RE NUDO - Anno VII - n. 48 - dicembre 1976

RE NUD0/42 TELEPORCI E TELEVACCA. Il monologo e il dialogo che pubbli– chiamo in queste pagine sono tratti dalla trasmissione televisiva «Tele– vacca» messa sotto accusa a Roma e minacciata di interdizione per il suo provocatorio anticlericalismo, per la satira politica e sessuale, per la sua stessa scelta di stalla e non di porcile. Leggendo questi testi si po– trà capire perché questa trasmissio– ne è stata l'ennesimo spunto per ria– prire e riapprofondire la lotta tra le due reti, ma in questo caso anche la lotta tra i due centri di produzione (Roma e Milano) e più in generale la lotta tra due modi diversi di concepi– re l'uso del mezzo. Cos'è «Televacca»? È una trasmis– sione televisiva io_g_uattro puntate centrata sul person~ggio di Cioni Mario, cioè Roberto Benigni. Di Ro– berto, Fernanda Pivano ha detto giustamente che è il comico italia– no che più si avvicina al modello di comicità di Lenny Bruce: provoca– zione, turpiloquio ostentato, esorciz– zazione dei tabù sessuali dentro un discorso di satira del politico e del personale. Di particolare in Roberto c'è il ricollegarsi a una realtà italiana provinciale e contadina per una volta rovesciata contro l'ufficialità cittadi– na benpensante e non usata da massa di manovra per Vandee cultu– rali. Tutti gli elementi per far impensie– rire, oltre alla DC, anche il PCI. Ma andiamo per ordine. La trasmissione si svolge in uno studio televisivo adi– bito a stalla con quattro vacche, una cavalla, oche, pulcini, anatre, galli– ne. Tutta roba vera, genuina, star– nazzante, vagante, cagante. I perso– naggi che girano per questa stalla sono Cioni, appunto, curioso fattore hobbysta di tele-libere, il suo garzo– ne Monna, un prete che gli mette i bastoni tra le ruote, un coro scalige– ro che canta pezzi d'opera perché cosi le mucche tanna più latte, e altri personaggi diversi trasmissione per trasmissione: un'allieva di Andy Warhol che gira per le stalle a cerca– re autentici reperti di stalla italiana da riprodurre in serie (Livia Cerini), Francesco Guccini, 'mezza Ultima Spiaggia eccetera. Dalla descrizione sarà chiara la struttura surreale, provocatoria e svaccata. Se aggiungete a questo l'inserimento di vecchi filmati della televisione degli anni del pre-bum, riprese di telecamera a mano, effetti visivi e sonori d'ogni tipo, avrete il quadro approssimativo di una tra– smissione che anche a livello di lin– guaggio televisivo dovrebbe rappre– sentare un po' quella stessa rivolu– zione che è stata per la radio Alto Gradimento dei primi tempi. Dimenticavo di parlare poi della Do– natella che è una ragazzona sul me– tro e novanta, . abbondantissima, straordinariamente somigliante a quella brunona che nei fumetti di Lii Abner convive coi maiali, e che è stata definita dal Mega-direttore Principe «ai confini della pornogra– fia» (mentre è invece la satira vivente dei modelli sessuali tipici della tele– visione, tutte piume di struzzo e cal– ze nere). È quindi chiaro perché si attacca Te– levacca e non altri programmi appa– rentemente più coraggiosi come «di– scorso politico». La Rete 1 sa benis– simo che di «discorsi politici» son la– stricati i cimiteri e la gente dopo un po' gira canale. Quello che invece non va giù è che si vada a smontare il linguaggio televisivo, i modelli del– la comicità all'italiana, la risata par– rocchiale. E come dicevamo, non è solo un problema di Rete 1. r, ,' che questa gente è su 'posizioni di·· secca scelta di campo, è veramente • incredibile! È come dire che pl·urali- · smo alla fine vorrà dire aprire spazio anche. ai fascisti!), a parte questo, oltre che grottesco suona anche mi– stificante. Il problema non è infatti di sostituire alla spartizione delle Reti una Rete unica (le polemiche sui due Telegionarnali dimostrano che su questo punto la sinistra è com– plessivamente d'accordo), ma è di come s'arriva alla Rete unica: se cioè questa Rete unica deve essere la rifrittura televisiva cucinata assie– me o se deve essere imposta da un linguaggio diverso, che fa franare il vecchio impianto televisivo. Ma per poter far questo è chiaro che biso– gna aprire ai ... provocatori e ai di- I primi a criticare le scelte di Rete 2 sono stati i PClni. Ivano Cipriani su Rinascita del 29 ottobre ha vio– lentemente attaccato la scelta dei programmi del secondo canale. In questi termini: «Siamo convinti che ciascuno di questi programmi otterrà successo di pubblico e di critica - o almeno vogliamo crederlo e sperarlo - ma ci pare di capire, anche da -------'"""'• >-u_,..wilJlrmV questo episodio, che la linea su cui si muove questa Rai-TV riformata non sia quella di un confronto cultu– rale e di un pluralismo organico ... ma sia piuttosto la linea di una st:c– ca scelta di campo, che esclude il confronto interno per proporne uno esterno, da attuarsi tra reti contrap– poste ...» Ora, a parte che il commento suona grottesco di fronte a un piano di pro– grammi che prevede oltre a Dario Fo, Carmelo Bene, Benigni, Paolo Poli anche personaggi tipo Domeni– co .Modugno, Peppino De Filippo, Gigi Proietti, Milva, eccetera (e dire

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