RE NUDO - Anno X - n. 74 - marzo 1979

RE NUD0/5 L'underground é da bruciare? L'attentato alla nostra sede ci pone di fronte prima di tutto al fenomeno dell'intolleranza. che non è nuovo nella storia di Re Nudo. basta ricordare il ricorso alla violenza con cui i servizi d'ordine dei gruppettari ci impedivano di vendere la rivista all'entrata delle, università. Secondariamente ci presenta la do– manda: vale la pena di rischiare? non sarebbe meglio avere un comporta– mento più cauto. più furbo? smettere. per esempio. di dire la nostra sui gruppi terroristici? E qui è facile fare gli eroi. dire: no. la verità va servita a costo della vita. La nostra verità. naturalmente. E qual'è la nostra verità? Chi siamo. dove siamo? La maggioranza della redazione si ri– conosce una paternità underground (tanto per intenderci: quel movimento che nel '67 dagli USA è arrivato in Eu– ropa adattandosi alle situazioni locali). Ma l'underground oggi rischia di essere una vuota parola. confinata nelle pre– fazioni di Fernanda Pivano e nelle tesi di laurea di qualche studente che viene a chiederci del materiale. A noi che. come rivista e come singoli. l'abbiamo vissuto in prima persona. spetta il compito di difenderne il patri– monio d'idee e di pratiche. idee e pra– tiche precise e particolari. di volta in volta individuate e approfondite sulla base di uno spirito costantemente spe– rimentatore. Non penso di essere contraddetto da nessuno dei santoni dell'underground se definisco lo spirito di· quel movi– mento come ricerca di allargamento della coscienza. La grandezza e la forza dell'under– ground consiste, a mio parere. nella chiara univocità degli intenti. nell'in– tenzionalità unica con cui ha affrontato le varie esperienze. Partendo dalla volontaria estraniazione dalla cultura di massa (l'estraniazione dèl drop-out già documentata nel libro · di Kerouac "Sulla strada", 1957), ha ricercato costantemente quegli stru– menti e quelle tecniche che portassero a utilizzare tutti i milioni di cellule cere– brali non utilizzate nell'attuale routine produttiva-consumista. ·Che le prime teste dell'underground siano in questo momento impegnate in pratiche diversissime (Ginsberg col buddismo. Leary col visionarismo mi– stico. Rubin con i gruppi terapeutici) non significa certo lo sfrangiarsi di questa intenzionalità. significa solo che ognuno. muovendosi all'interno di una certa direzione (quella dell.'under– ground appunto) la sua strada deve trovarsela da solo. sulla misura di se stesso. Non valgono i modelli. gli esempi. i ruoli prefabbricati: perché è proprio contro i ruoli prefabbricati che l'un– derground è nato e si è formato. Niente mentalità gruppettara o mili– tante. perché tutto è da mettere costan– temente in discussione e va sempre reinventato nel proprio "luogo" i_nte– nore. Quando si accetta_ una disciplina è sempre per sperimentarne i risultati. mai per fede o per identificazione. Secondo questa intenzionalità ogni pratica è provvisoria. proprio perché deve servire ad allargare i confini men– tali. e va abbandonata quando diventa statica. quando essa stessa ti fa da con– fine. Mi premeva dire queste cose perché sono un buon antidoto agli incendi. Anche così semplificate è bene ricor– darle. perfino per chi. come me. ha poppato il latte controculturale all'in– terno del primo movimento under– gound italiano. ma che spesso nella confusione di questi giorni dimentica quella prin:i,a vqlontà o il vero senso di essa. walter pagliero A causa dei danni subiti, piuttosto alti, lanciamo una sottoscrizione tra tutti i nostri amici e lettori: chi volesse parteciparvi dovrebbe fare un versamento sul . CCP N.19220201 intestato a ReNudo - Milano o compilare un Vaglia Postale intestato a Re Nudo - via Pastorelli, 12 - Milano. Grazie a tutti quelli che ci aiuteranno. la redazione

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