RE NUDO - Anno VII - n. 40 - marzo 1976

26 da Ludwig Van nella IX sinfo– nia). E poi Marx che voleva l'uomo totale, onnilaterale: che cioè si riappropriasse di "tutti I rapporti umani che ha con il mondo, vedere, udire, toccare, odorare, gustare, toccare, pen– sare, intuire, sentire, volere, agire, amare, in breve, tutti gli organi che costituiscono la sua individualità". E con loro affiora il ricordo– bisogno di cui sopra. Che è il "che cosa" che rimane anche nel "dopo". Ma dove rimane? Nei miti, nei racconti, nelle utopie, nei pro– getti politici radicali... E, per quanto riguarda l'individuo, nei suoi desideri. Ma se anche a lui capita da subito di diventare mezzo uomo unisex? Con proi– bizioni su corpo sesso emozioni e sensibilità? Cioè sui desideri? Dunque: corpo, sesso e deside– ri vengono repressi. Corpo e sesso repressi diventa– no la merda che viviamo. Ma i desideri repressi dove vanno? Fidiamoci di Freud: non scom– paiono, finiscono nell'incon– scio. Ci sono ma non possiamo più esserne coscienti: sono troppo in contrasto con tutto quel che ci siamo messi "in te– sta". Essi infatti sono "nel cor– po". Ma, quali sono questi desideri-ricordi e che rapporto hanno col corpo e con il lavoro? Prendiamo qualche passo di uno psicanalista bravo quanto basta per cercare di scoprire - coi suoi strumenti - qualcosa che riguardi il problema della felicità. Si chiama N. Brown e scrive (a metà anni cinquanta): È nei desideri inconsci repressi che troveremo l'essenza del nostro esse– re, la spiegazione della nostra nevrosi (fin quando la realtà sarà repressi– va), e l'idea di quel che potremmo diventare se la realtà cessasse di re– primerci ... I nostri desideri repressi sono gll stessi che avevamo, non re– pressi, durante l'infanzia; e sono desideri sessuali ... L'originalità di Freud consiste nell'avere attirato l'attenzione sugli effetti che una prolungata tutela da parte del genitori e una prolungata dipen– denza infantile hanno sulla vita sessuale sia del genitori sia del figli. Il prolungamento dell'infanzia avvia In due direzioni contraddittorie I desi– deri dell'uomo: dal lato soggettivo, verso una totale Indulgenza al piacere libero dai limiti della realtà; dal lato oggettivo, verso un'impotente dipen– denza dagli altri. Le due tendenze entrano In conflltto perché le prime esperienze di libertà e di abbandono al piacere devono soccombere di fronte al principio della realtà, con una capitolazione Imposta dall'auto– rità dei genitori sotto la minaccia di sottrarre al figlio Il loro amore. E poiché il principio del piacere è costretto a cedere contro voglia e per ra– gioni che il bambino non capisce, In circostanze che riproducono le sue prime esperienze di dipendenza Impotente (angoscia), la capitolazione può avvenire soltanto in virtù della repressione. Per questo costituisce un trauma dal quale l'Individuo non si rimetterà mai psicologicamente. Ma nell'inconscio permangono I sogni repressi di completa indulgenza al piacere, e formano Il nucleo della nevrosi univer– sale dell'umanità e della sua inquietudine e scontentezza. L'istinto sessuale è l'energia o Il desiderio con cui l'essere umano cerca Il piacere, intendendo più precisamente come piacere la gradevole attività di un organo del corpo. Freud attribuiva la capacità di generare tale pia– cere (da lui chiamata qualità erogena) a tutte le parti della superficie del corpo nonché agli organi interni. Può trattarsi dei genitali, o della bocca quando ci si succhia il dito, o degli occhi, quando si prova godimento alla vista di qualcosa. Data questa definizione del sesso, ben pochi certamente vorranno nega– re che i bambini hanno una vita sessuale, o persino che Il sesso cosi Inte– so è il loro scopo principale. I bambini sono per natura concentrati su se stessi e sul proprio corpo: sono Innamorati di sé; In termini freudiani, so– no