RE NUDO - anno VIII - n. 55 - luglio 1977

RE NUDO/40 cata, in questo modo esclude dal ci– clo più della metà degli operai. Di qui i licenziamenti, che secondo tra– dizione passavano inosservati con il beneplacito del sindacato, contraria– mente hanno innescato un processo che ha riaperto uno spiraglio d'esi– stenza al Movimento Operaio. « Dalle vostre parti, lo slogan stu· denti e operai uniti nella lotta, oggi, sembra mitologico; qui, invece, ha ancora intatto tutto il suo significa– to». La lotta di BT nasce slegata dalla gabbia sindacale non incanalata nei meandri in cui la socialdemocra~ia ha ammutulito il movimento per anni, ma viene gestita interamente dal co– mitato di base (BT Klubben) che esce dal « civismo » e dal perbenismo riformista con manifestazioni, feste, scontri con la polizia (cose che non si vedevano da decenni). E, ripren– de a nuova vita anche la solidarietà di classe che offre un sostegno indi· spensabile ai lavoratori di BT pe1 riuscire a sostenere la propria auto nomia; e il « cerchio magico» comin– cia ad allargarsi... E' la volta degli studenti che dietro al brutale provvedimento del Mini– stro della Pubblica Istruzione di chiu– dere la facoltà di Scienze Politicht a Roskilde, troppo politicizzata, si mobilitano in tutte le cinque univer– sità del paese. Tra timori e tentenna– menti gli studenti danesi fanno sape– re di esistere anche loro e di volere fare parte al processo in atto: le oc– cupazioni si moltiplicano, l'interesse per il marxismo si allarga, le dimo– strazioni perdono quel vuoto e stan • tio carattere internazionalista ( si di– menticavano i problemi locali per il Vietnam ecc.), le assemblee comin• ciano a colorarsi di « rosso ». « Il personale è di estrema importan– za tra noi, compagni danesi, perchè Parlare del movimento in Dani– marca non può non prescindere dal fenomeno delle comuni. La pratica del vivere assieme in più persone, è diventata di massa; or– mai, stare in una comune è una normale alternativa che si presen– ta al giovane appena esce dalla famiglia. La gente, in generale do– po l'iniziale ostracismo, ha accet, tato con il tipico disinteresse scan• dinavo, l'ennesimo « nuovo» co– stume delle generazioni targate '68. In bilico tra alternativa e fresca ufficialità, rappresenta ancora, uno dei momenti più interessanti della situazione in Danimarca. (Esiste un coordinamento delle comuni « organizzate » che senza velleità ideologiche, è diventato uno stru, mento importante per sostenere e aiutare le diverse esperienze: Ko Koo, Magstraede 16 Copenhagen} Necessariamente· a questo punto, il discorso cade su Christiania iJ primo esperimento europeo di « free city », di grande comune (2000 persone), di altra città nel cuore della metropoli scandinava. A sei anni di distanza dal primo insediamento di studenti danesi nella cittadella militare, il bilancio è magro: incapacità di uscire dal « ghetto », dall'essere istituzione totale (tre discoteche, vari bar, emporio, artigianato vario, fattorie, ristoranti} dei freaks, assoluta man, canza di storicizzare l'esperienza, riproposizione dei riti stantii della psichedelia. Questo l'ha, di fatto, emarginata dal movimento che sembra lasciarla al suo destino nello scontro con il Parlamento, che ha deciso di chiudere lo « esperimento » nel '78. Rimane, comunque, un centro im, portante per ca__pire il passato e presente della realtà scandinava, e non solo.

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