RE NUDO - Anno VII - n. 40 - marzo 1976

nizio sale quasi per scherzo o per raccogliere una specie di sfida, poi si coinvolge spesso in maniera sfrenata ... li al circo mi sono trovato dietro la batteria una signora di cinquantanni che suonava i timpani. .. lo questo lo provoco affinché la gente senta il gusto del ritmo, il valore della danza, che è disinibente, libe– ratorio, se vuoi, ma proprio coinvolgendoli in prima perso– na... se io mi mettessi a parlar– ne soltanto di queste cose, tipo "il ritmo è disinibizione, rivolu– zione ... perché la danza è qual– cosa di liberatorio ecc ... " ma parlando da un palco a qualcu– no che sta sotto ... la gente di– rebbe "si, si... va bene", al massimo batterebbe il piedi– no ... ma se io li invito a venire su, metto a disposizione gli strumenti e loro suonano e dan– zano VERAMENTE, ecco ... al– lora capiranno che sotto i ritmi che io costruisco e che loro co– struiscono assieme a me c'è tutto un linguaggio, un linguag– gio che è del corpo, più che della mente. Fino ad ora è andata abbastan– za bene un po' dappertutto ... Ci sono anche delle resistenze, certo ... A Parma continuavo a chiedere alla gente di salire ma nessuno si muoveva ... alla fine ho preso gli strumenti e li ho buttati di sotto ... uno acciden– talmente è andato a finire in te– sta ad una persona ... e poi ho detto ... «Va bene, adesso ce li avete in mano voi. .. » ho messo anche i microfoni tra il pubbli– co... «e adesso suonate voi. .. resiando in plate_a ... » perché ho capito che avevano paura di sa– lire sulla pedana e si sentivano rassicurati dal buio della pla– tea ... Ma allora esiste ancora la divisione, esiste il "mito del pal– co", questo valore iconografico della pedana che la gente viene ad adorare ...» D.: «A me vengono in mente due tipi di considerazioni in rap– porto alla tua musica e al tuo modo soprattutto di gestire i concerti: la prima è un paralle– lismo con la terapia di un anali– sta, perché è chiaro che ciò che accade tra pubblico e "arti– sta" è un fenomeno di transfert, né più né meno di quello che c'è con l'analista, anche nella teorizzata esigenza di farsi pa– gare, poiché l'analista è vissuto come una prostituta, potremmo dire che È una prostituta, che crea un rapporto oltretutto "e– rotizzante" col suo paziente ... cosi il musicista crea anche lui un rapporto che erotizza l'a– scoltatore, il paziente per cosi dire... Nel caso tuo però ti si potrebbe associare, _per un se– condo parallelismo, a quello che oggi è "l'antipsichiatria" ...- nella misura in cui l'antipsichfa– tra non cerca di "liberare" il pa– ziente ma fa in modo che si li– beri da solo ... e a questo punto ci si domanda visto che l'analiz– zato si libera da solo e non è più l'analista ad erotizzare il pa– ziente ma si erotizzano l'un l'al– tro, perché deve essere l'ana– lizzato a pagare l'analista? ... Per trasferire la faccenda nel tuo campo ... visto che tu erotiz– zi la gente, ma la gente erotizza te, chi in realtà deve pagare il biglietto? ...Questo vale anche per altri musicisti che hanno come obiettivo di coinvolgere il pubblico, cioè di erotizzarsi re– ciprocamente e forse sarà inte– ressante buttare la questione sul tappeto una volta o l'altra (comunque il dibattito è aper– to) ... un'altra considerazione si ricollega a questa espressione che in pittura è conosciuta come ARTE POVERA, che ha per esempio in Kounellis il suo rap– presentante più noto: Kounellis fa opere con carbone, paglia, stracci, merda di cavallo, con materiali poveri insomma ... cosi tu. Perché ti dico questo? Perché mentre in concerto ap– pare evidente come scelta una totale adesione all'arte povera, che è una scelta, lo ripeto, so– prattutto politica ... in sala di re– gistrazione tu diventi infinita– mente più "ricco", cioè più raf– finato, più ricercato ... Perché? R.: «Guarda, gli strumenti che uso nelle registrazioni sono gli stessi che uso in concerto, ma tu sai che il "valore" di un disco è soprattutto un valore estetico, perché tu ascolti solo i suoni che sono, è vero, imbelliti, si potrebbe dire "imbellettati" da echi e altri trucchi, perché l'at– mosfera che io riesco a dare dal vivo, una atmosfera genuina con tutta la carica mia e degli altri non può essere riprodotta in disco, dove c'è solo una at– mosfera fittizia, perché viene ri– creata sinteticamente, giusto per dare un richiamo di quello che potrebbe essere dal vivo, ecco perché c'è questa ditte- 47 renza ... La musica in studio va filtrata e imbellettata perché al– trimenti gli stessi suoni che tu senti in concerto sembrerebbe– ro freddissimi... Un conto è quando tu mi vedi suonare con le padelle, col calore che c'è dietro, un altro è la povertà, è la miseria che esalerebbero dalla registrazione in studio se non fossero filtrate. In effetti per me il disco ha va– lore solo come richiamo e in più è una cosa che si ascolta in ca– sa, in una situazione ovattata, riposata, neutra, in cui sei tu ascoltatore a scegliere l'atmo– sfera che vuoi, allora la parte tecnica, il preziosismo che dici tu ha un valore a livello anche di coinvolgimento, seppure un po' "plastico" ... dal vivo invece deve essere una cosa molto più cruda, più reale, più vera, an– che perché sei tu, ti si vede in faccia, se menti o sei vero, dal vivo non ci sono "trucchi" che tengono ... il disco invece è una parvenza, non puoi mai sapere fino a che punto è vero o falso quello che succede in studio ... lo infatti vorrei fare solo dischi dal vivo e sai perché non posso farli? Perché il mio è soprattut– to un conce(r)tto di percussioni ed ho bisogno di più percussio– nisti, ma non ne ho ancora tro– vati, allora in studio posso fare tutte queste sovraincisioni ma io tutte queste cose le vorrei fa– re dal vivo ... » D.: «Secondo te in Italia non esistono buoni percussionisti?» R.: «Forse ci sono, ma io parlo di un'altra cosa ... come ti dice– vo prima, qui il senso del ritmo non è proprio considerato, è considerato il virtuosismo la ve– locità il colore, l'effetto, tutte cose molto astratte secondo me, una specie di esotismo o feticismo degli strumenti, ma la pulsazione, il battito cardiaco, la danza, la sensualità, sono cose completamente scono– sciute ai nostri batteristi. Guar– da certe popolazioni mediterra– nee e prova a chiederti perché gli uomini danzano e le donne suonano il tamburo... ma perché è uno strumento femmi– nile... Ecco io vorrei trovare qualche percussionista che sentisse in questo modo, non uno "bravo", perchè qualsiasi bravo, di quelli che fanno gli esercizi spettacolari, a me mi "brucia" ... non mi vede pro– prio ... ma uno che pensasse al– la pulsazione del ritmo, alla sensibilità, alla sensualità con cui rapportarsi agli strumenti..– .ecco uno cosi io non l'ho anco– ra trovato ...»

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