RE NUDO - Anno VIII - n. 56-57 - agosto-settembre 1977

RE NUD0/12 che l'espressionevivida e verificabile del bisognodi tutti noi di un modo nuovodi vivereinsiemesenza le paure e le angoscie i falsi diritti e i falsi doveri;le leggipassate sopra la nostra testa, il cibo comemercee velenochesonoinvecetra i fondamenti della società della produzione e del consumo capitalistico. E Gùello è stato per me,forse, soprattutto questo: la confermao la riconferma di questo bisognomio -e di migliaia di altri e la confermache è possibile soddisfarequesto bisogno. Un bisogno però talmenteradicalee radicato nella coscienzae nel mio essereche è stato spddisfatto, a Guello, in patte, ma la cui soddisfazione reale, è benenondimenticarlo, va oltrequestasocietà,e dichiarachequesta società fallimentare va sconfitta, come è stata in parte sconfittaper quattrogiorni a Guello. Ma è qui tutta la speranzamia e di molti comeme che è nata a Guello:allarghiamo ancora il nostro movimento,e non solo a quanti·si sonofermati ai piedi del monte, ma anchea quantiancoranonlottanotutti i giorni insiemea noi, perchèGuellonon sia un'isolafelice di quattrogiorm; ma unodei punti di riferimento per un modo più libertarioe menomistificatodi vivere. Cristiano Cari"fratellie sorelledi Re Nudo, questa brevelettera che vi scrivo non vuole essere più di un saluto e di un ringraziamento. Sono appena tornato dalla rzumonedelle tribù avvenutaa Guello e mi sembra ieri quando sotto la pioggia insistente del 9 mattina parlavo con Piccoloproponendogli di scalpareAndrea e mostrareil trefeoagli altrifiguri della vostrared,azione (il nostro nervosismoderivava da quei contrattempi iniziali durante i quali i contadininon cz volevano fare accampare in nessunposto non essendostati avvertiti in tempo del nostro arrivoin massa ... vi ricordate?)ma poi si è sbloccata la situazione, avete finalmente tracciato con una bomboletta verde una freccia di indicazionesull'asfalto umido di pioggia e abbiamo zmziato a ricercare insiemela cimadellanostramontagna. ili quel magico raduno non se ne era parlato prima e nonse ne è parlato neanche dopo, la stampa (non nominiamoneanche mamma TV) del sistema (rossa, nera o radical - gruppettara che sia) non trova politicamentecorweniente ammetterecheuna concentrazione di "pericolosissimi capelloni anarchici e drogati" non sia sfociata in assalti ai paesetti comaschi,saccheggisfre– nati, vandalismigratuiti e scontriall'arma bianca am i "poveri" tutori dell'ordine. L'unico giornale che abbia letto che ha riportato un brevearticolo dell'accadutoè stato "La Repubblica"dovecondue colonne striminzite piene di non poco sarcasmola giornalista Natalia Aspesi liquida tutto e tutti e dice di sentirsi "imbarazzata" alla vista di un "ragazzo travestito da 'Buon pastore'ricciolid'oroe sguardoangelico ... ". Forse se avessevisto un gruppo di celerini conla bavaalla boccachesi scontravano con autonomi assetati di sangue, avrebbesen– z'altro trovato la scenapiù "normale':·ma grazie tantedi quellanormalitàsepossiamo fare tutti indigestionenellenostreasfissianti metropolidi morte:èperversionemasochista volersi portare anche nel santuario della Madre Natura il propriofardello di para– noia_ _che ci _creiamo e ci vieneregalatodal mzczdzalesistema consumistico.Saggio è stato ritrovarsiin pochi ma potendosiguar– dare_negli occhisenza timoredi riconoscersi; ungzorno ... Salutatemi;vi prego,Piero "Govinda",quel matacchione di A ngelu 4occhi e tutti i fratelli e le sorelle che hanno scalato la montagnaper contarequanti sonoquelli che sonorimasti sul sentierodella conoscenza. HOKA-HEY, Geronimo"Black Buffalo. Il miupr1,:,czpaie problemaa Guello è stato difendere;[ mio personaledal ruolopolitico chedominala mia vita. In tutti i festival precedenti ( escludendo f rse Ballabio) la miapartecipazione non corrispondeva mai ad unarealepresenzadi me come individuo, ma di me comeorganizzatore, puntodi