RE NUDO - Anno X - n. 81 - novembre 1979

no nl'I culo, l'OS<..: che lui non !.!radi,·a allatto. A sua volta non rotcn1 n~:mmcno sfiL:rare i seni dt!lla cr...:a– tura, che l!li ballonzolavano davanti agli occhi senza suscitare reazioni di dolore C d'ind;gna~iom:. Siccome proprio non funziona a, provarono a spo– starsi sopra un grande masso di roccia, ma an::he lì non marciaYa, salirono sopra un albero, fu lo stesso. Intanto il ddicato « gerlo,, » della piccol a :;i tro,· ..wa otto pressicne per l'accumulo di gas e c.iò k dava brividi di sofferenza e di angoscia. A un tratt o, mcn– tn: il maschio la comprimeva disperato, scoppiò co- me una bomba. ' Entrambi rimasLTO dilaniati, ridotti a miseri bran– c.klli sparpagliati qua e lù a grandi di tanzr.: p...:1· un largo spazio. Benny Fox o ervava distaccato e ini';::stidito la gen– te che s'agitava e squitti,a in chiacchiere e risutc, tutta intenta alla volgare ricerca dl'I piacere, del chic,S· so, dello stordimento, del caos primigenio. Da un angolo nascosto vide sbucare una tipa, aveva quattro seni che le ballavano sulla schiena giusto so– pra il doppio culo, quattro chiappe d'una sfericitù perfetta, tre occhi grandissimi e profondi, oinbrcg– giati da una specie di alberello che le cresceva sulla fronte, un orri ·o dolci simo con denti azzurrini bril– lanti come zaffiri. La creatura saftellò verso la pista e iniziò a ballare tutta ola, dondolando la morbida per ona ondeggian– do la tenerezza delle sue curve. Emanava una tale dolcezza unitamente a un così in– ten ·o sex-appeal che Bcnny Fox ne fu subito avvinto. Le si av icinò impacciato e la invitò a ballare con lui. Gli rispose con una vocina esile esile cc.I un sorriso luminoso, accettando. La danza era vorticosa, ogni ,·olta che si girava vedeva la sua schiena obbalzantc in modo affascinante di se– ni e di culi. Nell'intervallo si sedevano vicini nell'angoletto, in di- parte rispetto agli altri, guardando i profondamen– te negli occhi. Benny Fox si anda a sempre più eccitando e riu cen– do a vincere la sua naturale timidezza si slanciò in una serie cli « avances ». La raeazza ne sembra, a com– piaciuta per un lato ma lontana dal concedergli un concreto e immediato appagamento. Anzi buttava lì con eleganza frasi e concetti che lo rendevano em– prc più frustrato e perplesso, come « l'amore è bello anche così, nel sentimento», « l'amore platonico», « l'incontro di due anime, « i gesti non contano, an– che il più piccolo, volendo, può es ere erotico ». Così dicendo incrociava le dita, ne infilava una in due strette ad anello, apriva la bocca e gli mostrava la lingua tra i denti, gli stringe a una mano solleti– cando il palmo. - Io trovo più bello l'amore simbolico, non trovi? - - Non so ... Vieni a fare una pa seggiata? - - Certamente. - Aspettò di trovar i nel luogo adatto, isolato e solita– rio, l'afferrò alla vita scaraventandola a terra. Non era più il Benny introver o e silenzioso, che sta, a a guardare, era solo un maschio infoiato che cercava uno sfogo. La prese, la voltò, la rivoltò: Niente. - Ma la figa, dov'è? - gridò spazientito. - Non c'è l'ho! ... - fece l'e sere con un filo di voce. Benny Fox si pose la mano nei capelli e cominciò a strapparli, uno a uno. Annibale, il cacciatore di porcocani, era .l'uomo dal– l'a petto più maschio e deciso della compagnia, il vi– so scavato da 0 li zigomi prominenti e due rughe vi– rili e exy sulla fronte. Accanto a lui Lulù, tutta fri,ola, ci cio a, spumeg– giante. Si tenevano tutt'ora per mano. RE NUD0/35 Vicino a loro danzava una coppia impatica e strana. La cosa pi:'.t singolare era sentire le parole del lin– gua!!gio intergalattico unificato provenire dal basso, dal ;,ene e dalla vagina, rispettivamente. Era una giovane coppia di sposini di GiO\ e, freschi di nozze, tutti in ghingheri, appiccicati l'uno all'altro, pieni d'entusiasmo. Il pene era piumato con un beccuccio giallo e una lin– guetta che a tratti ·i sporgeva, ro a; la vagina spalan– cava e richiudeva le grandi labbra, cinguettando vi– vace. Di tanto in tanto interrompeva il fiotto di parolette per accogliere in è il membro a sua volta taciturno. A ,·olle l'imn,issione strozzava le parole riducendole a un confuso gorgoglìo. AnnibHk e Lulù si sedettero vicino a loro, allo stesso ta ,olo, fecero presto reciproca conoscenza e subito fraternizzarono. Era una ben strana· sensazione sen– tirsi interpellare dai loro bassiventri. - Ci scambiamo le dame? - propose con grande– cordialità il gioviano. - Oh sì, certamente, - e Annibale si inchinò davan– ti alla gentile leggiadra signora di Giove. Il ballo era intravaginale, così Annibale potè far co– noscenza con le mucose più intime della spo ina. Era– no proprio, dovette riconoscerlo fra le più piacevoli che aveva sperimentato. Anche il Gioviano, del re– sto, sembrava soddisfatto. Si poteva anche portare a più complete con eguenze il fortunato incontro e la raggiunta inte a. Decisero di appartarsi a consumare tranquillamente una com– binazione a quattro. A quc ·to punto è for e il caso di parlare un momen– to delle radiazioni pi greco, per i non informati, le più pericolo e, quando a possibili conseguenze, che sia– no mai state cono ciute. Esse, una olta scatenate, sono in grado di produrre reazioni a catena fra gli atomi, sulla base della co– siddetta « pazzia atomica», as ai diversa dalla fissio– ne e dalla fusione. L'elemento catalizzatore è la ste a vibrazione che la tcnsione nervosa produce negli esseri viventi, in una parola la ncvrosi. Nei Gio ani sono presenti tre clementi nei ma chi e quattro nelle femmine adatti a realizzare le pi greco, mancano altri due, di recente analizzate, la « unghio– lite », presente nelle unghie umane, in percentuale varia, e la « pidomestruite », pre ente nei pidocchi femmina in mc truazione, e Lulù aveva proprio, sotto una a cella, una bestiola di quel genere, e in quelle condizioni. Quando i quattro si congiunsero co tituendo una ca– tena, tutti gli elementi chimici e p~ichici necessari per le pi greco si trovarono insieme in azione con– comitante. Così scattò la tremenda pazzia nucleare: gli atomi dei quattro corpi entrarono in agitazione c0nvul i a, immediatamente comunicandola al suolo e all'aria, fino alla crisi d'annichilimento o « suicidio nucleare ». Ecco perché c'è ora quella va ta zona vuota dove un tempo si estendevano numero e galassie, volgarmen– te chiamata « la grande fos a ». Pino Franzosi

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