RE NUDO - Anno VII - n. 48 - dicembre 1976

RE NUDO/20 dell'intero sistema capitalistico, allo scopo di dirigere più efficacemente il «resto» del mondo. Sempre nella Commissione troviamo il professor Zbignew Brzezinski, l'anti Kissinger consigliere di Carter. Gli altri, insie– me al fondatore, sono ancora più in– teressanti: i presidenti della Esso, Banca d'America, Hewlett-Packard, Coca Cola, C.B.S., Banca di Parigi e dei Paesi Bassi, Saint - Gobain, Fiat, Mitsubishi, e decine di altri. Fra gli uomini politici: Raymond Barre, da poco primo ministro in Francia. Non mancano, anche se pochi, i sin– dacalisti e i giornalisti (cioé gli esperti, rispettivamente, di operai e di opinione pubblica). JIMMY CONTRO FORD: UNA QUESTIONE DI STILE Questa gente, cioè la crema del po– tere economico mondiale, era solita appoggiare i repubblicani. Ma dopo il Watergate e dopo il violento reali– smo kissingeriano, c'era bisogno di rilanciare una presidenza per un ver– so legata più strettamente all'opinio– ne pubblica (eufemismo per indicare i sindacati e le minoranze razziali come componenti decisive della classe operaia americana) e, per ·al– tro, più attenta alla «suscettibilità» degli alleati europei e giapponesi che, dalla crisi del petrolio in poi, hanno mostrato incertezze sia al loro interno sia nell'appoggiare la politica degli U.S. rispetto al Sud (altra espressione gentile per indicare geograficamente le aree di più alta consistenza del semiproletariato e del proletariato pauperizzato del mondo). La Trilaterale vuole rafforzare una politica di solidarietà dei centri dell'accumulazione guidata dagli U.S. Per questo basa il suo modello sul pluralismo, senza insistere su un solo modello ideologico: è la strate– gia del ;capitalismo in un solo pae– se» tollerante vari gradi di statizza– zione negli altri. A fronte di queste dolcezze da politologi sta però la de– cisione di perseguire, attraverso confronto e dialogo, senza «intempe– ranze» kissingeriane, una politica di unificazione interna ai «centri» e di compattezza di questi nel negoziato con il Sud. Per far questo bisogna ri– nunciare alla politica dei contatti bi– laterali e dei piccoli passi: bisogna lanciare una politica globale. Jimmy e il suo staff sono stati scelti per se– gnalare questo cambiamento: altra tattica vuole altri stile. JIMMY, LA COMMISSIONE E BERUNGUER Un altro stile, questo vale anche per l'Italia. Il caro Jimmy ha cambiato musica. La Trilaterale infatti, attra– verso i suoi esperti che sono poi quelli di Carter (Bali, Vance, Gar– dner, Warnke, Owen e il famoso Brzezinski) ritiene controproducenti le minacce a viso aperto del dottor Kissinger. Il signor Bali ha rassicu– rato l'Espresso sulla inversione di marcia che compirà la politica ameri– cana. Carter ha affermato più volte di ritenere il PCI diverso dai partiti comunisti dell'Est e, per di più, non capisce perché trattare con Breznev e non con Berlinguer. Però, sui giornali americani, il signor Bali racconta le stesse cose che ha appena finito di raccontare all'Espresso in tutt'altro modo. Tira fuori da tutti gli scritti di Berlin– guer le espressioni più sanguigne, afferma che l'eurocomunismo è solo una tattica, che poi... Solo truffatori più abili, allora, i car– teriani? No. La loro tattica è effetti– vamente diversa da quella di Kissin– ger: niente panico di fronte ai comu– nisti, anzi. Però uso di armi «legitti– me». In primo luogo far intervenire i soci europei dell'Italia, il loro amico fidato in testa: la Repubblica Fede– rale Tedesca. E éome? Col ricatto economico. Nel frattempo «aiutano» l'Italia, pur convinti che la DC è un partito parassitario, incapace di go– vernare e di costituire un qualsiasi punto di riferimento nel combattere la crisi. Ciò non li spaventa: più la DC si indebita, più l'economica ita– liana si autosoffoca, più lo stato di cose che il PCI erediterà sarà tanto tragico da dover scegliere fra tre ipotesi. Logorarsi e cedere di nuovo il passo, magari con una bella rifor– ma istituzionale; fare la fine di Allen– de (non a caso venuto dopo Frei) se si farà trascinare dalle intemperanze della base operaia (ritenuta quella italiana, dai Trilateralisti, il reparto più avanzato e organizzato, quindi potenzialmente eversivo, di tutta la classe operaia mondiale); trasfor– marsi, a tappe forzate, in una sezio– ne staccata (pur con tutte le sue fol– kloristiche e storiche differenze) del- · la socialdemocrazia tedesca. LA «PACE» NEL MONDO È IL MESSAGGIO DI JIMMY Jimmy è un apostolo. La storia su di lui può fare confusione: l'americano medio non sa bene se crederci o no, ma Jimmy ce la mette tutta: la bibbia in una mano, le noccioline che han– no fabbricato il suo successo nell'al– tra, sulla bocca negli occhi e nel cuore tanta ispirata fiducia. Il cock– tail dello spirito protestante e del ca– pitale (di nuovo Dio e dollaro çome conferma l'uno dell'altro) si ritrovano in lui. E la situazione richiede all'America di abbeverarsi alla sua «migliore» tradizione: la crisi è pro– fonda, è la crisi dell'intero assetto dei rapporti di forza fra classi, e fra capitale e stati, che era uscito dall'ultimo conflitto mondiale. Alle scosse telluriche del proletaria– to e del semiproletariato nei paesi del terzo mondo, al ciclo di lotta del– la classe operaia nei centri, corri– sponde oggi (dal '71) un gigantesco movimento di assestamento (a sua volta rivoluzionario). Va riformulato (contrattazione sul petrolio e sulle materie prime) il rapporto fra multi– nazionali e stato USA, come loro base politico-militare, e stati e bor– ghesia del cosiddetto Sud. Ciò va fatto in un contesto che deve assolu– tamente garantire la normalizzazione spinta all'interno (rilancio del blocco classe operaia, minoranze razziali e grande capitale da un lato, promes– se di sgravi fiscali per rilanciare, senza spareggiare, la spesa pubbli– ca, dall'altro; la decapitazione dei punti più alti della combattività ope– raia (Italia, Inghilterra); la controrivo– luzione strisciante laddove si ripe– tessero episodi alla cilena (in so– stanza ripetere il Cile senza impic– ciarsene direttamente); il consolida– mento della solidarietà trilaterale , guidata dagli USA (per non ripetere gli accordi separati tra paesi CEE e paesi del Sud, come si è verificato dalla crisi del petrolio in poi). Secon– do questo progetto la distensione va pagata dai russi distendendo ancora di più i cordoni commerciali della loro aerea. La «pace» sarà l'arma preferita da Jimmy dopo il disastro vietnamita: prendere l'avversario per debiti e fame. La metafora ha persino un ri– scon'tro nella «bomba alimentare» che è il controllo USA su gran parte del commercio mondiale degli ali– menti-base. Tipica la battuta di Jimmy: se l'URSS ci riprova (allusio– ne all'Angola) sospende ogni relazio– ne commerciale. Oppure: «per l'Italia

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