RE NUDO - Anno VII - n. 40 - marzo 1976

48 Tra queste recensioni ce n'è una di un disco che non esiste. Chi indovinerà la re– censione immaginaria riceve– rà in regalo il disco. DOMENICO MERDOGNOLO, "Piange il Termostato" (Dischi Scottex). Gentili signore, egregi signori, ho il piacere di presen– tare alla vostra cortese atten– zione un'opera di notevole pre– gio che non potrà non arricchi– re la vostra pregiata discoteca. Trattasi di merce finemente la– vorata e di sicuro effetto. Le la– crime sono garantite e compre– se nel prezzo. Sono riunite in questo disco triplo tutte le com– posizioni dell'amato Maestro Merdognolo finalmente udibili una a seguito dall'altra così da poterne gustare... potremmo dire ... la filosofia. Nel primo mi– crosolco (a 78 giri con molta buona volontà e qualche spinta– rella) troviamo i motivi più po– polari: da "Vecchio freak" (" ... - le strade son deserte, deserte e silenziose, un'ultima ambu– lanza cigolando se ne va ... ") a Volare oh oh (sullo stesso te– ma). Nel secondo disco (a 45 giri su se stesso) troviamo il Domenico degli anni peggiori, quello per intenderci, di Stasera cago io, noto inno di battaglia degli italici stitici. Ma è nell'ulti– mo disco (un "dica 33") che il Maestro si staglia nelle sue rea– li dimensioni: Egli aveva da tempo notato che mal gli si adattava oramai la figura del– l'inguaribile giovine romantico meditabondo e piangente con sprazzi di inguaribile focosità mediterranea. Ogni volta che allargava le braccia il Maestro avvertiva fastidiosi scricchiolii alla schiena e il sorriso stereoti– pato con quale salutava il pub– blico gli procurò una fastidiosa paresi facciale con indurimento del baffo. Pensò allora genial– mente di ripiegare su situazioni e personaggi più consoni alla propria età non più freschissi– ma: si mise nei panni d'un papà (Piange il termostato), poi d'un anziano insegnante (Il maestro di pompino), poi sempre più avanti con l'età, d'un vecchio paralitico (Com'è bello andar sulla carrozzella), poi ancora d'un novantenne che fa testa– mento circondato da avidi pa– renti (La famiglia è una gran cosa), infine d'un antico farao– ne riportato alla luce durante una spedizione archeologica (La mummia). Quante amare lagrime cari lettori! Quanti pianti! E il mio bambino le sa già quasi tutte a memoria ... SPIRITO BONO - CANZONIERE DEL LAZIO (INTINGO) Già a suo tempo avevamo indicato il Canzoniere del Lazio come uno dei gruppi più interessanti a pro– porre un discorso nuovo sul "popo– lare". Discorso prevalentemente strumentale, teso a distruggere quel tradizionalismo da ritornello e marcetta che non corrisponde af– fatto all'autenticità della musica popolare. Questo comunque non voleva dire, giustificare qualsiasi intervento musicale di diversa origine, su una base folk. Se così fosse avremmo collegati improvvisazioni jazz, testi dialettali ritmi popolari e in sostanza un in– treccio confuso tra espressioni e culture musicali diverse. Il fatto quindi, di espandere il concetto di popolare dal punto dì vista creativo e dell'improvvisazione, non deve giustificare una presenza estranea al concetto di popolare stesso. Mi spiego meglio. Constatato che come musica po– polare non intendiamo semplice– mente gli aspetti più facili del ter– mine "popolare", e cioè il canto delle mondine, il canto contadino disimpegnato dalla logica di classe (tipo uva fogarina) o più semplice– mente il motivo conosciuto (se cosi fosse anche "Garibaldi fu feri– to a una gamba" risulterebbe frutto della cultura popolare). Constatato questo dicevo, non credo sia utile buttarsi sull'aspetto opposto al fa– cile. In molti si dice cioè, che la composizione ritmica di certe espressioni musicali popolari avvi– cinano molto a un modo di improv– visare puramente jazzistico. Piena– mente d'accordo, ma occhio a mettersi a fare del jazz puro su una tarantella, perché non c'entra pro– prio niente collegare le due cose, dato che sono il frutto di due cultu– re diverse. Il canzoniere del lazio sfugge però a questa regola, anche perché non si fossilizza o meglio si dedica, al popolare italiano, ma ab– braccia espressioni popolari anche mediterranee. Cosi con Spirito Bono, oltre a ri– chiami classici popolari come "Morte di Pulcinella", si ascoltano suoni più differenti e