RE NUDO - anno VIII - n. 55 - luglio 1977

In questi ultimi anni, la Crisi ha superato lo Jurland arrivando anche nel freddo Nord, in alcuni paesi è stata allontanata e/ o compressa tra tagli salariali e austerità contenuta a livelli di vita particolare. In Dani– marca, invece, le contraddizioni sono salite più evidentemente in scena e hanno sconvolto la monotonia del Grande Accordo, della Pace Sociale che per 40 anni tenevano ininterrot– tamente -cartello. Con questo, va su– bito chiarito, non si può affrettata· mente parlare di un sessantotto da– nese o di mutamenti di uguale segno e radicalità. Piuttosto, il momento va definito come prologo o pream– bolo necessario a forti cambiamenti. Per decenni gli storici della lotta di classe a confronto con la Scandinavia, hanno ripetutamente alzato bandiera bianca. Cosi, propriamente, lo stereo– tipo scandinavo è cresciuto sul flori– do sogno (realizzato) del riformismo socialdemocratico a base di ricchezza equilibrata, stato onnipresente supe– rorganizzato, case per tutti, assisten- za sociale garantita e cospicui assegni di disoccupazione. Le uniche ragioni che spingevano a parlarne erano i rin– novamenti fantascientifici del sociale ( abolizione delle galere, umanizzazio– ne delle fabbriche) o la emancipazio– ne precoce dei giovani ( sesso, educa– zione ecc.). Oggi, la Crisi ha fatto saltare cinicamente quest'immagine imposta dal regime e dai media in– ternazionali per costatarne l'inconsi– stenza e la fragilità. La Danimarca, l'anello più debole della Scandinavia, per la sua totale dipendenza dall'estero, ha evidenzia– to più di tutti le contraddizioni del sistema. E, come nel gioco dei birilli la Crisi ha fatto cadere ad uno ad uno i pilastri della socialdemocrazia: disoccupazione al 6 %, inflazione al 12 %, forti tagli alla istruzione (pri– ma voce nel bilancio dello stato) e alla cultura. Lo scontro di classe è stata la rispo– sta immediata alle nuove condizioni imposte dai padroni e dallo stato. Il primo settore a partire è stato quel- RE NUD0/31 SCANDINAVIA OGGI: Un mito decapitato lo della ceramica (uno dei più con– sistenti numericamente), sceso in piazza contro le condizioni di lavoro e la ristrutturazione, ha duramente risposto con scioperi prolungati e una vasta diffusione delle parole d'ordine. Ma più di tutti sono i tipografi la parte che tira le lotte in IJ)Odoesper– to e con capacità maturate da una crescita sfuggita dal nostro stretto orizzonte internazionalista. Berlingske Tidende e Politiken sono i quotidiani più diffusi e anche le catene edito– riali più importanti del paese, pro– prio in questi gangli del sistema si sono avuti gli scioperi più duri ( tut· tora in piedi): per 4 mesi non è usci– to BT e il Berlingske Tidende, per un mese Esktra Blandet e Politiken e per solidarietà anche gli altri gior· nali si sono fermati. H settore editoriale danese ( uno tra i più importanti dell'industria locale) in quest'ultimi anni, ha deciso .una razionalizzazione di tutta l'organizza. zione aziendale, inserendo congegni elettronici e altra tecnologia sofisti-

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