RE NUDO - Anno VIII - n. 56-57 - agosto-settembre 1977

STORIA E MERCE L'alimentazione La civiltà dei consumi ha, da tempo, modificato le nostre abitudini abituan– doci ad un regime alimentare basato sulle contaminazioni dei gusti e sulle alterazioni degli alimenti naturali. Ne è una prova il fatto che normal– mente giudichiamo i cibi dall'aspetto, dal colore e dall'aroma non immagi– nando che dietro a sigle incomprensi– bili viene portato un continuo attacco alla nostra salute. Stiamo comunque assistendo, da parte di certi strati della popolazione, ad un lento cambiamento nel modo di man– giare come facente parte, se si vuole, di un globale cambiamento del modo di vivere. Il principio di base di questa alimenta– zione alternativa ha come fondamento una dieta semplice ed equilibrata e soprattutto non distruttiva per l'uomo e per l'intero nostro pianeta. Esso - , parte dalla riva.lutazione di quelli che comunemente vengono indicati come alimenti integrali. Non c'è ora, dopo poche righe, la pretesa che tutti debbano passare al– l'alimentazione integrale, ma diciamo semplicemente che è ora che tutti prendano coscienza di ciò che acqui– stano e mangiano, che è ora che si accresca questo tipo di informazione .. E' il caso, anche se sembrerà un pò schematico e data la vastità della ma– teria, di cominciare molto brevemente dalla storia passata, quando ancora non esisteva l'industria alimentare. I contadini di una volta che erano poi la maggior parte della popolazione e quindi dei consumatori, si nutrhano direttamente dei prodotti della ter– · ra, dell'alle'\-amento e della pesca senza apportare sostanziali modifi– che ai loro alimenti. Quando nella fase economico - poli- · tica successiva, mercantile e capi– talistica, iniziò il commercio dei prodotti della terra si svilupparo– no parallelamente le tecniche di conservazione e manipolazione. Se da un lato si manifestarono reali esigenze nel trovare nuove tecniche per migliorare la_qualità degli alimenti (es. conservare 1 prodotti stagionali), dall'altro però queste servivano a giu– stificare l'aumento del valore di scam– bio mediante la creazione di "nuo"i" prodotti, non esistenti cioè in natu– ra. Si propagandarono i nuovi prodotti come più pregiati, quindi più cari e non a tutti accessibili, in maniera tale che il loro consumo non faceva altro che rinnovare la già esistente discrimina– zione sociale. C'è da ricordare, analo– game_nte ai nostri giorni, che appena la società creò nuovi bisogni attribuisce a chi può subito procurarseli un valore simbolico di classe, e in questo caso i nuovi alimenti assunsero un. valore simbolico quale espressione della na– scente società industriale. Con il passare del tempo e col miglio– ramento delle condizioni generali di vita, anche i meno abbienti ebbero la possibilità di procurarsi i nuovi beni fino a che questa possibilità fu alla portata di gran parte delle masse dei consumatori. Naturalme_nte questa "escalation" av– viene con i tempi e modalità differenti in relazione ai luoghi, paesi, nazioni ... In realtà però ci fu si un migliora– mento del tenore di '\-ita, ma co– minciarono altresi a manifestarsi nuo'\-e malattie frutto di nuo'\-e abi– tudini alimentari che in alcuni casi dh ennero endemiche, diffuse cioè alla maggioranza della popolazio– ne. E' storia ormai passata, ma vale ricordare che quando i francesi occu– parono la allora Cocincina, e introdus– sero nuove manipolazioni sul riso, ali– mento principale che quasi da solo poteva garantire la sopravvivenza di quelle popolazioni, si manifestarono carenze nutrizionali note con il nome di beri-beri. Se ne è attribuita la ragione alla man– canza nel riso, che aveva subito varie fasi di pilatura (raffinazione), di una vitamina del gruppo B (Bl) e cioè la tiamina. In altre parole cioè i coloniz– zatori introdussero l'industria del riso, assottigliando il chicco fino a farlo diventare molto povero. E' ora lecita la seguente domanda: a che cosa porta il trattamento indu-

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