RE NUDO - Anno IX - n. 72 - gennaio 1979

chissà cosa gli avrebbe fatto il principe! "Come mai nessuno può assaggiare queste delizie?" esclamò il cavaliere. "Questa è la legge" rispose la gente. Detto fatto, Lampo mise fuori gioco il principe con due colpi di spada bene assestati e tutti si buttarono sulle torte al formaggio. Ancora una volta si rimise in viaggio e lungo la strada, in aperta campagna, vide tanta gente riunita in un prato a discutere: c'erano donne, uomini e bambini. "Cosa succede?" si informò Lampo. "Il re ha ordinato a tutti di tagliarsi i capelli e a noi piace portare i capelli _lunghi"rispose quella gente. Lampo notò allora che tutti, uomini, donne e bambini, avevano splendidi capelli di tutti i colori. "Ci penso io" assicurò Lampo. E già stava sguainando la spada. "Fermo bel cavaliere - gli disse allora una ragazza con una lunga treccia e gli occhi brillanti - non ci pensi tu, ci pensiamo noi. Li salviamo da soli i no– stri capelli". "Ma come!" protestò Lampo. "Tu intervieni oggi - continuò - ma domani arriverà un altro re che vorrà tagliarci i capelli e chi sa cos'altro e tu non ci sarai. E allora non serve a niente. decisione di non uscire di lì fino a che a qualcuno non fosse venuta l'idea per far morire il drago. L'idea arrivò: leggera come una farfalla entrò nella testa di un ragazzino bruno e cicciotello: Salvatore. "Dobbiamo dargli da mangiare qualcosa di cattivo. ma di così cattivo e velenoso che muoia di indigestiÒne". ''Sì - approvarono gli altri - buÒna idea. ma cosa: Si è mangiato anche le macchine da scrivere e sta sempre bene ...". ''Tutte le cipolle. forse - disse uno - cru– de ...". ·Tutti i minestroni - disse un altro-". ·'Tutti i chiodi". •'Tutti i gelati marci". Ma niente era abbastanza cattivo. Finché la sorellina di Salvatore. Annunzia– tina. propose: Dobbiamo cavarcela da soli di modo che si sappia bene che nessuno ci può obbligare a vivere in un modo che non vogliamo". "Non è vero che non serve quello che faccio - protestò ancora Lampo - io ho sempre riportato la giustizia dove. sono passato". "E allora perché non provi a tornare in quei posti a vedere che cosa è successo dopo?" propose la ragazza. Lampo tornò allora nei paesi in cui era stato e vide che nel villaggio del mostro ne era venuto uno nuovo anche peggio che si mangiava due donne al giorno invece che una. Passò nel secondo pae– se e vide che la gente cogli occhi neri era di nuovo chiusa in casa. Arrivò infine al terzo regno e constatò che tutte le torte_ al formaggio prendevano di nuovo la via della reggia. Allora il cavaliere tornò verso il quarto paese, dalla ragazza con gli occhi bril– lanti e le disse semplicemente: "Avevi ragione tu". Poi si tolse il mantello rosso, ci mise sopra la spada e rimase a vivere lì dove imparò a lavorare, a giocare e a diver– tirsi insieme a tutti gli altri. N,atural– mente anche lui si lasciò crescere i ca– pelli e nessuno proprio nessuno si provò mai a farglieli tagliare. "Tutti i maestri e le maestre che bocciano. che non lasciano uscire dai banchi. che danno i brutti voti e le note sul diario. tutti quelli lì". "Sì' - dissero gli altri - quello lì non li digerisce nessuno. Non c'è niente di più cattivo di un cattivo maestro". Allora i bambini prepararono il tranello e diedero un appuntamento vicino al Parco Lambro ai maestri e alle maestre cattive. Loro ci andarono tutti. il drago li vide e pensò: "Oh. guarda' Tutti i maestri. oggi ho la colazione già pronta tutta riunita 1". Li raccolse con le zampe e li ingoiò. Morì dopo poche ore in preda ad atroci dolori sputan– do fuoco nero e gridando: ·'Nooo. i maestri noooooo 1". I bambini invece erano molto contenti perchè in un solo colpo si erano liberati del drago e dei maestri cattivi. r , ./' ,,,,. . . ,✓,~---·. )_,., ' --- ',' . ( ... .\ '. /" '1 \

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