riferimento, leader.Mi sentivotrtwoltoda questarichiestaeper molto tempo ho credutoanchealla necessitàdi doversostene– re il mio ruolo per permettereagli altri di divertirsi,stare bene. I miei momentidi vero personalecheho vissuto durante i festival o lefeste, sonostati propriosolodei momen– ti in cuimi sottraevoal ruolocomein una sortadi liberauscita,perpoi doverrientra– re,richiamatodalpalco,dal megafono anchesemplicemente dal "sensodel dovere': per controllare se c'era-bisogno di qualcosa. Questeesperienzedi tanti annì le ho quindi vissutenontantodijferentemente dal tipico militantedi partito. Alcuni dubbiseri mi eranovenutigià l'anno scorsodurantelafesta da balloal Palalido quandoalcunecompagnemi hannodetto:ma fermati, dovi vai sempreavantie indietro, chefesta è questaper te... Ed eravero,anche una semplice festa da ballodiventavauna speciedi "lavoropoliticosul.frontepersona– le". Anche in questeoccasioni ho avutodei momentidiJùga, questavoltapiù coscienti. Cioèho decisodi partecipareanch'ioalle feste almenoun'orao due cometutti gli altri. ComutUJue il grandemomentodi crisi l'ho avutodopoil Lambro '76, quando finalmente è successo il patatrace la gente nonera felice, nonostante io avessidatotutto mestessoper "cercare chetutto andasse bene" Non c'è comelo stato di prostrazionee di sconforto per capiree vedere ilfondo delle cose.A distanzadi tempomi pare comunque ovviocheil Lambrosia andatocosì:la realtà,la tragediadellanostrarealtànonci potevapermettereindugi,riedizionidi 'Jor– tune"passate.E chi nonva avanti,va indietro:vedi il parcoRavizza. Ma questi sonopensieridi oggi,a Guelloc'erasoloil r{cordo del Lambro,il dubbio,la sfiducia chealcuninostricompagninutrivanosulla possibilità di realizzarequalcosadi positivo mi hannoseguitodurantetutto il primo giorno.Pioggia,carabinieri,ostilità, vanda– lismi. Certotutto inpiccolo,rispettolafesta dell'annoscorso: la pioggia eraleggera,i carabinierieranoquattro,i contadinidel luogoeranopiù incuriositicheostili, il vandalismosi è limitato ad unpaio di cascine...ma eratalmenteincombente la presenzadelpassatochetuttnsembrava grande,minaccioso. Durantei giornisuccessivi la conflittualità .fra la mia personae il mio ruoloesplodeva in continuazione.Una sfida cheavevamo lanciatoa noi stessiprima chealla gente era.·nessunaorganizzazione,nessunservi– zio. Ma anchequestaerauna bellarespon– sabilità?E' capìtatocheunosiferisse a un piede.·la ragazzavieneda me a chiedere alcoole cerotto.A"ischio: "nonneabbiamo ma cercaingiro, qualcuno lo avràportato". L'ho imbroccatama dopomi sonochiesto:e se ne.sluno l'avesseportato?Se nessunoo quasiavesseportatoda mangiare?Se nessu– no ... se.Ma vivaddiomi hannosempre insegnatochela storianonsifa coni se. E' successo cosìed è questocheconta.Ma non tutto quellocheè successo l'ho vissutocome positivo. Nella dimensione idealeper una scopertadi se stessi, alcunimiei compagni sonorimasti ancoratialla dimensionecam– peggio - famo - sballo.Mi è dispiaciuto,ma probabilmente è sbagliatodispiacersene. L'importanteè cheognunoabbiavissuto l'esperienzachegli corrispondeva. Pe capirese quelloche facevo corrispondeva veramente ai bisognidellamia persona e non a quellidel mio ruolo,m'interrogavo sempre prima difare ungesto,soprattuttoquando questodiventavaimmediatamente pubblico. Cercavodifare un'attenzionecostante,di vedereme stessocondistacco,di guardarei mieigesti, comeuna continuameditazione. Anche e soprattuttoquandomi muovevo per andareafareyoga o le varieattività mi chiedevo sempre:sei tu o sei l'animatore della festa di Guello?Fortunatamente ro sempreio, anchealla mattinaalle 7,30 quandoavreivolentieriscaricatoal ruolola ,,olontàdi alzarmiper la dinamica,perpoi avereun alibi nerrestarea dormire. Che dire in conclusione se noncheper me la festa di Guelloè stata un'esperienza profon– da e chi mi ha modificato?Prima avevo

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