RE NUDO - Anno VIII - n. 60 - dicembre 1977

RE NUD0/18 Padre nostro che sei nei cieli... resta lì 1 - E cosa vuol dire spirito? E' vero che ogni corrente di pensiero ha detto la sua ma è anche vero (e non è seconda– rio per potersi capire) che sono tutte riconducibili nel loro nucleo fonda– mentale a due principali posizioni: una che sostiene che sia una sostanza inna– ta, trascendentale che ,ci viene da un'entità metafisica (che può anche ma non necessariamente chiamarsi Dio) e l'altra che pretende che lo spirito sia la somma di quanto non è visibile nell~ vita di un essere umano: emozioni, esperienze, pensieri, ricordi, sentimenti: la somma della sua umani– tà. E le due cose sono diverse, maledet– tamente diverse. Io credo che la mia anima sia la mia umanità: il divino e l'umano coincidono, nel senso che dio non è fuori di noi. E questa è stata una scelta. Non ho detto una scelta libera, non ho detto una scelta definitiva. Sono parole il cui significato è ancora tutto da decidere. Ma è senz'altro stata una scelta perchè non si può cincischiare fra le due posizioni, un piede di qua e un piede di là. Per lo meno non molto a lungo. Non si può a lungo eludere la scelta e neppure negarla. Quando sento alcuni nostri compagni dire "L'anima è il mio io smantellato dal mio ego, che è frutto dell'ideologia dominante" io sento, oltre la manca!}– za di chiarezza rispetto alle domande precedenti, anche - sotto sotto - l'atteg- giamento un po' intellettualistico e un po' astratto del "militante". Perchè è vero che l'ansia di destrutturarsi è sacrosanta ed è vero che l'ideologia dominante va sbaraccata dovunque si annidi, ma chi compie queste opera– zioni dentro di noi? Chi sbaracca chi? Chi decide dove finisce l'io e comincia l'ego? Chi? Qualcuno che siamo anco– ra noi e cioè pensieri contro pensieri, esperienze contro esperienze, emozioni contro emozioni con il patrimonio e le catene della nostra storia e della Storia, o qualcuno che è fuori di noi che può essere al di là delle nostre esperienze e della storia, l'anima universale, il Dio? (questa volta quindi maiuscolo). Insomma, questa tua anima è qualcosa che preesiste alla tua vita? E' qualcosa che durerà dopo? E' qualcosa di cui dovrai rispondere a qualcuno? E' qual– cosa di cui sei depositario o autore? Non sono domande oziose perchè com– portano visioni del mondo, della mora– le, della vita, della politica, di tutto, molto diverse. Da una parte la possi bi– lità di disegni preordinati, e da noi indipendenti, armonie originarie, giu– stizia, bontà, provvidenza infinita, zone di luce e zone di ombra opportu– namente segnate; dall'altra il faticoso arrancare con la propria anima terrena alla ricerca di un senso e nel buio le luci sono solo quelle che abbiamo saputo accendere noi. oi insieme agli altri. Da una parte la possibilità di assoluto, di radicalità, di non compro– missione, di rigore totale; dall'altra la consapevolezza di limiti immensi, l'ine– vitabilità della mediazione (che può essere svendita, ma anche tolleranza), l'accettazione del tuo essere uomo den– tro la storia. 2 - E' di gran moda, in questi anni, attribuire la spiritualità alle correnti idealistiche di pensiero come se storica– mente questo fosse cosa loro. Come se l'idealismo si occupasse della mente e il materialismo dei bisogni corporali. E non fosse invece un modo diverso di affrontare gli stessi problemi. Viviamo tempi paurosi di ignoranza e questa convinzione prende piede aiutata non solo da C.L. Quante volte ho sentito dire: il materialismo non basta più. E' una frase da "fatti avanti cretino". Il materialismo non vuole dire s·alame e barbera alle masse. Il materialismo reclamizzato per decenni da una ban– da di stalinisti analfabeti viene adesso

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