RE NUDO - Anno V - n. 24-25 - 1974

tltuulone è eccellente diceva– I chierichetti dell'Unione nel '70. -..,ano così, al di là della for– •ula perchè credevano veramente • aolo ohe la situazlol'j& fosse ec– eellente, ma che anche il futuro 1Dsee radioso. Infatti la risposta al plO comune come stai? era proprio • la situazione è eccellente, li fu. turo è radioso! • E mentre tu rima– newl Il a guardarlo in faccia incre– dulo, lui si portava via quella sua maschera sorridente che li .. nucleo di acciaio • (che costruisce il par– tito, ovviamente gli aveva imposto. Lecito chiedersi a questo punto, ma cosa mlnchia c'entra questo discor– so con l'editoriale di Re Nudo? In effetti c'entra poco ma è un modo come un altro per automettersi una pulce critica banalizzante nel soli– to orecchio per evitare di cadere nel trionfalismo, perchè il rischio di questo editoriale è proprio qui, anche se il nostro trionfalismo è più che altro su ciò che riguarda Il movimento. Prima questione: il fronte delle for– ze che agiscono nel settore cultu– rale cercando di capire e di inter– venire nel settore della nuova cul– tura. I Circoli Ottobre che sul n. avevamo apertamente accusato di contrabbandare iniziative di auto– finanziamentoper attività culturale si sono ristrutturati a livello nazio'. nale, autocriticando diversi aspetti della loro precedente impostazione. la musica pop anche se dalla por– ta di servizio, è entrata nel loro circuito, sollevando non poco casi– no. Altro fatto, ancora più indica– tivo, I Circoli Ottobre di Milano hanno promosso insieme ad altre forze un dibattito sulla cultura gio– vanile, consapevoli di quanto poco potevano dire su di un tema a loro abbastanza Ignoto. Vedremo un po' come andrà avanti. Il dibattito, te– nuto al Salone Pier Lombardo, sa– bato 24 n ci ha dato modo oltre a tutto, di vedere le pos1z10- ni degli organismi culturali della sinistra rivoluzionaria milanese di fronte al problema della cultura e non solo quindi della cultura gio– vanile. Abbiamo peraltro registrato uno spostamento da dogmatismo di ritorno da parte del Centro lun– ga marcia, che all'inizio di questo processo di avvicinamento tra con– trocultura e nuova sinistra era sta– to uno dei più vitali e coraggiosi a prendere posizioni di apertura. Prudente e attendista il discorso del Collettivo teatrale La Comune, con le orecchie dritte e la bocca spalancata sul boccone alternativo l'esponente del Circolo La Comune di Milano (leggi Avanguardia Ope– raia, stimolante il discorso di Ma– rio Spinella che ha bagnato il naso a diversi professorini della nuova– vecchia scuola. Ma due sono gli elementi di notevole importanza che, al di là del dibattito, danno la chiave per capire il .termometro del– la nuova fase politica che stiamo vivendo. Il contenuto dei discorsi di « Rosso », il giornale del disciol– to .gruppo Gramsci, e del compagno de, Collettivi politici studenti del– l'ottavo liceo scientifico. Non tanto per gli interventi in sé (quello di Rosso era una non vivace lettura dell'editoriale del giornale), quan– to per il significato delle situazioni politiche che rappresentano. Il nuo– vo « ~osso » nasce da un'esperien– z:i umca nella storia della sinistra rivoluzionaria italiana anche se va– gamente può · lo sciogli- mento del gruppo francese Vive la révolution avvenuto nel '70. V.L.R. pubblicava « Tout » il quale dopo lo scioglimento andò avanti alcuni nu– meri dedicandosi anche troppo, ai problemi delle minoranze, e parlan– do molto poco (troppo poco) di classe operaia. Andando per equa– zione si potrebbe azzardare: la si– nistra rivoluzionaria francese (di– sastrata sta a quella italiana (meno disastrata) come « Tout » sta a « Rosso ». Sul primo numero di « Rosso » parlano femministe, omo– sessuali, underground, poppisti, stu– denti, operai. Certo, un