RE NUDO - Anno IX - n. 63 - marzo 1978

RE NUD0/8 MACONDO Una rosa con le spine Riflessioni a caldo sulla chiusura di Macondo, sulle violenze che hanno preceduto e seguito l'operazione repressiva e sul comportamento fascista di tanti compagni ... Milano. Come può non tornare in mente la montatura del Barcone a Roma, la famosa "droga boat''? Come non ricordare la fabbrica degli aborti e dei paradisi artificiali di via Maroncelli a Milano (alias sede di Re Nudo)? Oggi Macondo. La stessa gente, fratelli mi– nori dei frequentatori del Barcone o di via Maroncelli, lo stesso potere, i gradi inferiorj dei capitani Servolini o dei Dott. Rosati dell'epoca. La stessa tri– stezza di fondo, oggi divenuta dispera– zione come terreno comune, come pia– no di realtà da cui queste esperienze sono partite. Una realtà oggettiva for– mata da migliaia di piccole realtà sog– gettive, di individui. Questi i frequen– tatori, quelli che si andavano a sdraiare a Macondo invece di trascinarsi per le periferie urbane al freddo a caccia di facce amiche. Poi i gestori, diversi, partiti insieme "eravamo in quattordici e ci volevamo bene" diceva Mauro. Certo, non tutti quattordici erano par– titi con le stesse intenzioni, con le stesse idee, anzi le differenze c'erano eccome, ma c'era amore tra di loro. Dopo qual– che mese di esperienza la tragica realtà del "movimento" li aveva aggrediti: era prevalsa l'immagine di quelli che volevano fare i soldi, gruppi di auto– nomi li avevano condannati per "omi– cidio colposo e omissione di soccorso" perché uil ragazzo a Milano era morto. Era un amico di Mauro di Italo, le uniche persone che l'avevano aiutato materialmente a uscire fuori dall'eroi– na, almeno per qualche tempo. "Tutta la sua vita è stata un'omissione di soccorso" e sono venuti a dire questo a me, a Italo, che l'abbiamo amato e aiutato". Tempo qualche giorno· sa– rebbero venuti loro a "chiudere" il Macondo come avevanQ chiuso il Lambro. In questo caso il potere pro– letario è stato preceduto dal potere borghese. Anzi adesso la sol_jdarietà contro il nemico esterno che firtalmente si è manifestato ha ricreato un fronte di . solidarietà un po' stanca ma sempre viva. Non per amore degli arrestati ma in odio della polizia, del potere bor– ghese. Noi non vogliamo essere solidali contro il potere a fianco di chi a luglio ha· sprangato Mauro perché "non è più un compagno", perché non vuole più farsi chiamare compagno quando decine di migliaia di persone si odiano e si spac– cano la testa perché gli "altri" non sono compagni. "Picchiano i compagni perché, diciamoci la verità, non ci sono più fascisti in giro. Sennò dove scari– cherebbero'la loro aggressività?" Già gli anni scorsi le violenze fra com - pagni erano all'ordine del giorno, spranghe, chiavi inglesi, pestaggi dieci a uno, cariche di servizi d'ordine. Ma l'indignazione durava il tempo dell'e– mozione, poi piano piano la politica recuperava tutto, giustificava tutto; rimuoveva tutte le mostruosità com– piute in nome dell'ideologia, della giu– sta linea del proprio gruppo. E' di questi giorni la notizia di case occupate dagli autonomi a Milano as– saltate dall'MLS e a Roma l'MLS de– nuncia violenze private a suoi aderenti da parte dell'Autonomia Romana. A Milano l'MLS ferisce a morte un com– pagno simpatizzante di L.C., a B_arigli autonomi danno fuoco a una sede M.L.S. A quando spararsi alle gambe? Ma lasciamo che i morti seppelliscano i morti e torniamo ai vivi, a Marco, Mauro, Italo e agli altri che non cono– sco ma che avrei presto conosciuto. Era stato lunedl, la sera prima dell'invasio– ne del terzo celere. Un'assemblea a Macondo come mai non ce n'erano state, dalle sei. di sera alle quattro di mattina. Una riunione di autocoscien– za dove l'autocritica non era alla cinese ma viscerale, urlata, disperata. Chi confessava di vomitare tutte le mattine perché erano troppe le quattordici ore al giorno passate lì a curare che la gente non si bucasse, a buttare fuori i balordi che chiedevano donne in cambio di danaro, o sentendosi addosso le vibra– zioni di chi ti guarda come se ti facessi i soldi sulla sua pelle. Chi letteralmente sveniva perché si sentiva minato dalla fatica e dalla disgregazione che non riuscivano a vincere e chi. ancora si riconosceva diverso dalla grande mag– gioranza della gente che frequentava Macondo e avrebbe voluto altra gente che magari invece a Macondo 'faceva fatica ad andarci. Un'assemblea im– portant~ dove erano state prese deci– sioni grosse: un cambiamento radicale. Chiudere lo spazio dove fin'ora ognu– no era libero di portare la sua dispera– zione e disgregazione ed esprimerla "creativamente". Chiudere per riaprir– le con proposte concrete e precise: danza, meditazioni, musica, mimo. L'ideologia dello spazio libero soprav– vissuta nonostante il Lambro '76 era stata sconfitta non da una battaglia, non da una linea contrapposta ad un'altra linea, non da una nuova mag– gioranza, non quindi sconfitta all'in– terno del gioco politico ma, cosa molto più reale, l'ideologia era stata sconfitta dalle persone, dalle loro emozioni, dal loro vissuto, da quello che sentivano in rapporto a quello che erano costretti a vivere. Era bastato squarciare il velo illusorio del politico e dell'ideologico che faceva accettare e giustificare tutto come "realtà del movimento da cui bisognava partire e con cui bisognava fare i conti". Certo, sarebbe in gran parte cambiata la gente che abitual– mente frequentava Macondo, molti magari inizialmente se ne sarebbero tornati in Piazza Vetra. Questo era il prezzo che Macondo sembrava dispo– sto a pagare. Da dieci giorni tornato dall'India non amavo Macondo ma amavo le persone che conoscevo lì dentro che lavorava– no. Però avrei voluto amare Macondo. Adesso si era venuta a creare questa possibilità. I compagni, i fratelli, gli amici arrestati quando usciranno, pre– sto, vorrebbero trovare molte energie positive insieme per realizzare insieme il nuovo Macondo. Questo è quanto io mi sento di fare subito per me e per i miei amici in carcere. Non chiedetemi di scendere in piazza a fianco dei miei nemici, dei nemici di Mauro contro altri nemici. Il popolo degli uomini ha scelto un altro modo di agire e di scegliere chi e come avere qualcuno al proprio fianco. Deva Majid

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