RE NUDO - Anno IX - n. 72 - gennaio 1979

RE NUD0/26 Quelli che erano bambini più di una dozzina di anni fa hanno certamente giocato agli indiani, svago ormai fuori moda quantunque esemplare, perché contiene tutti gli spunti principali dell'argomento: lo scontro con il diver– so. l'idea che l'aggressione verso il meno evoluto tecnicamente sia giusta, il ma– nicheismo necessario, e soprattutto l'immagine, immutabile come il Ca– nyon dell'indiano. Nella rappresenta– zione collettiva, penna più penna me– no, prende corpo non già un indiano individuato nello spazio e nel tempo, ma l'Indiano, quando non addirittura l'indianità (coloro che non hanno fatto quest'esperienza possono verificare su un qualunque film di Wayne). Per dirla con Dee Brown "la cosa inco– minciò con Cristoforo Colombo". cioè il genocidio sistematico; ma anche la sto– ria degli Uomini Rossi incommcia con l'eccidio, è la storia dell'eccidio. Prati– camente è un popolo di cui si sanno solo le tappe della distruzione, prodotto naturale dello scontro tra una civiltà che si racconta scrivendo e una che si tramanda parlando. In questo modo si sedimentano poche immagini, nomi, luoghi comuni, e il pellerossa (la brutta parola ...) diventa qualcosa senza mutamento, che sempre è stato uguale. Sono tribù nomadi, e quindi senza bi– sogno di insediamenti, ristrette, e quin– di prive di gerarchie di potere articolate e burocratiche, con tutte le conseguenze di non espansionismo e di leggi eserci– tate direttamente. Sono popoli dell'u– tensile. non del monumento, della pa– rola. non aello scritto: così quanao ci è rimasto ed è ancora vivo nelle poche comunità è il canto. Non senza ragione. In Occidente la musica è prima di tutto diletto, concezione cui sono legati molti fattori, tra cui un professionismo musi– cale e tutto un sistema di lettura non generalizzato. Presso gli indiani _ivalori sono invertiti. Il canto è rituale, ed è già un elemento di socializzazione, deve servire, ha una funzionalità che non ri– sponde a canoni estetici, non conosce il professionismo. Possiamo dire che non c'è momento della giornata che non abbia un suo canto, con le sue immagi– ni/ segno e i suoi topismi di situazione di cui ciascuno conosce le chiave. Questo non significa che nulla muta: non cambiano la funzione e lo schema, il tipo, tutto il resto non è codificato; La cosà incominciò La storia degli Uomini Ros · cobpscono solo le tappe ,1 . ii d'altra parte la musica non scritta è così, non c'è un'esecuzione che sia u~uale ad un'altra. Ma anche parlare di musica è s~orretto, quando si dice canto si vuole intendere parola modulata, sostenuta da suoni ritmici, di poca estensione, tuttavia an– che la sola parola può trarre in inganno. Ci sono esempi di fonazioni pure, neanche onomatopeiche, e per noi è molto più facile esaminare soltanto i testi scritti, cui facciamo inerire una di-

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