RE NUDO - anno VIII - n. 55 - luglio 1977

Che Guello: due amici, una pensata e un tamburello ... Crediamo sia difficile e impossibrle riprodurre le cento sensazioni che ognuno di noi ha provato in questi giorni. Il modo più giusto per confrontarsi è sicuramente quello che ognuno di noi prenda la penna in mano e scriva quello che ha vissuto. Senza bilanci, senza generalizzazioni. I compagni di Venezia, di Bergamo, di Treviso, di Pisa, di Roma e tutti gli altri con cui abbiamo parlato a gruppi o da soli. Sarebbe bello che tutti scrivessero il senso di questa esperienza. Anche per noi in redazione non può essere diverso, per questo sul prossimo numero sarebbe giusto che ci esprimessimo così, direttamente: proprio perché consapevoli che senz'ahro per molti le cose fatte a Guello, rappresentano un momento importante e diverso per ognuno. Probabilmente più che a Ballabio nel '70. Qui comunque anticipiamo una ricostruzione della storia di questa festa... .PREPARAZIONE DELLAFESTA E' stato scelto di non publ:ilicizzarc direttamente il posto dove radunarsi per limitare il più possibile una in– formazione disordinata e incontroNata delle motivazioni per cui questa vol– ta ci si riuniva: niente spettacoli, niente servizi, niente organizzazione. Invece possibilità di esprimersi mu– sica:lmente per chiunque avesse por– tato strumenti da casa, momenti di yoga, meditazioni, massaggi collettivi guidati .da amici e compagni più esperti, dare quindi la possibmtà a gente v~nuta da tutta Italia di ritro– varsi non più solo per stare insieme ma anche per essere insieme. Se aves– simo dato la notizia a radio, quoti– diani, manifesti etc. avremmo reso impossibile lo svolgersi di quanto si aveva intenz'ione di fare. Troppi sa– rebbero venuti solamente richiamati da Re Nudo e dal suo passato e trop– pi sarebbero rimasti insoddisfatti per la mancanza della musica elettrica, dei servizi a'limentari assolutamente inesistent'i etc. Mcuni compagni pensavano impossi– bile riuscire in questo miracdlo e in effetti bastava mdlto poco per per– dere il controllo dell'informa~ione, fortunatamente i cronisti dei giornali borghesi sono più stupidi di quanto spesso siamo portati a pensare. Esem– plare invece il comportamento delle radio amiche che pur sapendo hanno tenuto fede al silenzio stampa richie– sto. Solo chi telefonava in sede po· teva sapere il nome del posto del ra– duno. IL POSTO Per un pie nic anche di tante persone non do– vrebbe essere difficile ottenere permessi. Cosl pensano mdlti. E niente è più sbagliato di questa convinzione. Sta di fat– to che la valletta pre– scelta alla base del mon- · te vicino a Guello era il posto ideale per ri– trovarsi in quattro o cinque mila (il numero previsto aH'incirca) ab– bastanza lontani dalla strada ( 3 km) ma non un luogo impossibile da rag· giungere. Un prato ·centrale grande e tanti alberi intorno. Quando ecco che il giorno prima dell'inizio· del raduno tre o quattro ragazzi deJila prima ondata (quelli che arrivano due o tre giorni prima e non sanno dove vanno) sfondano la porta di una cascina per trovare rifugio dalla pioggia, invece di andare nella le– gnaia che era aperta. Una sciocchezza che ha determinato lo sconvolgimen– to del programma: la cascina infatti era del contadino affittuario del ter– reno che doveva ospitarci e che in– vece ha minacciato e poi chiamato i carabinieri. Due ore di discussione col maresciallo, compro– messo per evitare l'arri– vo della celere da Co– mo dove H questore Vit– toria scalpitava come ai bei tempi . (vi ricordate il vicequest. Vittoria nel '69 a Milano?) e in questi termini: andare

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