RE NUDO - Anno VIII - n. 56-57 - agosto-settembre 1977

PROPRIO CORPO natura, è stata come tale disprezzata, ha dovuto mortificare il proprio cor– po ribollente di peccati, ha dovuto scordarselo per andare a lavorare e per non far la noiosa col marito che voleva continuare a credere di accon– tentarla con quel poco. Ma forse il come e il perchè dell'io diviso femmi– nile sono abbastanza noti; piuttosto, come uscirne? In cosa consiste la riappropriazione? Nel riprendersi quel che ci è stato rubato, cioè sensi– bilità, attenzione, movimento, comu– nicazione, piacere. Il corpo ha la forma e i movimenti impressigli dal pensiero e dagli organi interni: gli stati d'animo, le disfunzioni fisiologi– che influiscono sui suoi modi, sul suo , ritmo formale. Siccome corpo e ani- ma sono una cosa sola, si può influire sull'una partendo dall'altro e vicever– sa. Ecco che il corpo è un elemento diagnostico rispetto agli umori inter– ni ed una via per modificarli. Attra– verso il corpo si possono individuare i problemi psichici di una persona, come la diagnosi facciale degli orien- . tali ci dimostra, o lo stesso Reich, per star più vicini a casa. Ecco che-il do - in, lo shatsu, il massaggio reichiano intervengono a ristabilire equilibri spezzati, dopo averne scovate le cause in maniera più rapida e più efficace di qualsiasi radiografia e chirurgia e altra violenta penetrazione tipica del– la medicina occidentale, prodotta ap– punto da una concezione invadente, irrispettosa, analitica e in fondo ottu- sa, del corpo. Una medicina della donna è una medicina femminile, sintetica, armoniosa, comprensiva della globalità, che non penetra e non distrugge, che ama il corpo e n~n gli fa la guerra. Il contrario di una medicina fallica, a base di disturbi (anatomia significa aver tagliato cor– pi morti, è una medicina basata sulla dissezione di cadaveri; una tecnica quasi sconosciuta ai sapienti orienta– li, che han fondato la loro conoscenza sull'osservazione di corpi viventi, da cui la vita non si era ancora allonta– nata) e di aggressioni, sul filo di una logica militare in cui si tratta di sconfiggere un nemico, cosicchè fac– ciamo la guerra a noi stessi. Non a caso, dalla medicina occidentale è del

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