RE NUDO - Anno VII - n. 48 - dicembre 1976

RE NUDO/10 hanno rifiutato qualsiasi proposta di responsabilità nazionale o come dirigenti di settore, preannuncian– do una seconda violenta scossa giovanile dopo il terremoto delle donne. , Questi i racconti frammentari rac– colti da diverse voci che hanno vissuto il congresso e che possono solo dare un'idea di quanto è suc– cesso a Rimini. Mentre scriviamo si stanno concludendo i congressi locali e non si sa cosa succederà nei prossimi giorni ma il nostro problema non è di dare un giuc(izio o tirare ·1econclusioni. Noi comun– que consideriamo positivo quanto è s_uccesso al contrario dei ragio– nieri o dei corvi della politica che sulla maggioranza della stampa (esclusa la Faré del Quotidiano dei Lavoratori) faranno risaltare il ca– sino e le contraddizioni per dimo– strare la fine di L.C. Se è morta Lotta Continua partito maschio, fabbrichista, razionale e trionfali– sta in ogni sua decisione questo sì che è un fatto positivo e se da que– sto stato nasce qualcosa di diver– so alla radice, anche se non imme– diatamente, crediamo che quanto successo a Rimini, nel bene e nel male sia salutare per tutta la nuova sinistra, perché si illude chi crede \ di essere esterno o estraneo a quello che succede in casa d'altri e questo vale per Rimini o anche per Il Parco Lambro... Scusa, ma la classe _operaia, il proletariato, la rivoluzione ... Dal congresso di L.C. c'è materiale per mesi se non per anni di riflessio– ne e studio. Immediatamente pos– siamo già dire come il giudizio posi– tivo della rivoluzione culturale fem– minista che ha squassato qùesta or– ganizzazione poggi su di una certez– za: l'impossibilità da parte della nuo– .-asinistra di costituire nell'immedia– to futuro, un qualche polo aggregati– vo, reale alternativa all'egemonia ri– formista. Il tentativo PDUP-AO non è null'altro se non la nascita di un «PC/UP»assolutamente subordinato alla logica e alla linea di una sinistra riformista subalterna al PCI. Nello stesso tempo crediamo illusorio qualsiasi tentativo diverso di costi.– tuente rivoluzionaria «più a sinistra» che si ponga anch'essa come alter– nativa complessiva. Nell'attuale fase storica qualsiasi tentativo che parta da questa ottica, presupponendo cioè di essere avanguardia di massa è destinato a scontrarsi con la realtà che ogni giorno dimostra come le or– ganizzazioni della nuova sinistra non abbiano sufficiente credibilità non tanto nel momento dell'incazzatura ma sulla prospettiva politica dove sono ancora disperatamente col PCI. Fuori da ogni illusione diciamoci chiaramente che i tempi della pro– spettiva rivoluzionaria non sono né brevi né medi. Se si accettano que– ste premesse rispetto la fase e la nuova sinistra, allora non ci deve preoccupare il fatto che da Rimini non sia uscito un programma e una indicazione precisa, che non sia sta– ta fatta mediazione fra operai e don– ne. Anzi, probabilmente la mediazio– ne finale di una (anche nuova) se– greteria, avrebbe soffocato un pro– cesso di presa di coscienza di pro– porzione enormi. Se ci poniamo in– fatti nella prospettiva di sviluppo di movimento e non di partito ci accor– giamo come sia importante l'appro– fondimento e la comprensione reci– proca dei settori di umanità in lotta. Che cosa oggi fa veramente marcia– re il movimento della rivoluzione se non lo svilupparsi sia pure in modo disordinato e scoordinato delle auto– ·nomie, di tutti coloro che partono da sè, dai propri bisogni? E non è vero che così pensando ci si estranea dalla politica a meno che non si con– sideri politico solo csiò che estranea dal privato e dai bisogni reali. Ma nessuno dice questo per fortuna, al– trimenti che dire della lotta di massa per l'aborto, i referendum, le lotte dei disoccupati organizzati, dei gio– vani, non partono queste lotte pro– prio dai bisogni «personali»? E guar– da caso sono fra le cose più politi– che (rivoluzionarie) che sono venute fuori in questi ultimi anni, anche se questo significa pure mettere in di– scussione l'organizzazione e il rap– porto politico di tipo leninista. Quin– di tornando al convegno di Lotta Continua crediamo che qualsiasi sbocco possa avere, di una cosa siamo certi e cioè della positività di ciò che è avvenuto a Rimini e questo proprio ne/l'ottica, magari a lunga scadenza di una ripresa di un movi– mento rivoluzionario diverso, aparti– tario, autonomo, senza uffici politici o etichette di gruppo.

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