RE NUDO - Anno X - n. 75 - aprile 1979

tutte addosso il ciadòr, il velo, lo ave– vano riscoperto malgrado non fosse usato nell'ambiente sociale da cui pro– venivano), ci parlavano del rapporto tra strategia di liberazione della donna secondo lo spirito islamico e le remore della tradizione, parlando male del mullàh maschio di campagna che di– venta praticamente coine un nostro prete, mentre nello spirito del Corano non dovrebbe. In prima linea sulla posizione di critica alle tradizioni in contrasto con lo spirito dell'Islam ci sono i mujaeddìn (i com– battenti islamici) e, fatto importante, le donne. C'è stata una riappropriazione di fatto dell'lslàm imprevedibile fino a pochi anni fa, chiuso com'era nel suo aspetto più conservatore che spesso lo portava a un rapporto di compromesso col pas– sato regime. Questa rinascita islamica si è venuta organizzando dopo il '63 col gruppo di Homeinì, Talegani, Beeshtì, Kammèi e alcuni laici come Bani Sadr, col fine dichiarato di una rinascita co– rale, di popolo, dello spirito islamico autentico. A questo pumo va detto che la ~ag– giore diversità tra islamismo sun~1ta _e islamismo sciita sta nel fatto che 11pn– mo circoscrive in pratica l'interpreta– zione del Corano agli antichi testi di commento, la sunna, codificata nei pri– mi secoli dell'islamismo, mentre per il secondo, quello diffuso in Iran, l'inter– pretazione valida è sempre quella del momento, anche perché dà più imp?r– tanza al significato profondo e nascosto della profezia piuttosto che a quello letterale. A Parigi nella casa di Homeinì è stata fatta una riunione specifica per decide– re sulla base del diritto coranico chi era l'interprete del Corano e quindi in chi risiedeva il diritto di esercitare il potere, e la risposta (una risposta omogenea con lo sciismo) è stata: il popolo. E all'interno del popolo il problema sarà quello di identificare la funzione dell'lmàn. dell'avanguardia come stru– mento della sapienza collettiva. Quindi tutte le condizioni formali e storiche per far andare avanti questo processo ci sono. ma il meccanismo non_ sta unicamente nel mondo delle idee, il meccanismo sta nella rialtà effettiva. nelle possibilità concrete che questo popolo ha di porre in essere questa ri– nascita sciita. RE NUD0/11 Il significato dello stato islarriico Sentiamo di dover chiarire, anche se brevemente, il significato e gli obiettivi dello stato islamico rivendicato dall'opposizione democratica rivoluzionaria religiosa. Anzitutto, per l'Islam tutti gli uomini sono ugu~li ~a~anti_ a_Dio e a quest~ principio di uguaglianza devono ìspirarsi i rap~ort1 tra 1c1t~adm1cosi come quelh tra gli Stati. L'Islam condanna la concentrazione de_llericch_ezz~e ~el pot~r~, anche perché dalla violazione di questo p~ecetto deriva~o miseria ~ mgmstma sociale. Per gli stessi !IlOtiviil governo nazionale non puo tollerare interferenze straniere. A torto in occidente sono considerati islamici stati come l'Arabia Saudita o la Libia. Il primo opprime il popolo, costringe la maggior~nza della popola_zione alla miseria, mentre una piccola minoranza concentra ricchezze'. spreca risorse ~azionali e dipende dai paesi occidentali. So_locerta p~opagan~a mte~essata può definire questo paese islamico; ma lo fa sia per d1smformaz10ne sia per con– fondere le acque nel tentativo di far intendere che dal Corano nasce arretratezza e ingiustizia. La Libia, dal canto suo, ha un regime migliore, m~ non ~uò esser~ ancora considerato islamico; per esserlo infatti dovrebbe modificare 1 rapporti sociali attualmente esistenti e quelli economico-commerciali. Ma dovrebbe an– che modificare la sua politica militare. L'apparato istituzionale e la partecipazione di tutti alla sua creazi?~e deve esse_r~ assicurata da libere elezioni del Parlamento e dalla libertà politica per tutti 1 partiti. Permarranno le tradizionali istituzioni di base: co~sigli dei ~agg~,_de~ produttori, dei lavoratori, di villaggio, di quartiere. Mentre 11ruolo dei rehg10~1 resterà quello di interpretare le leggi di Dio e di controllare che ad esse corri– spondano le leggi approvate in Parlamento. Reli~i?si non dovr~~no governare, anche se un religioso potrà diventare, a titolo ind1v1duale, un mm1stro. I diritti dei lavoratori, lo sciopero in particolare, verranno riconosciuti: la censura sarà abolita. In campo economico l'Islam non rifiuta l'industrializzazione, ma il modo in cui essa è stata realizzata in occidente. Produrre per consumare non ha senso: secondo il Corano l'uomo rappresenta Dio, è l'uomo che deve svilupparsi e non il prodotto nazionale lordo, mito dell'occidente. Maometto h~ detto eh~ l~_ natura offre tutto ciò che è necessario, sono le strutture economiche e soc1ah ingiuste che produccmo scarsità di beni allo _scopo di favorire concentr~zioni di risorse, di ricchezze, di potere politico. Il Corano afferma che solo D10 è pro– prietario di beni naturali: l'uomo è proprietario unicame?te del su? ~avoro. L~ produzione appartiene ai lavoratori non al ca_pitale.Il mov1me~to _r~hg1oso ~on s1 propone quindi di limitare le libertà, ma di svilupparle al massimo m armo~ia con l'interesse collettivo e in armonia anche con la natura. Su questa base s1 può industrializzare senza creare ingiustizia e senza dipendere da altri paesi. Le risorse del mondo, in questo contesto, vanno organizzate internazionalmente:. questo è il grande pr~getto proposto all'umanità. Allo stato attuale in Iran, in definitiva, .si devo-no innanzitutto interrompere i rapporti di dipendenza. Il petrolio è dell'Iran e deve servire allo sviluppo del suo popolo: non si deve vendere greggio, ma prodotti derivati ricchi di valore ag– giunto. L'agricoltura distrutta dallo scià dovrà tornare a produrre grano e carne, non cotone per l'esportazione. L'industria dovrà trasformare i prodotti dell'a– gricoltura e fornire all'agricoltura macchine e concimi e produrre beni di_con– sumo per il mercato interno, mentre le importazioni di lusso verranno abolite. Associazioni islamiche degli studenti -iraniani in Italia

RkJQdWJsaXNoZXIy