetrò cli lancio con i suoi genitali in erezione. L'operazione aveva singolari caratteristiche peculiari. Intanto i sensi della femmina erano notevolmente di– ver i da quelli umani, abbastanza difficili eia descri– vere rif rendo i a quelli che a noi appartengono. Introdotto il membro lo enti pa are per un tratto caldissimo per giungere a un condotto freddissimo, ghiacciato, mentre diverse trafitture giunge,ano alla cappella come da mille spilli. La Granchiotta a un tralto cominciò a emettere del fumo, segno che aveva raggiunto l'orgasmo. Poco do– po anche l'uomo veniva. [I problema stava comunque in questi termini, la dif– ferenza anatomica e fisiologica impediva che i due veramente s'incontra ero ul piano dell'eccitamento e del piacere. cosicché in realtà, gli atti che consuma– vano erano soltanto autoerotici e non reciproci. Per quanto s'accani ero con grande passione non riuscivano a raggiungere un piano di comunicazione fisica. Un atto che le dava brividi profondi di voluttà, per esempio, era sputare negli occhi o infilargli un cor-

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