orientati narcisisticamente. Essi non conoscono quella cosa seria che è la vita (il principio della realtà) e non hanno quindi altra guida che Il principio del piacere: fanno delle attività pia~voli del corpo Il loro unico scopo. E poiché l'infanzia costituisce un periodo di vera Immunità dagli aspetti seri della vita, i bambini sono veramente in grado di ottenere pia– cere dall'attività del proprio corpo in una misura non consentita agli adul– ti. La definizione freudiana di sessualità implica quindi che i bambini ab– biano una vita sessuale più ricca,,é intensa che non gll adulti. Se la sessualità normale dell'adulto derl)la dal piacere procurato al bam– bino dall'attività di tutte le parti del corP,o, Il campo di quella che origina– riamente era una ben più grande capacità di godimento fisico è stato ri– stretto, concentrato su di un organo particolare (I genitali) e subordinato a uno scopo che non deriva dal principio del piacere, ma dal principio della realtà, cioè alla procreazione {In termini freudiani, alla funzione ge– nitale). La sessualità normale degli adulti (in termini freudiani, l'organiz– zazione genitale) è allora la tirannide di uno solo tra gli elementi che compongono la sessualità infantile, una tirannide che sopprime del tutto alcuni degli altri elementi e subordina a sé I rimanenti. Gli elementi della sessualità Infantile che sono stati scartati, se li giudi– chiamo col metro della normale sessualità degli adulti, sono pervertiti. Negli adulti le perversioni sessuali, come la sessualità normale, sono ti– rannidi ben organizzate: anch'esse rappresentano un'esagerata concen- trazione su una sola delle molte potenzialità erotiche del corpo umano, tutte attivamente esplorate durante l'Infanzia ... I bambini esplorano in modo indiscriminato e anarchico tutte le potenzia– lità erotiche offerte dal corpo umano. In termini freudiani, I bambini sono pervertiti In modo polimorfo. Ma se la sessualità infantile, giudicata col metro di quella normale degli adulti, è pervertita, allo stesso modo la nor– male sessualità degli adulti, giudicata col metro di quella infantile, rap– presenta un'innaturale restrizione delle potenzialità erotidhe del corpo umano ... La psicoanalisi deve sostenere che vi è una differenza qualitativa fra gll uomini e gli animali; ma tale differenza si basa su un fenomeno che è di natura forse solo quantitativa, cioè sul particolare prolungamento dell'in– fanzia nella specie umana. Nel caso dell'uomo, questo prolungamento, insieme con il posponimento della pubertà, concede alla sessualità Infan– tile un periodo più lungo in cui"maturare; al tempo stesso le cure del geni– tori la proteggono dal principio della realtà. In queste condizioni la ses– sualità infantile raggiunge una fioritura che non ha uguale nelle altre spe– cie animali. Per questo vi è nella vita sessuale dell'uomo un conflltto che non esiste negli altri animali. Nell'uomo la sessualità Infantile è repressa e mai superata; la repressione distingue l'uomo dagli altri animali. Neri– sulta che nell'uomo l'organizzazione genitale è una tirannide perché la sua infanzia particolare lo ha reso fedele (lo ha fissato) per tutta la vita al modi della sessualità Infantile ... scampo della nevrosi nell'umanità. La sessualità infantile è la ricerca del piacere che si ottiene attraverso l'attività di uno o di tutti gli organi del corpo umano. Così intesa, l'intima essenza dei nostri desideri e del nostro essere non è dunque altro che il semplice godimento della vita attiva di tutto il nostro corpo. Dire questo significa mettere in discussione i presupposti psicologici su cui è costrui– ta la nostra morale occidentale. Per duemila anni e più l'uomo è stato soggetto a un sistematico sforzo che lo voleva trasformare in anima.le ascetico, tuttavia egli rimane un animale che cerca il piacere. L'educa– zione