RE NUDO - Anno VIII - n. 56-57 - agosto-settembre 1977

non è neutrale striale dei cereali come il riso? e il grano? Crediamo di non offendere nessuno se inizieremo la nostra.analisi proprio da questo ultimo anche perchè compare nella tavola di tutti i giorni sotto le forme più varie e disparate. La nostra dieta oggi ha come componenti principali il pane a la pasta e mentre un tempo la panifi– cazione e la pastificazione a\-\-eni– \-ano senza apportare al frumento, cosi come \-enha raccolto, nessuna modifica· se non quella dell'allonta– namento del glume che avvolgono il chicco, da vari decenni si è sempre più diffusa la tecnica della la\-orazione delle farine bianche. (Riportiamo lo schema della cariosside del grano per rendere più chiara l'esposizione). Ma il valore alimentare delle farine bianche è notevolmente inferiore a quello delle farine integrali poichè vengono a man– care alcuni componenti della cariossi– de del frumento che sono allontanate nelle diverse fasi della lavorazione (crusca, cruschello, farinaccio, ecc.) e la cui mancanza determina la com– parsa di alcune malattie e disturbi digesthi (stitichezza, cancro al co• lon, ecc.). Con l'abburrattamento, nome tecnico delle operazioni di raffinazione, si ori– ginano diversi tipi di farina fino ad arrivare al tipo 00 bianchissima che è quella che ha subìto il maggiore impo– verimento con relativo squilibrio di princìpi nutritivi. Tralasciando le farine intermedie, d'al– tra parte difficilmente reperibili se non in negozi specializza ti, consideriamo quella integrale e la 00. Si può notare che è notevole il calo in princìpi nutritivi che ha subìto la fari– na bianca. L'unica eccezione è costi– tuita dai glucidi che passano dal 65% al 73%. La differenza percentuale rappre– senta un maggior apporto calorico ma anche perdita proteica, lipidica, vita– minica e di sali; a parità di peso quindi contiene più calorie (23) che, se non vengono consumate, si traducono in grasso di deposito. (Ormai questo vale per la maggioranza dato il tipo di vita che conduciamo). Ciò che si è detto vale anche per i prodotti derivati, cioè Pl!ne, pasta, dolci ecc. e considerando– ne un consumo medio di circa 300 gr. giornalieri si ha un apporto di 69 calorie al giorno. Questa quantità si trasforma nel nostro organismo in 7,5 gr. di grasso, e in un anno può voler dire 2,5 kg. di sovrappeso con tutto ciò che ne deriva (obesità, difficoltà di circolazione, ecc.). A riprova di quanto detto, c'è da rilevare nelle farine bianche una netta diminuzione delle vitamine del com– plesso Be poichè queste sono indispen– sabili nella trasformazione e assimila– zione degli amidi con produzione di energia, anitride carbonica e acqua in presenza di ossigeno, si capisce come sia· squilibrata un tipo di alimentazio– ne siffatta. Si potrebbe obiettare che nell'ali– mentazione· moderna, normalmen– te si assumono le \-itamine del complesso B con altri alimenti (es. carne). Ma allora non è molto chia– ra la necessità di do\-ere raffinare i cereali come il frumento per poi farci assumere i principi "itali per– duti con il trattamento costringen– doci (è il termine esatto) ad acqui– stare alimenti più costosi. Sul fatto poi che in commercio esistono preparati farmaceutici \-i– taminici "integratori della moder– na alimentazione", così \-engono definiti, dimostra l'esistenza di una speculazione troppo e\-idente. E anche troppo pesante, perché coin\-olgerebbe anche altri settori (industrie farmaceutiche, ospedali. Non dimentichiamo inoltre che con le suddette raffinazioni si allontana an- _che il germe, che contiene ac. grassi essenziali (come l'olio di oliva extra– vergine), la vitamina E liposolubile e la crusca, che serve a regolare le fun– zioni intestinali. Ci protegge anche da malattie molto diffuse, come la gastro– duodenite, ulcera, appendicite, diverti-

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