RE NUDO - Anno IX - n. 63 - marzo 1978

Nessuno, tranne i fogli e i giornali di quello che una volta si chiamava "un– derground", ha sentito il bisogno di conoscere cosa ci fosse alla base della scelta di coloro che abbandonavano il proprio paese per imbarcarsi in un viaggio tutt'altro che facile e comodo. O CO Nessuno che si sia voluto realmente confrontare, senza scomuni– che preconcette, con l'esperienza di chi ha trascorso anni in India conducen– dovi una vita incerta e difficile sul pia– no materiale ma incredibilmente ricca su quello delle esperienze personali e della liberazione individuale. Nessuno che abbia mai voluto prendere sul serio quanto i giovani protagonisti del Grande Viaggio andavano dicendo, che la loro esperienza non era una "fuga" ma il mezzo più diretto, e in alcuni casi l'unico, che avevano a di– ·sposizione per verificare quella che consideravano l'unica vera realtà: quella degli universi interiori, dei rap– porti interpersonali, della dimensione creativa e spirituale dell'essere umano. I tempi del "personale è politico" erano lontani o comunque tra il "personale" non rientrava il viaggio in India. Torve figure di padri reazionari e patetiche caricature di piccoli Lenin cercavano di dissuadere in ogni modo folti gruppi di sedicenni in partenza per Katmandu, via Benares, stigmatizzando come vez– zo (o vizio?) piccolo borghese la vo– lontà di esplorare i mondi interiori, la ricerca di conoscenza e liberazione spirituale, il rifiuto di accettare come unica "realtà" quel momento che par– lava attraverso le tante lingue del po– tere. Sicuramente l'India non era e non è un paradiso, se qualcuno lo ha sperato ha avuto certamente modo di ricredersi al momento dell'arrivo nel continente in– diano. Non sempre il Grande Viaggio ha condotto coloro che lo hanno intra– preso a una effettiva dinamica di libe– razione; a volte l'impatto con la sua realtà è stato distruttivo, ma tutto que– sto non dovrebbe meravigliare dal momento che non esiste alcuna bac– chetta magica in grado di assicurare una istantanea liberazione a buon mercato. Piuttosto, un cammino che conduca alla comprensione del nostro universo interiore, che riesca a portarci verso una totale conoscenza del nostro essere spirituale ed alla esplosione delle potenzialità creative nascoste in cia– scuno di noi possa spesso attraverso la. paranoia, i fantasmi, gli orrori che la nostra psiche immagazzina durante la sua esistenza (come sa bene chiunque abbia fatto l'esperienza di qualche droga psichedelica). Nonostante gli sforzi di tutti coloro, e sono tanti, che vogliono impedire al– l'essere umano di vivere per intero la sua totale liberazione, il richiamo del RE NUD0/31 Grande Viaggio è stato seguito da moltissimi giovani e non più giovani, e l'India, per coloro che hanno avuto la forza e il coraggio di scoprirla vera– mente, ha significato un radicale cam– biamento dei ritmi mentali e fisici, la scoperta esaltante che è possibile una effettiva rivoluzione "qui ed ora"' sen– za dover attendere improbabili para– disi futuri. In questi ultimi anni molti di coloro che sono tornati a vivere in occidente dopo aver fatto in -India un'autentica espe– rienza di crescita spirituale, stanno cercando di costruire frammenti di so– cietà nuova. Dapprima in America ma adesso anche in Europa e in Italia na– scono e si moltiplicano centri di medi– tazione, comunità agricole, scuole di yoga e monasteri in cui si praticano gli insegnamenti delle antiche tradizioni del buddismo, dell'induismo, del tan– trismo etc. Comunità cittadine o rurali cercano di costruire un rapporto di ar– monia con i propri mondi interiori e l'ambiente che le circonda, la proble– matica ecologica viene arricchita da una nuova consapevolezza spirituale. Da più parti si ricerca un rapporto con il corpo che non sia fonte di alienazione e si ricorre all'aiuto di tecniche yoga, al massaggio e a tutt~ le forme di medici– na naturale, da quella omeopatica al– l'agopuntura. La macrobiotica e le te– matiche naturiste o vegetariane ricor– dano all'uomo moderno che l'alimen– tazione è un momento essenziale della vita che ha dirette conseguenze sull'e– quilibrio psicosomatico. In occidente sta nascendo un movi– mento che ha come scopo dichiarato la ricerca di una risposta creativa e libe– ratoria alla follia della società contem– poranea e al potere senza volto che la governa su scala planetaria. La ricerca di una «nuova coscienza» si lega alla difesa degli ecosistemi, la qualità della vita è direttamente misurata sull'evo– luzione spirituale dei componenti della comunità. Non è un utopico paradiso che viene ricercato, ma una realtà quo– tidiana in cui vengano ristabiliti gli equilibri e le armonie fondamentali ed in cui il prezzo della dignità materiale per tutti non sia la violenza contro l'in– dividuo e il suo essere spirituale o con– tro la vita, in qualsiasi forma, umana, animale o vegetale si presenti su questo pianeta. SwamlGeet Govind(Piero V emi) (dal libro "Vivere in India': La Salamandra, 1978)

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