RE NUDO - Anno VII - n. 48 - dicembre 1976

(il farnoso e normale stile trasandato che richiede ore di prova davanti uno specchio) che le classi superiori portano di domenica per distinguersi dalla gentucola che in quel giorno sfo~gia i suoi , abiti migliori si aggiustò il faz– zoletto rosso che portava al collo come se fosse stata una zanza– riera ed il popolo le zanzare... non è Qrazioso ciò? ...che s1veda il popolo interna– zionale occupare la sala da pranzo e se ne guardi ammiri constati l'immensità! (voi, banda di costipati ...) DI UMORE Di umore sono irrimediabilmente di questo o quell'umore si formano una cosidetta opinione «propria» su tutto ed inoltre oscena– mente te la parte– cipano, insomma in (defifi) definitiva ovunque sia possibile possiedono addirittura ... uno stile ... da padreterno indaffarato con chichessia non è neppure a riposo (riposo = periodo nel quale si è sicuri che una persona non è sotto sorveglianza un uomo «a riposo» può essere avvicinato . senza pericolo) Questa espressione RE NUD0/33 non implica limite di tempo, si protrae fintanto che si è sicuri che non ha l'ombra o che ce l'ha. Di un uomo pedinato o sospettato (schedato-perforato) si dice che «sputa sangue» alla mano alle mani (solamente quando in tasca, ma quando le toglieranno queste mani di tasca?) il piacere dell'ingegno (del– l'idiozia ... ) conserva un vago aroma la digitale invisibile il fiore selvatico alle mani vengono molte cose in tempi difficili una sfrenata esultanza. Alimentazione e psiche Appunti da un ciclo_di conferenze tenute da Mercedes Salimei i giorni 11, 12, 13 novembre scorso alla Non libreria. Mercedes Salimei è dietologa e abita a Roma dove ha .un forno che produce vari tipi di p,;1ne integrale. L'argome-nto della conferenza era alimentazione e psiche. Prima di parlare specificamente dei vari ali– menti la dott. Mercedes Salimei ha fatto una introduzione su cosa si in– tenda per psiche e su come essa funzioni individuando due aspetti fondamentali: la brama, intesa come polarità di simpatia e antipatia, amo– re e odio in cui ci muoviamo conti– nuamente rispetto a qualunque fatto, qualunque situazione e il giudizio, che derivano entrambi dal ricordo di una sensazione vissuta precedente– mente. Rapportandoci alla realtà che ci cir– conda noi non siamo vuoti, aperti, ma la nostra psiche è viziata conti– nuamente da questi due elementi che sono la base delle cosiddette rappresentazioni. Per rappresenta– zioni si intendono i condizionamenti, l'educazione ricevuta, tutto ciò che ci ha messo in testa la scuola, la so- CO cietà, la famiglia e che ci viene quin– di dall'esterno. I nostri pensieri, in realtà non sono nostri ma sono il frutto di questi condizionamenti. In un certo senso c'è sempre uno schermo fra noi e il fatto, fra noi e il momento, fra noi e la realtà ed è quello che gli induisti chiamano maia, velo che ci impedisce di 've– dere' le cose come stanno (chi ha letto Castaneda capirà molto bene cosa questo significhi) e che è quin– di la causa di tutti i nostri problemi. Invece di vedere la realtà noi vedia– mo le rappresentazioni o proiezioni della nostra mente. Il problema è dunque far cadere queste rappre– sentazioni, liberarcene, ma non è certo cosa facile. Alcune sono tal– mente radicate in noi che assumono la caratteristica di 'complessi'. Quel– le più difficili da individuare e elimi– nare, soprattutto da soli, sono le rappresentazioni che si formano nel- la nostra psiche dalla nascita ai tre anni, periodo in cui non sviluppiamo nessuna ~apacità critica o di ragio– namento. E per questo che gli psica– nalisti indagano nei primi anni di vita per trovare la causa di molti proble– mi. Se subiamo un trauma in questo pe– riodo, l'immagine, la rappresentazio– ne di questo avvenimento si fisserà nella nostra psiche e condizionerà tutta la vita futura senza che ce ne accorgiamo. Tutta la fase di ribellione, di conte– stazione che passiamo nell'età gio– vanile è molto utile per distruggere gran parte di queste false rappre– sentazioni, per liberarci dai condi– zionamenti ma deve essere accom– pagnata da una profonda autoanalisi che ci permetta di individuare quelle più profonde, quelle cosi radicate che fanno parte di noi. ·

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