RE NUDO - Anno IX - n. 63 - marzo 1978

tembre dell'anno scorso si sono tenuti a Vienna una serie di colloqui sul tema: "Flussi di dati transfrontiere e la prote– zione delle libertà individuali - lor.o effetti e tendenze". Questi colloqui sono stati organizzati dall'OCSD (Organiz– zazione per la Cooperazione e lo Svi– luppo Economici, con sede a Parigi) per conto del governo "socialdemocra– tico" austriaco. All'incontro hanno partecipato circa 250 rappresentanti degli ambienti governativi e dell'indu– stria privata di 24 paesi membri del– l'O.CDE (nota bene, nessuna organiz– zazione sindacale e nessun partito po– litico sono stati invitati!). Come sempre gli Stati Uniti hanno fatto la parte del leone, 30 membri, cioè tre volte di più di qualunque altra delegazione, e usato la tecnica dei commandos per imporre i loro argomenti e i loro punti di vista. Il contenuto dei colloqui si può sintetiz– zare cosi: studio delle protezioni delle informazioni di carattere individuale e di altri dati trasmessi e utilizzati al di fuori del loro paese d'origine. Di fatto si è discusso d'altro e in privato. Lo scontro visibile fra europei e americani, come al solito, si è ricomposto nel corso dell'ultima giornata: rispetto delle di– verse posizioni e bevuta generale! Di questo incontro viennese la stampa italiana non ha parlato - come del resto non ne ha parlato la stessa stampa tecnica, a cominciare da Prima Comu– nicazione - preferendo di gran lunga il minestrone alla bolognese dell'autono– mia mascherato da convegno sulla re– pressione. Qualche commento L'informazione (per chi non l'avesse ancora capito) è la merce regina del ventesimo secolo. La "merce" tra le merci. Controllare, gestire e soprattutto accumulare informazioni significa, nel– l'economia politica del nostro secolo, avere lo stesso potere reale di chi nel primo ottocento controllava, regolava (accumulandolo) l'estrazione dell'oro. Un esempio tratto da uno dei colloqui di Vienna. I vigili del fuoco di Stoccol– ma hanno, nella loro sede centrale, un terminale che in pochi secondi fornisce loro, in caso d'incendio o altro, tutti i dati utili per l'intervento. Topografia della zona, posizione di cavi e tubature, pianta dell'immobile dettagliata per piano, tipo, anno di costruzione, atti– vità che in esso si svolgono, persone che normalmente lo occupano. Tutto per– fetto, dunque, salvo un "particolare": Il cervello elettronico che fornisce i dati al terminale presso la sede dei– pompieri di Stoccolma si trova negli Stati Uniti d'America! Stessa cosa per le prenotazioni dei voli aerei - per fare ancora un esempio - "da" e "per" gli Stati Uniti con compagnie america– ne o controllate dagli americani. Tutto il traffico di mezzi, merci e passeggeri è centralizzato negli Stati Uniti, anche quando si tratta di una semplice pre– notazione per un volo fra Milano e Parigi, o la spedizione di un pacco fra Stoccarda e Mogadiscio. Ecco, in cam– bio di una prestazione che migliora un servizio pubblico - la lotta agli incen– di o la facilità di trovare posto in aereo - si delega ad una transnazionale il controllo di una città o la possibilità di valutare in ogni istante il traffico di merci e passeggeri per via aerea. Ne vale la pena? Non c'è altro modo di risolve– re la cosa? Perché affidare a pochi uomini questo potere di conoscere e controllare? Chi controlla i controllori? Di chi sono servi? Cominciamo a met- RE NUD0/27 tere i piedi per terra. Da una parte abbiamo le fregnaccc di Helsinki, il famoso "atto finale" dell'a– gosto 1975 (quello sulla sedicente li– bertà d'informazione affermata diritto) e dall'altra i "colloqui" di Vienna. Da una parte, la Conferenza "pubblica" di Belgrado e i congressi veneziani della Fondazione Cini, ultimo, quello sul– l'informazione radiotelevisiva, e dal– l'altra gli incontri "segreti" dei ministri di polizia europei per la costituzione - in collaborazione con gli USA - di una banca mondiale di dati sulla crimi– nalità a cui attinge con terminali disse– minati fra le varie centrali di polizia nazionali. Scusa peregrina per ma– scherare la lotta alle avanguardie CO· muniste e alle organizzazioni di sini– stra, controllandole, infiltrandole , e - quando è possibile - eliminando– le. Come emerge per inciso dalla "Con– venzione Europea sulla Repressione del Terrorismo" sottoscritta a Stra– sburgo nel novembre scorso e non ancora entrata legalmente in vigore per l'imbarazzo dei francesi ad accettare una legge che viola le loro tradizioni di ospitalità e asilo politico. Legge, guar– da caso, "sponsorizzata" dalla Germa– nia e prontamente ratificata dall'Au– stria. Allora? Occorre comprendere che una cosa è il diritto a/l'informazione e un'altra il diritto d'informazione. Che una cosa è la libera o "liberistica" circolazione dell'informazione e un'al– tra il processo di accumulazione dell'in– formazione. Che una cosa è parlare di diritto generico all'informazione e un'altra di diritto all'informazione uti– le. E' evidente che dietro il sogno della "comunicazione di massa" si cela il turpe disegno della "dominazione di massa". L'autonomia reale del movi– mento operaio - ricordiamocelo - passa anche attraverso la soppressione delle illusioni di poter "organizzare" la comunicazione fra gli uomini! Nel se– parare Vienna da Helsinki abbiamo voluto evidenziare come l'informazio– ne in quanto merce tende ad essere prodotta, gestita e conservata dal capi– tale, e in quanto ideologia viene lasciata alla spontaneità "liberalcreativa" degli intellettuali. Ma se l'informazione è merce, perché le sinistre devono cadere nella trappola di pretendere che essa sia trattata con i principi del più rozzo dei liberalismi? Che senso ha difendere la (continua o poi. 49)

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