RE NUDO - Anno VII - n. 48 - dicembre 1976

~0 ~sso .tf-N., \ (j-(OV4-/Vt ! l..~ t\\..~ SALl/4('-{ 1 .~--1...,V I I Ji Caro papà, ti scrivo questa lettera con tanta sincerità, cercando di trovare una soluzione che non mi faccia scappare di casa. lo, proletariato giovane, sono molto incazzato anche con te per una serie di cose. Innanzitutto la prima cosa che ti rimprovero è che sei un papà, e un papà può·essere un po' più bravo o un po' più cattivo, ma è sempre un papà. Così in certi momenti papà/partito era molto autoritario con me, continuava a dirmi che sono un fannullone, che dovrei andare a fare lavoro politico anziché pensare unicamente a ballare, divertirmi, fare l'amore. Altre volte, quando vedevi che in fin dei conti stavo diventando famoso e molti occhi erano puntati su di me, allora mi trattavi un po' meglio, cioè non è che mi trattavi meglio, ma ti· vantavi raccontando agli altri le mie imprese. Un po' come è successo a quel tizio che veniva sempre represso dal padre quando scriveva poesie anziché lavorare o studiare; poi, appena è diventato un poeta famoso, il padre ha iniziato ad andare in giro a decantare le doti del figlio per\farsi bello. Altre volte, papà, quando non riuscivi a capire il linguaggio che stavo parlando, quando magari io ero in un piccolo momento di crisi passegg~ra, allora tu perdevi la testa. O mi rifiutavi immediatamente dicendo che ero un figlio adultero e iniziavi a rivolgerti a qualcun altro, muovendo tutta la tua mole dalla poltrona su cui stavi, o, addirittura, mi prendevi a sberle (ti ricordi il parco Lambro?). Certo sei un papà un po' democratico, un po' · intellettuale, che si è studiato la psicologia marxista e, ai suoi tempi, LETTERA AL PARTITO RE NUD0/11 Caro papà Petizione dei giovani, militanti e non, alle organizzazioni della sinistra. forse, si è fatto il '68, quindi non mi picchiavi tanto forte. Ma non è la questione delle botte ad interessermi di più. Sono le menate che continui a farmi a scocciarmi maggiormente. Continui, sempre, a dirmi di ascoltare i tuoi consigli. Continui a sforzarti di volermi capire e controllare; e quando accendo il giradischi e voglio fumare un po' in santa pace, mi vieni a dire di spegnerlo perché ti fa male la testa. lo mi incazzo, piango un po', poi me ne sbatto, mi faccio i cazzi miei. Tu per paura di perdermi inizi a leggere, a guardare cosa fanno i vicini con i loro figli, ecc. Poi ad un certo punto urli di aver capito tutto dopo esserti letto «Porci con le ali». Ma non hai capito un cazzo.· I Rocchi e le Antonie sono delle tue brutte copie un po' liberalizzate, ma con me non c'entrano niente; I Porci con le ali sono un tuo tentativo di ringiovanire, finché si parla di studenti, di coppia, ecc. tu ti ricordi i tuoi bei tempi lontani, il tuo bel '68. Insomma è inutile che tu tenti di venirmi a dire, anche se in forme più o meno velate, quello che devo o non devo fare; come è inutile che tu ti metta la parrucca per nascondere il fatto che sei già mezzo pelato e per tentare di passare per giovane. Mia sorella, in un momento di incazzatur.a, ti ha urlato dietro una serie di insulti. Gli stessi insulti li ha urlati anche a me, salvo poi difendermi un po' quando tu tentavi di pestarmi. Ecco, mia sorella forse si è conquistata un po' di libertà in più, ma le è costata cara, ha preso tante botte e si trova ancora in una serie di casini con sé stessa, con me, con te. lo voglio dirti solo questo, che io voglio vivere, VIVERE! E te lo urlerò quando ti incontrerò, voglio vivere come dico io, come voglio io, e tutto quello che faccio è in funzione di questo. · E tu non gasarti tanto dicendo «largo ai giovani», ripetendo: «Quando ero giovane io, anch'io facevo... bla... bla... bla... ». Anche questo è paternalismo, e tu, che sei di sinistra, 9ovresti sapere bene che carosello racconta solo balle e bevendo FIUGGI non si hanno vent'anni di meno. Avrei un casino di cose da dire ma, forse, avrai capito ben poco di quello che ho detto e continuerai a dare consigli, a comportarti opportunisticamente, a farti bello di fronte agli altri papà. Insomma ti chiedo solo di non rompere troppo i coglioni e di non obbligarmi a scappare di casa. Come la penso rispetto alla famiglia lo sai già, come sai come la penso rispetto a chi vuole distaccarmi dai miei problemi reali e crearmi una falsa personalità. Ora che sono in vacanza, dove sono io fa bel tempo e mi diverto un casino, vado spesso al cinema, a .teatro, a ballare in posti belli. Da te che tempo fa? Il TG2 dice variabile con temporali, terremoti e tempeste. Spero di portare un terremoto che apra grosse brecce nell'asfalto per far germogliare tanti fiori quando, e se, tornerò io!. Ciao. Proletariato giovane, giovane proletariato, proletariato giovanile, giovani proletari. Insomma, chiamami come vuoi, tanto mi hai battezzato te. P.S. Scusa gli errori di ortografia ecc. perché a scuola ci sono andato pochissimo e anche quando ci andavo non pensavo a studiare. Elvio del collettivo giovani Bovisa.

RkJQdWJsaXNoZXIy