RE NUDO - Anno VII - n. 48 - dicembre 1976

CON LA 5C.0PA,t!;'E.LE5TE COLP~ Pll) \/OLTE SUA MADRE CO>! RITMO Ml~RATO E. VIOL.ENTQ ... 5(\VOLATA All.E 5PALlE. PEL BABEOIJE.,LO .STAAN<;OLÒ CDN LO STRACCIODELIA R'.)LVERE... COIJ UIJS~Rl5o,lsELE5TE <.LI ~ccò ILWORE. co..i IL COLTELLO DEL 5ALAME .. . ' . IL TRISTE e.' '-HE 111 i'REIJDEaRAlJ~O Pe.i< 11<\"IV,. .. COIJ QJ\s$TA FACCIA ~ !W-leowJA CHI \QLEaTI. CHE Ml Cli.E-DA() ' che piangeva perché non sapeva se Lotta Continua sarebbe conti– nuata, ho ripensato che fin da Pisa, da sempre sono stato convin– to che fosse giusto né ridere né piangere ma capire, mentre adesso mi rendo conto che non è vero, che bisogna- ridere, piangere, capire». Anche la commissione giovanile al congresso di L.C. ha dato battaglia portando all'interno del congresso le istanze di autonomia che la real– tà giovanile esprime pur manife– stando simpatie per l'organizzazio– ne. Di conseguenza anche i giovani E QUESTI SONO ALCUNI INTERVENTI DELLE DONNE DI LOTTA CONTINUA. RE NUD0/9 Lina di Roma: «Per anni siamo state gli angeli del focolare. Tutta l'organizza– zione quotidiana del partito, quella minuta e quindi più scomoda, come scri– vere a macchina, tenere a posto gli schedari, telefonare ai compagni, è stata sulle nostre spalle. E voi intanto studiavate Lenin e Carlo Marx. Per anni ci avere spiegato che la rivoluzione era là, dietro la porta, che era necessario stringere i denti pèrché i tempi erano maturi. E all'attesa della rivoluzione io ho sacrificato tutto il mio privato, ho rotto i rapporti con i miei genitori e sono entrata in uno stato di ansietà permantente». Maria di Milano: «Quando tornate a casa perché uno sciopero è riuscito o siete vittoriosi in una vertenza, esigete il rapporto che per voi è sfogo e per noi non-sessualità. La vostra centralità operaia e il nostro corpo non vanno d'accordo». Ornella di Milano: «Mi avete detto che sono di destra perché ho paura dello ~r:::: !~~:r: :~~~t;t~ s::~s~e d~:\::,~!o~;ad~:~~fN:~ :t v~:i:~~ più di dire che ho paura della vostra violenza». Da un documento firmato da settantadue femministe di Torino: «C'è nel partito una pratica degli schieramenti muro contro muro che non è solo aberrante e antidemocratica, ma impedisce una realtà di confronto. Ciò dimostra la vo– lontà di seppellire le conttraddizioni in nome di un concetto borghese dell'ef– ficienza. Individuiamo uno del maggiori responsabili di questa situazione nel compa– gno Pietro che in tutto il periodo della sua permanenza a Torino e particolar– mente negli ultimi comitati provinciali e nel congresso di Mirafiori ha lavorato coscientemente nella costruzione del muro contro muro. Nei confronti delle compagne, Pietro ha avuto sempre una pratica terroristica, tentando di di– struggerle come persone, usando i più biechi e violenti strumenti maschilisti. Dopo il 6 dicembre ha avuto un atteggiamento opportunista fatto di false au– tocritiche e di adulazioni, accompagnate da insulti e tentativi di divisione tra le presunte borghesi e no, tra le «politiche» e le «non politiche•, nel tentativo di darsi, a seconda dell'opportunità del momento, una facciata di apertura verso il femminismo. Fa addirittura ridere che si sia permesso di giudicare, lui, una donna. Carmela, sul suo femminismo o meno. Intendiamoci: il nostro giudizio del compagno Pietro non è la ricerca di un capro espiatorio, ma è la denuncia precisa del ruolo che in generale i compagni dirigenti hanno in Lot- ta Continua». , Luisa di Torino: «Vi siete mai domandati da dove viene la vostra insofferenza verso gli omosessuali? È frutto della paura che avete della penetrazione traumatica. Avete il terrore di quello che fate a noi e n·on lo volete per voi. Non sapete che cosa vuol dire essere espropriati del vostro corpo, ma ne avete terrore». Laura: «Le fabbriche sono grandi concentrazioni di maschi e non solo di ope– rai .._.potete capire cosa vuol dire abortire, lasciarsi strappare una parte del proprio corpo, voi che pagate il vostro fare l'amore con un po' di soldi? ... Voi volete il comunismo. Ma come maschi, anche quando siete operai non è vero che non avete nulla da perdere. Avete mai provato cosa vuol dire essere usati? Perché dite tanto spesso «non vogliamo prendercela in .culo»? Ilvo– stro disprezzo per gli omosessuali cosa nasconde se non il terrore di essere usati?». Donatella: «A quindici anni sono stata violentata, poi denunciata per atti osceni in luogo pubblico, poi al paese considerata puttana perché non più vergine. In quel paese ci sono 800 braccianti alla testa delle lotte: avranno tanta coscienza, ma che rivoluzione potranno fare? ...». Se tu ami senza suscitare amorosa corrispondenza, cioè se il tuo amore non produce una corrispondenza d'amore, se nella tua manifestazione vitale di uomo amante non fai di te stesso un uomo amato, il tuo amore è impotente, è una infelicità. (K. Marx Manoscritti economico filosofici del 1944. Einaudi)

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