RE NUDO - Anno IX - n. 72 - gennaio 1979

Cristoforo lombo I l a storia di un pop·, lo di cui si ella distruzione mensione letteraria che non hanno. Sono bellissimi senza alcun dubbio, la loro semplicità ce li fa sentire raffinati, sentirli cantare invece è strano. Diventa difficile accoglierli, sembrano suom os– sessivi lontani come le stelle. Ma la lin- lf !~. •/1 ,, ,,, (, ~- gua medesima è cosi, nessuna tradu– zione m~tiene la complessità sonora di queste v:ociliquide, senza accenti. I canti i indiam si possono tranquil– lamente:considerare poesie: quello che conta è l'immagine parlata, fanno parte RE NUD0/27 di rappresentazioni sostanziali, in cui un. elemento basilare è la natura 'in modo sacro io vivo, i miei cavalli sono molti' non è di più che una constata– zione, né c'è bisogno d'altro per gente sempre vissuta a misura della terra, non subendone le difficoltà e senza neces– sità di modificare nulla a propria im.– magine. Questo rapporto è la cosa più bella degli indiani, lo si vede benissimo, per esempio le descrizioni non sono mai antropomoi:fiche, anzi, spesso è l'uomo che si dipinge a misura dell'animale li– bero. Domina la materia, stilizzata, gongorina, non c'è lirismo. Sono canti dell'emozione, mai del sentimento. Si canta l'orgoglio o la divinità, la caccia, la pioggia o la vendetta con un'espan– sione infinita e la sapienza che nessuna letteratura può dare. Ci sono stati negli ultimi cinquant'anni compositori indiani in lingua inglese, che ovviamente rappresentano i senti– menti del popolo ma in un modo ester– no, partecipi osservatori; su questa li– nea ha agito anche il movimento pa– nindiano, con canzoni di lotta molto sentite e giustamente diverse da quelle degli avi, perché non c'è più l'Uomo Rosso: questa è la misura migliore di quanto sia stato importante il'canto per tutta una civiltà, e dimostra bene la portata del massacro che ne è stato fat– to. Da noi si è risvegliato interesse per l'argomento. Da qualche mese circola– no edizioni e ristampe di opere storiche e di antologie. Di fondamentale im– portanza è 'seppellite il ·mio cuore a Woonded Knee' di D. Brown, (2) che è anche tra i primi libri comparsi sull'ar– gomento, esistono poi molti studi su episodi della conquista americana, ed il famosissimo trattato di Ellemire Zolla sui Pellerossa. La casa Guanda ha pubblicato una collezione di racconti e componimenti brevi e la Newton Compton presenta una bella raccolta di 'Canti degli india– ni d'America' che val la pena di leggere. Dischi ce ne sono· pochissimi, l'unico che si trova senza difficoltà è un Alba– tros doppio, realizzato· sul campo, completo di libretto esplicativo: 'Canti degli indiani d'America e degli esqui– mesi'. Sono tutte pubblicazioni accessi– bili. luisa cunteri 1) Oscar saggi Mondadori 2) BomJ?ianieconomica

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