dei genitori, la condanna del piacere fisico da parte della religione e l'esaltazione filosofica della vita razionale hanno reso l'uomo docile In superficie, ma nel segreto del suo inconscio non l'hanno convinto, e quindi l'hanno reso nevrotico. L'uomo non si lascia convincere perché da bambino ha assaggiato il frutto della pianta della vita, e sa che è buono, e non se ne scorda. Freud sostiene inoltre, che nonostante duemila anni di istruzione superiore basata sul principio che l'uomo è fondamentalmente un'anima imprigionata in un corpo per misteriose ragioni accidentali, l'uomo rimane incurabilmente refrattario e nel suo intimo si considera ancora innanzitutto e soprattutto un corpo. I nostri desideri repressi, in– fatti, non sono solo semplicemente desideri di piacere, ma più propria– mente sono desideri del godimento suscitato dalla piena realizzazione della vita del corpo. I bambini, durante lo stadio della prima infanzia, non possono distinguere l'anima dal corpo. Inoltre I bambini non riescono a distinguere le funzioni e le parti superiori del corpo da quelle inferiori, di– stinzione che è invece fondamentale per la cultura, per Il principio della realtà e per tutto ciò che è serio nella vita. Essi non hanno ancora quel senso di vergogna, che secondo il racconto biblico, ha cacciato l'uomo dal Paradiso, e che probabilmente scomparirebbe se il Paradiso fosse ri– conquistato. I sintomi nevrotici, con la loro fissazione sui pervertimenti e sull'oscenità, dimostrano che la nostra essenza inconscia si rifiuta di ac– cettare il dualismo di cane e spirito, di parte superiore e parte Inferiore. Questa concezione dell'infanzia dà la possibilità di afferrare una fonda– mentale forma di attività umana nel mondo, oltre e al di sopra dell'attività economica e della lotta per l'esistenza imposta dal principio della realtà. Da un lato infatti i bambini cercano il piacere, dall'altro essi sono attivi: Il loro piacere consiste nella vita attiva del corpo. Come si configura allora l'attività (svincolata dal lavoro, da quella cosa seria che è la vita e dal principio della realtà) adombrata nella vita dei bambini? La risposta è che I bambini giocano. Freud non si riferisce semplicemente alle attività che convenzionalmente sono considerate giochi infantili; analizza anche strutturalmente quelle attività infantili che aveva già definito come sessuali e pervertite, di cui Il prototipo è succhiarsi il dito. Secondo Freud, nella prima infanzia il bam– bino inevitabilmente prende il proprio corpo come proprio oggetto ses– suale, e cosi facendo gioca con esso ... Ogni uomo ha gustato il paradiso del gioco durante l'Infanzia; sotto le abi– tudini del lavoro, in ogni uomo c'è l'immortale istinto del gioco. Nell'in– conscio represso esistono già le fondamenta su cui costruire l'uomo del futuro: non bisogna crearle dal nulla, basta recuperarle ... Ciò che occorre è il cambiamento del corpo umano in modo che per la prima volta esso diventi un organismo: la resurrezione della carne. La re– surrezione della carne è un'aspirazione sociale che concerne l'umanità nel suo complesso, e diventerà un problema politico concreto quando si chiederà agli statisti del mondo di dare felicità invece di potere, quando l'economia politica diventerà una scienza di valori d'uso invece che di va– lori di scambio, una scienza del godimento invece che della tesaurizza– zione. Di fronte a questo tremendo problema umana la teoria sociale contemporanea, sia capitalistica che socialista, non ha i:,ulla da dire. La teoria sociale contemporanea è totalmente asservita alle astrazioni uma– ne incontrate sulla via della sublimazione e non ha alcun coJ1,tattocon gll esseri umani concreti, con i loro corpi concreti, con i loro dèsideri, con– creti seppur repressi, e la loro concreta nevrosi.

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