giornale na– to con la parola 'dordine « autono– mia » operaia, dà più spazio alle piattaforme di fabbrica, ma il dato interessante è che sia proprio un giornale diciamo « operaio » che af– fronti questi problemi. Che l'ope– raio discuta della famiglia, del pro– letariato giovanile, della donna. Che la dona e il movimento giovanile parlino in prima persona, come l'o– mosessuale. E così succede che fi. nalmente anche i militanti si accor– gono che gli operai non hanno solo il problema del cottimo e gli ope– rai d'avanguardia non si vergogna• no più a parlare di cose che non sappiano solo di ciminiere o di ca– tena oppure (che è lo stesso) si accorgono che tutto, anche il letto dove fanno l'amore male il sabato sera, come il pianto del piccolo e le botte alla moglie, tutto sa di ci– ~iniera e catena. Un operaio della Siemens vendendo il giornale in fabbrica si è sentito dire da un compa_gno di reparto, giovane, coi capelli lunghi che si drogava: « Ouesto è un giornale politico? ma se questa è la vostra politica, io so– no con voi! » Certo, probabilmente per un compagno di questi guada– gnato, ." Rosso » perderà un picco– lo Lemn con immaginette e •tutto nato e cresciuto e magari, uscito: ma col cuore sempre alla Statale. RE NU00/3 E' proprio vero, ci sono i cani sciol– ti, i cani dissolti, e poi cani che sen– za il « collare del gruppo » · sono proprio perduti. E, consci o inl:on– sci, lo cercano, con la paura di ri– manere soli, magari a pensare al problemi quotidiani, di dovere par– lare alla propria donna non del Viet– nam o del Cile, non della classe operaia, ma proprio a lei come di• ce Gaber. Alcuni compagni parlando di « Ros– so » ha detto « Uei ma questi di– scorsi non li faceva Re Nudo due anni fa? ». In parte è vero, ma cosa vuol dire? A parte altre considera– zioni, non è forse vero che un di• scorso fatto da uno può essere un discorso da pazzo, che fatto da cen– to diventa un discorso da gabbia di pazzi, che un certo discorso fatto da centomila può diventare teoria e pratica rivoluzionaria? Re Nudo per due ani è stato la gab– bia di matti della sinistra rivoluzio– naria. Adesso almeno non siamo più soli. E poi gli studenti. Dicevamo di quel compagno dell'ottavo liceo che al Pier Lombardo ha raccontato come ha funzionato l'occupazione di 2 set– timane. Anzi, la popocuppazione a quanto pare. Gruppi di studio sulla famiglia, sul sesso. Con collettivi solo per donne per via della ma– sturbazione, cosa difficile di cui par– lare davanti al compagno di classe. Poi la musica: sono venuti Gaber, Jannacci, Donatella Bardi, alcuni compagni del C. T. La Comune che hanno trascinato. gli studenti in una jam session veramente collettiva. Tutti a battere sui banchi coi ma– nici delle sedie, poi su a ballare correndo per le classi. Con i due statalini che scappano via indigna• ti e il dirigente di L. C. che legge il giornale in un angolo in mezzo al casino più totale. Come dire: okay, ci sono anch'io, ma un attimo più distaccato e responsabile, quello che non si fa coinvolgere. Serio e distaccato, appunto. Ma non è che l'inizio. Con i compagni di « Ros• so », insieme ai compagni cantanti, produttori di cultura, gruppi musi– cali, si sta portando avanti un di– scorso•proposta che potrebbe ca– talizzare molte forze disperse o no. Un discorso che trova molti com– pagni consenzienti, perché i concet– ti e le parole sono i concetti e le pa– role che sono nella testa di tutti i compagni che veramente vogliono superare il vecchio e costruire il nuovo. E' il discorso dell'alternati– va musicale che si sta trasforman– do in alternativa culturale. Ma su quest'ultimo discorso torneremo an– cora sul prossimo- numero con no• vità r importanti che riguar- d se fondamentali del alterna ·vo nazionale.

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