RE NUDO - Anno VII - n. 40 - marzo 1976

egli sentì dolore e con la mano la schiacciò dopo che s'era sa– ziata del suo sangue. Allora, essendosi riconosciuto colpe– vole di un atto di vendetta, con– dannò se stesso a restare nella palude di Scete (che si trova nel grande deserto) immobile e nudo là dove le zanzare sono simili a vespe e feriscono an– che la pelle dei cinghiali. Così il suo corpo diventò tutto una feri– ta e mise fuori tanti gonfiori che, quando ritornò nella sua cella, solo dalla voce si rico– nobbe che egli era Macario". E come un certo Paolo che "di– morava" sul monte Ferme in Egitto e cadeva sempre nelle trappole della concorrenzialità: "in un villaggio abita una vergi– ne che da trenta giorni pratica l'ascesi; di lei mi hanno raccon– tato che non tocca mai cibo, al– l'infuori del sabato e della do– menica, ma lascia trascorrere le settimane in tutta l'ampiezza del tempo mangiando solo ogni cinque giorni e così riesce a re– citare settecento preghiere. E io ho disperato di me stesso, perché non sono capace di su– perare le trecento." Le lotte col demonio erano terribili: a volte il demonio "dopo aver lottato a pugni con lui per 14 giorni" pro– metteva tregua al santo se smetteva di adorare Dio. Ma il più delle volte usava armi più sottili. Come questa: il demonio "assunse la forma di una fan– ciulla etiope che avevo (io, Pa– cone) visto una volta nella mia giovinezza, si siede sulle mie ginocchia e finisce per eccitar– mi a tal punto da farmi credere di esser congiunto con lei. Allo– ra nella mia furia le diedi uno schiaffo ed essa divenne invisi– bile. Ebbene, per due anni non potei sopportare il cattivo odore della mia mano. Disperato uscii a vagare nel grande deserto. Trovato un serpentello lo pren– do e lo avvicino ai miei genitali per morire di quel morso. E per quanto premessi la testa del rettile contro i miei genitali, che per me erano all'origine della tentazione, non fui morso. Udii una voce venire dentro il mio pensiero: 'Ho fatto in modo che tu fossi dominato dal nemico perché non ti insuperbissi pen– sando di essere forte, ma ricor– ressi all'aiuto di Dio'. Così mi convinsi e me ne tornai indie– tro." Insomma: come Elpidio "nella sua indifferenza al dolore arrivò a macerare il proprio corpo si– no al punto che la luce del sole brillava attraverso le sue ossa", cosi migliaia di individui che la– sciavano Roma, le città, i villag– gi, cercavano qualcosa dentro di sè, con sé, in lotta con i pro– pri fantasmi e le proprie alluci– nazioni. L'imperialismo romano sta cadendo. Una nuova forza diviene universale, il cristiane– simo. E dietro le sue spalle si lascia queste schiere di vaga– bondi cosmopoliti che riempio– no monasteri e deserti in Occi– dente e in Oriente. (Vi ricordate Bunuel: Simone nel deserto?) Di questo macerarsi del corpo ed esaltarsi dello spirito, isolar– si dal mondo e viaggiare nel re– gno dello spirito, vivono guru, maestri, yogi, da cui accorrono schiere di giovani per imparare e ricevere messaggi, illumina– zioni... C'era qualcosa come una reale, folle, ascetica, di– sperata, autentica ricerca che uno di loro Pantanaele riassu– meva cosi: "lo sono morto per i miei signori vescovi_e per tutto il mondo; PERCHE HO UN PROGETTO NASCOSTO". Certo poi il corpo non fu più trattato cosi male, ma nemme– no allo spirito, al diavolo e a Dio nessuno ci credette più con questa sensibile determinazio– ne. Poi si impose un'altra linea, più ragionevole, più sociale, più fatta per il potere. Quei poveri "folli" furono detti santi, e mor– ta li. Non ci furono più progetti nascosti, ma apertissime appli– cazioni delle linee (politica) di S. Paolo e delle sue regole so– ciali: - "La carne ha voglie opposte