originali. Il tentativo comunque riesce a metà. Nella prima facciata infatti, il Can– zoniere del Lazio ci dà tutta la gioia e il senso di festa della cultura po– polare e il suono ne risulta fresco e liberato. La seconda facciata invece mostra dei sintomi di stanchezza, e spesso si ricade del manierismo, nel facile impegno, nell'illusione forse gratui- la di lasciarsi andare all'improvvi– sazione strumentale, troppo spes– so. Speriamo comunque che la faccia– ta b non sia una previsione di stasi creativa nell'ambito del gruppo, ma che dimostri l'esigenza di tornare più alla completezza di "Lassa stà la mia creatura", dove anche i testi e il canto hanno maggior spazio. Per le note di cronaca, al disco ha partecipato Peter Kaukonen appo– sitamente chiamato dagli USA. Era proprio necessario? FRANCO BATTIATO: . Made– moiselle le "Gladiator" {Bla– Bla) Battiate è uno di quei musicisti di cui è sempre difficile parlare, soprattutto all'uscita di un nuo– vo disco, voglio dire che è diffici– le liquidarlo con il breve spazio consentito da una recensione, perchè (purtroppo) Battiate, al di là di un forte impatto emoti– vo, che arriva comunque e a chiunque, usa dei "codici" che sconosciuti al profano, possono portare al fraintendimento della . sua musica (ma insisto, soprat– tutto dei suoi dischi, perchè la sua musica dal vivo è di solito più magica, più coinvolgente ... affanculo i codici. ..) Ma il disco no, se il disco non ha delle chiavi di lettura e di ascolto può apparire abbastanza fumoso. Ora io non ho nè il tempo, né lo spazio o la voglia per fare uno studio sui "codici di Battiate" ... ma posso provare ad affastella– re una serie di segnali in forma di parole che possono servire da frecce direzionali: "Dada, Warhol (andy), Karl– heinz (Stokhausen), futurismo, odio per il popolare, pianoforte barricato e trasformato a mano, amico morto di over-dose, Mahler, disprezzo per i media, un Fetus cinque anni fa, un Pol– lution come intervento ecologi– co (ahi) sotto la direzione del– l'Avanguardia ... distruzione del– le maschere, a noi la libertà, sulle corde di aries, l'orgoglio di aver fatto "il più bel disco del– l'anno", rifiuto delle "sostanze psichedeliche" in quanto ogni uomo è una sostanza psichede– lica, madre pugliese, fratello X, costituzione della società del– l'accumulazione per la società del dono, tarantella infame, tut- to, ma proprio tutto ma la me– diocrità mai. La prima facciata del disco "Goutez et Compa– rez" è decisamente un "classi– co", una summa e una confer– ma di cui personalmente non sentivo il bisogno, ma forse può servire all'ascoltatore per "ca– pire" Battiate, quali sono oggi i suoi punti fermi. (E se fosse so– lo un gelido esercizio di "bravu– ra?"). "Canto Fermo", che ini– zia la facciata b, rappresenta un "in memoriam" che tradisce la spada del sentimento e del dolore, una composizione luci– da, lacerata e lacerante, un ri– torno classico ai grandi amori in B... (Sebastian, Ludwig ecc.) "Orient Effects" è per finire la cosa più sciolta, più ""ampia" del disco, un fluire spaziale senza definizioni o senza ag– gettivi, una musica che, come la vita, potrebbe non avere mai fine, una musica a cui sarebbe dolce arrendersi, abbandonarsi completamente il· giorno in cui. .. il giorno in cui ... il giorno. C. S. CAT STEVENS: Numbers (Ri– cordi) Confezione di lusso e molto bel– la per il ritorno del vecchio "gatto", con accluso un libricci– no che stampa una favola cos– mica illustrata dai disegnini che ormai ben conosciamo del gat– to favolista e immortale. La favola (per bambini cresciu– ti) racconta di un pianeta in una lontanissima galassia, dal no– me Polygor, un pianeta abitato da nove sole persone "che esi– ste per dare i Numeri all'univer– so". I numeri del gatto invece partono da una spiritosa paro– dia della "droga", parolone che certo molte persone hanno pre– so fin troppo sul serio ultima– mente, mentre Cat Stevens in– terviene sorridendo con una delle sue frenetiche e allegre ballate che dice: "Banapple Gas (gas bananamela), tutti annusano bahapple gas, tutto il mondo è pazzo per il banapple gas ... ti fa stare bene, ti fa stare meglio? Ti rimette in_ salute quando sei un po' stanco? Ma io sto bene lo stesso, anche se

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