RE NUDO - Anno VII - n. 48 - dicembre 1976

RE NUD0/12 Dibattito in redazione, dopo aver letto «La grammatica del vivere». VA BENE COOPER, MA NON FACCIAMONE UNA COOP DELLA CONTROCULTURA ... \ -~ . . ' ' ' ' . i'~~... . . . ' Simona: Vorrei fare una specie di introduzione alla discussione, indivi– duare quelli che secondo l}'le sono i punti principali. Ne «La grammatica del vivere» Cooper parla di diversi tipi di esperienza, come l'acido, la meditazione, l'orgasmo, l'amore, la morte, che hanno in comune tutte il fatto di essere momenti che vanno al di là del «razionale». Il lavoro che lui propone, per quello che io ho capito, è quello di una pre– sa di coscienza sempre più ampia che porti a un riappropriarsi di spazi e tempi interni, o comunque diversi dagli spazi e tempi «normali»,a pren– dersi la responsabilità dei propri atti inconsci, dei propri sogni, per esem– pio, di quello che noi facciamo col nostro corpo, della 11ostra morte, delle nostre vite precedenti e future. Quando noi ci rapportiamo agli altri, nella società, lavoriamo, pensiamo, ecc., facciamo tutto questo attraver– so il nostro «ego». Siamo delle per– sone con un nome, un cognome, una storia, delle esperienze alle spalle. In questo piano di coscienza che è quello «normale» ci sono dei para– metri comuni spazio-temporali ai qualì tutti facciamo riferimento, e che ci servono p~ comunicare, c'è un linguaggio specifico. Ci sono però altri livelli di coscienza che noi già inconsapevolmente, sperimentia– mo o possiamo sperimentare, in cui questi parametri, questo linguaggio non valgono più. Per esempio, il co– siddetto pazzo ha senz'altro dei pa– rametri spazio-tempo diversi; quan– do sogniamo ci sono tempi diversi, linguaggi diversi, cosi in acido quel– lo che secondo l'orologio è un minu– to, noi lo possiamo sperimentare come molto lungo o molto pili corto, possiamo fisicamente essere in una stanza e sperimentare unq, spazio cosmico e questo non e frutto de Il' i m magi nazione, . m I! un-

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