RE NUDO - Anno VII - n. 48 - dicembre 1976

'esperienza reale, cosi quando fac– ciamo l'amore ci sono dei momenti in cui il tempo non è quello che normal– mente conosciamo. La prop~sta di, Coopèr è proprio quella, m1sembra, di penetrare con la consapevolezza questi altri stati, e questo è il significato di ciò che lui definisce ccaccorgersi». Disidentifi– carsi da questo «ego»che è solo la parte più esterna, più periferica di noi stessi, e andare al centro. Di so– !ito, la prospettiva di questo viaggio interno fa molta paura perché è ~I viaggio nell'ignoto, nell'irrazionale nei livelli di coscienza in cui no~ possiamo esercitare il controllo che normalmente esercitiamo su di noi. La paura più diffusa nella gente per 9uanto _riguardal'acido, ad esempio, e proprio la paura di perdere il con- trollo di sé. . Un maestro indiano, Rajneesh, dice che amare e meditare sono le due cose più difficili, ma se uno sa ama– re (nel senso di sal?er cedere se stesso) non ha bisogno di meditare. Dato che però nessuno di noi sa amare veramente, è necessaria la meditazione, con la quale si può im– parare a vedere questo ego e a pren– dere le distanze da esso. Gli altri metodi suggeriti da Cooper come l'acido, per esempio o la re– gressione, comportano innanzitutto la promessa del viaggio di ritorno e poi necessitano di condizioni parti– colari e Cooper le definisce molto· bene: un periodo di tempo abbastan– za lungo davanti senza impegni di lavoro, e senza preoccupazioni eco– nomiche, l'ambiente adatto, le per– sone adatte che ti possano aiutare ecc. Roberto: si, ma bisognerebbe esse– re ricchi. Simona: si, dei privilegiati. Infatti io sono molto d'accordo sulla proposta globale di metodo che lui fa, sulle proposte specifiche invece, a parte la meditazione, non molto. Vorrei aggiungere un'ultima cosa e cioè che la paura di tutte queste esperienze deriva dal fatto che le identifichiamo con la morte. Cooper infatti consiglia di meditare sulla morte, di viverla prima che arrivi di sperimentare consapevolmente ~n– che questa cosa che è il massimo dell'ignoto, dell'irrazionale. Infatti, la paura di lasciarci andare è pratica– mente la paura di morire. Anche nell'orgasmo c'è lo stesso tipo di paura. Walter:· le due paure sono quelle dell~ follia e della morte. Attraverso l'òrgasmo, attraverso l'acido e cosi. via tende sempre a mettersi in con– tatto con questi fatti che fanno-parte dell'esperienza umana, di noi. . Matrimonio rituale And_rea: secondo me un aspetto molto interessante di questo libro e che segna un approfondimento ri– spetto al discorso de «La morte della famiglia» (l'altro libro di Cooper) è il recupero del matrimonio rituale come momento fortemente positivo: l'approfondimento del rapporto, il vi– vere un rapporto fino in fondo e quindi un recupero dei rapporti di coppia in modo nuovo. Marina: scusa un attimo; noi siamo abituati a usare questa frase, queste tre parole, «rapporto di coppia» in un modo che secondo me è poco chia– ro. Probabilmente ognuno, quando lo dice, intende una cosa diversa e non siamo mai riusciti a dircelo fino in fondo, cosa intendiamo. Allora, per me il rapporto di coppia non vuol dire rapporto profondo, importante con una persona, un rapporto ~•amore con una storia, delle ~spe- . nenze fatte assieme che ti segnano e ti determinano, ma sta ad indicare RE NUD0/13 tutti quei meccanismi di possesso di ·non autonomia, appunto tutte I~ cose negative che riguardano il rap– porto tra due persone e questo Coo- per lo esclude. · Andrea: anch'io. Marina: ho voluto specificare questo perché ogni volta che sento dire «rapporto di coppia» mi suona un campanello d'allarme e sento il biso– gno di fare subito chiarezza. Andrea: si, infatti. Allora prendiamo il termine matrimonio che del resto fa scattare gli stessi meccanismi. Cooper dice che il matrimonio inteso come rito, quindi non nella sua ac– cezione istituzionale ma proprio nel senso di accordo tra due persone di portare il rapporto fino al suo esaurimento naturale, può essere fortemente positivo. Quindi i termini è vero, ci fanno ricordare delle altr~ cose ma Cooper li recupera in acce– zioni completamente diverse. Gianfranco: premesso che Cooper all'inizio del libro specifica chiara– mente che si riferisce ad un'espe– rienza argentina molto particolare ed è dunque tenendo presente questo

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