RE NUDO - Anno VII - n. 48 - dicembre 1976

RE NUD0/19, Chi c'è dietro Jimmy Carter. IL GRANDE RACKET La stampa d'informazione italiana, anche quella più scandalistica non è riuscita a dare del neopresidente Jimmy Carter una immagine diversa dalla sorridenie controfigura di Kennedy sia pure più ambigua. Di lui anche la stampa di sinistra ha scritto che è un uomo che è venuto fuori dal niente, senza l'aiuto dell'apparato, un uomo nuovo ... Noi qui vi dimostriamo dopo una attenta lettura della stampa internazionale come Jimmy Carter non sia altro che l'uomo di paglia del più potente trust finanziario degli Stati Uniti, un fantoccio costruito apposta dal niente perché rimanga nessuno. Ma perché in Italia tutti tacciono? Perché su Carter si fa solo del colore giornalistico? Perché la destra sa, è soddisfatta e non ha interesse a sollevare polvere, il PSI punta ad acquistare più prestigio e peso come interlocutore privilègiato, la D.C. deve tentare di rimanere il partito amico per eccellenza nonostante sia sempre più screditata, il PCI deve stare al gioco per avere nulla-osta governativo ... JIMMY SERVITORE DI MOLTI PADRONI Tutti a decifrare i discorsi di Jimmy. Democratico, progressista, religio– so, vecchia Amrerica... - Come se questa insulsa dentatura, con una mamma assolutamente raccapric– ciante che se lo porta in effige sulla maglietta, potesse essere capito dal– le smorfie con le quali infiora il co– pione. Il copione, nel caso di un pre– sidente degli U.S.A.,non è mai quel che dice al gran pubblico (anche se è importante), ma da dove viene, chi io condiziona, chi lo usa. Jimmy probabilmente è diventato presidente per l'eccezionale com– prensione del suo ruolo: «io non sono un ideologo, non si può mai an– ticipare la mia posizione di domani». Jimmy ha capito il suo mestiere: to– tale disponibilità, flessibilità: buono per tutti gli usi. Niente ideologia, tranne quella «naturale», propria del suo modo di essere, di presentarsi, tranne quella ovvia del buon uomo americano che traduce nella vita di tutti i giorni i grandi ideali del paese di Dio (che sul dollaro scrive di cre– dere in Dio senza neppure sospetta– re il doppio senso, chiaro persino a Paperone che ai dollaro crede come a Dio). Ma perché Jimmy deve esse– re così generico e così imprevedibi– le? Perché i suoi più immediati 1 pa– droni ritengono, dopo la triste espe– rienza degli anni '60, che la «polariz– zazione ideologica» sia un fattore che contribuisce all'indebolimento dell'autorità governativa. E Jimmy, povero ragazzo innamorato follemen– te della sua mogliettina Rosalynn e assai turbato dall'omosessualità, di padroni ne ha un sacco e così forti, così forti da fargli passare qualsiasi grillo dalla testa. Jimmy è stato scelto dalla Com– missione Trilaterale perché mem– bro della stessa e, in secondo luogo perché così disarmante nella sua pochezza ideologica da farne l'attore migliore di questa fase di «plurali– smo», di «collaborazione», di «dis– suasione prima di tutto economica» che le multinazionali stanno provvi– soriamente seguendo. Fra i dieci uo- prima del trucco mini politici della Commissione spic– cano oggi due nomi americani: Car– t~r e Mondale, presidente e vice– presidente degli U.S.A. Cos'è la Commissione Trilaterale? Per Trilaterale si intende America del Nord, Europa, Giappone: i centri dell'accumulazione capitalistica. Il fondatore è David Rockfeller, presi– dente della Chase Manhattan Bank. Gli scopi della Trilaterale, nata non casualmente nei '73, a due anni dal– ia crisi del dollaro e durante, la crisi del petrolio, sono quelli -0i favorire una più stretta integrazione econo– mica e politica fra i paesi guida dopo il trucco

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