allo spirito e lo spirito ha desi– deri opposti alla carne. Ora è ben noto ciò che produce la carne e cioè: fornicazione, im– purità, dissolutezza, idolatria, magia, inimicizia, risse, gelo– sie, impeti d'ira. rivalità. discor– die, fazioni, invidie, ubriachez– ze, orge e altre cose simili... e coloro che sono carnali non possono piacere a Dio". Ma ac– canto a questa condanna del corpo troviamo alcune regole positive di convivenza sociale tra classi e tra sessi, che ci suonano proprio familiari: - "Ognuno sia sottomesso al– l'autorità che sono al potere; poiché non c'è autorità che non venga da Dio. Chi dunque si schiera contro l'autorità si pone contro l'ordine stabilito da Dio" - "Quanti sono sotto il giogo in qualità di schiavi considerino i proprii padroni degni d'ogni ri– spetto per non gettare discredi– to sul nome di Dio e la sua dot– trina" - "non permetto che la donna insegni o faccia da padrona al– l'uomo; stia in silenzio. Adamo infatti fu plasmato per primo, e poi Eva. E Adamo non fu sedot– to, ma la donna, lasciatasi se– durre, cadde in trasgressione. Si salverà però come madre e procreatrice ... " Condanna del corpo, disciplina verso l'autorità, disponibilità al lavoro e alla riproduzione, op– pressione della donna (e orrore per l'omosessualità): ce li ab– biamo tra i coglioni ma non so– no certo di nascita recente. Solo che da 300 o 400 anni - in più e a definitiva conferma di questi valori - abbiamo anche il salario dei liberi lavoratori: vendita del corpo - merce sul libero mercato per una libera fatica che punisca democrati– camente la sozza prigione cor– porale che li induce in tentazio– ne - e perché la punizione sia più esplicita, oltre a 1/3 di vita passata a lavorare e un altro 1/3 a "riposare" per poter lavo– rare di nuovo, si hanno ogni an– no (in Italia) sul lavoro: 4600 infortuni mortali (elimi– nazione di corpi viventi, di prigioni corporali); 65.000 invalidità permanenti (punizione dei corpi). 1.600.000 infortuni (contro le "voglie opposte allo spiri– to") - che il corpo divenga cadavere; che sia macellato, sbranato, di– viso, straziato, rovinato, lacera– to, strappato, stracciato ... che - comunque e a scanso di equivoci esso lavori, si contrag– ga, fatichi, si corazzi, distrug– gendo «un intero mondo di im– pulsi vitali» (Marx) ... Ma torniamo agli eremiti. .. Dunque, la religione cristiana e la divisione del corpo e della mente-anima ritornò nelle città e nei villaggi, divenne religione di stato prima e religione uni– versale poi ecc. ecc ... Comin– ciò la filosofia moderna con Cartesio che insegnava come la mente fosse una sostanza spirituale e pensante e il corpo invece una sostanza "estesa" cioè solo fisica (e che era co– me un meccanismo) e che con– teneva passioni e istinti che po– tevano turbare l'ordine raziona– le e cosi ragionevole dei nostri pensieri... Anche nel pensiero moderno moralità ragione da una parte, corpo e sensi dall'al– tra (in Kant, in Hegel). Con po– che eccezioni: qualche roman– tico che riscopri la bisessualità e l'androgino, o qualche utopi– sta (Fourier) che sosteneva corpo sesso e gioco. Altre ec– cezioni: qualche mistico come Jakob Boehme (protestante, inizio XVI I sec.) che si rifaceva alla "lingua sensuale" parlata nel paradiso terrestre: "Nessu– no sa più capire la lingua dei sensi ma gli uccelli nell'aria e gli animali nella foresta la capi– scono a seconda della loro na– tura. L'uomo deve quindi riflet– tère su cosa gli è stato tolto e su cosa avrà rinascendo"; qual– che poeta come Schiller che nel gioco come vera attività umana voleva riunire sensibilità e ragione e che scriveva l'Inno alla gioia (cioè le parole usate

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