RE NUDO - Anno X - n. 75 - aprile 1979

RE NUD0/12 Alle prese conla morale islamica Un fine Agosto nei primi anni '70 Arrivo alla frontiera tirando un sospiro di sollievo: sono finalmente riu cito ad attraversare l'Iran enza fare a botte e senza farmi fregare troppo. In questo tratto di viaggio s'incontrano solo buz– zurri che cercano di toccare il culo alle traniere, e invitano sessualmente an– che te per sfregio, o tipi gentilissimi che inventano delle storie incredibili per farsi dare dei soldi. Le persone per bene poi sono degli attaccabottoni incredibili fastidiosissimi che non fanno che van– tare i pregi delle cose iraniane, com– prese le più abbiette, come la loro cu– cina. Non parliamo poi dell~ città sante. Qui sono capaci di minacciarti in venti in modo cattivo solo perché camminando per la strada hai dato un bacio alla tua ragazza. E guai a indossare i pantaloni corti anche er i maschi. A Mashad la mattina mi sono svegliato malissimo: sotto alle finestre della stanza c'erano alcuni saltimbanchi che mimavano qu·alcosa di religioso, e cen– tinaia di pellegrini tutti intorno si im– medesimavano gridando per lo sdegno .un ooooohhh lungo e minaccioso, cari– chi d'ira per il torto subito. Io e gli altri europei nell'albergo non avevamo dubbi: la scena rappresentava qualcosa in cui c'entravano i cristiani e le loro nefandezze, e appena scesi in strada la folla avrebbe sfogato su di noi quella collera tremenda! A metà strada tra Mashad e il confine, l'oste di un posto di ristoro improvvi– sato sotto le tende non voleva darci il resto: io gli avevo messo in mano l'e– quivalente di un deca e lui niente, ap– profittava della diversità di lingua per guardare da un'altra parte. Il pullmann, stava per ripartire e il conducente non~ ne voleva sapere: sarebbe partito con o senza di noi, tenendosi i nostri bagagli se ci fermavamo ancora a discutere. he bella gente. Ma radio-hippie ci av~va già me o in allarme fin da I tambul: l'Iran è da pas are di cor a senza fermar i nemmeno un giorno, cattive vibrazioni. · L'ultimo gesto iraniano prima del con• fine: un ragazzo ben vestito offriva dei gelati da passeggio: "Ice cream, very cold" diceva in buon inglese, invitante. L'ho comprato ... era di gesso! Adesso che ho passato il confine afga– no, seduto all'aperto su un letto di legno e corda, fumo tranquillamente un pol– line aromatico di produzione locale. Alcune guardie di frontiera, sedute su una pila di cuscini, fumano anche loro. guardano e sorridono. Tutta la tensione del viaggio se ne va di colpo. Si ha la sensazione di essere ar– rivati in porto. Heràt, inizio di Settembre Sono a Heràt, la città più gentile dell'Asia, dicono. Costruita un po' dentro e po' fuori a un enorme castello. Gli Afgani sono vestiti col turbante e con larghi pantaloni stretti in fondo, come Alì Babà, e si muovono nel modo sci_oltoe leggero delle favole.

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