RE NUDO - Anno III - n. 15 - ottobre 1972

Care compagne e compagni di Re Nudo, voglio dirvi grazie per essere vicini alle nostre lotte e per aver mostrato nei nostri confronti un atteggiamen– to così aperto. Niente paure di ur– tare la suscettibilità di alcuno: sta– te seguendo la strada giusta, que– sto è tutto. Centratissime sia la vostra autocri– tica (magari gli altri « compagni » lo facessero!) sia la critica alle cri– tiche. Basta coi complimenti. Avrei una cosa da dire tanto per chiarire un concetto soprattutto po– litico a proposito della nostra lot– ta, e cioè « l'individuazione del ne– mico» e quello che io chiamo « GRANDE DIVISIONE ». Quando una donna passa dalla la– se di insoddisfazione generalizzata alla presa di coscienza delle reali oppressioni che si svolgono sulla sua persona, la prima cosa che le capita è di incazzarsi « al color sulla questione femminista LE DONNE UNISCONO IL LORO RIFIUTO Le donne di tutto il mondo, che lo vogliano o no, han cominciato una rivoluzione culturale di portata im– prevedibile nella storia della spe– cie umana. In ogni cultura e in ogni paese essa prenderà caratteristi– che diverse e distinte strategie, ma vi sono alcuni punti fondamentali e comuni da elaborare: 1) conoscere il nostro passato; 2) conoscere il nostro presente; 3) sapere ciò che vogliamo dal nostro futuro. Siamo convinte che il no– stro futuro sia il futuro della spe– cie: una specie più umana. bianco». -r Ora quando una è furiosa come una iena può capitarle di prender– sela con tutti e di commettere de– gli errori di valutazione, come per esempio considerare nemico il ma– schio solo in quanto maschio (e perciò oppressore. privilegiato. ecc.). Perciò noi diamo la vita per questo futuro (da sempre la donna ha da– to la propria carne e anche la pro– pria vita per la vita del figlio, se il parto lo esigeva). La posizione del– la donna che oggi si mette di fron– te al maschio e gli dice basta, non è una novità nella sua storia. Al contrario, è finalmente la coinci– denza solenne, sacrosanta, pode– rosa, di tutti gli infiniti poveri basta di tutte le donne di tutti i tempi, in tutti gli angoli della terra: tutti i ba– sta che sono morti soffocati in so– litudine in violenza. D'accordo: l'oppressione si svolge proprio dal maschio sulla femmina, la kultura è impregnata di maschi– lismo, sembra veramente che fem– mine e maschi siano due razze di– verse che abitano per caso sullo stesso pianeta e fra le quali una di fatto opprime l'altra. D'accordo, però fermiamoci un momento; chiediamoci PERCHE' accade tutto questo. La faccenda maschiosopra-femmi– nasotto è cominciata molto tempo fa. Esisteva nelle società precapi– talistiche, esisteva nel medioevo, esisteva al tempo della vecchia Roma. DIVIDE ET IMPERA: dovunque c'è stato uno sfruttamento di pochi so– pra molti, là c'è sempre stata la di– visione dei sessi e l'oppressione1, femminile. !' · Guardiamo un attimo la situazione\ attuale e facciamo un piccolo esempio: se il padrone ha 100.000 lavoratori (metà e metà fra maschi e femmine) incazzati con lui il pro– blema fa in fretta a risolverlo: ope– ra una prima divisione per sesso e ha 50.000 maschi e 50.000 fem– mine. Per le femmine non c'è problema: da migliaia di anni le ha abituate a stare zitte a guardare. D'altro canto anche per i maschi la soluzione è semplice: basta dar– gli una femmina su cui sfogare la pronria rabb;a reoressa. GRANDE DIVISIONE, il 50% di pau– ra ne mette molto meno; dooo la seconda divis'o'le « PER SFOGO ., se avanza il 10% di incazzati è già tanto e li si può castrare o ammaz– zarP. r,on comodo. OUFSTA E' l A REALTA': LA POS– SIRIUTA' PER IL PROLETÀRIO SFRIJTTATO DAL PADRONE DI RICRFARF IN CASA GLI STESSI MODI !LI DI SFRUTTAMENTO SUL– LA DONNA E' Uf\!A VAI.VOLA DI SFOGO E UI\I POTENTE STRU– MF"-'TO DI FRFl\10 PER LE SPINTE EVERSIVE ~ONTRO IL SISTEMA. Noi donne dobbiamo caoire ouesto e farlo capire Ri nostri compagni: no, siamo DIVERSE da come la classe domiMnte ci ha sempre de- scritte. in tutti i tempi. Quando i nostri compagni maschi capiranno ouesto e coninrender:an– no che DONNE E UOMINI UNITI VINCONO, allora la Rivoluzione si farà. Noi rifiutiamo l'immaqine del ma– schio che ci è data da questa Società non il maschio in sè stes– so. Noi vogliamo che anche il maschio apra gli occhi e si riconosca DI– VERSO da quello che la classe do– minante gli ha insegnato ad appa– rire. Noi donne vogliamo una società diversa in cui i nostri ruoli e quelli Che abbiamo 16 anni o 61, o più, quale che sia il colore della nostra pelle o la nostra matrice economi– ca o la nostra alienazione culturale, abbiamo preso coscienza del siste– ma di caste che ci schiavizza ren– dendo schiava l'umanità. Nessun partito, nessuna ideologia denuncia la discriminazione sessi– sta che, in barba alle affermazioni di diritto, aumenta man mano che aumenta il numero degli uomini che accedono alle sfere delle de– cisioni e del potere. Nessun partito, nessuna ideologia farà cessare questo crimine di mu– tilazione dell'umano fintantoché noialtre - le soffocate in tutti i posti di conduzione del mondo - . non uniremo i nostri basta. Nulla ·-ha mai creato il maschio se non attraverso di noi, la nostra carne o · ·\ il nostro cuore; il nostro appoggio, ·--:\,_'sempre. Egli non può creare nulla ;;,~il degli uomini non siano più prefis– sati, ma ognuno sia libero di esse– re sè stesso. NOI SIAMO PRONTE AD ORGANIZ– ZARCI E A LOTTARE PER QUE– STO, lo stiamo già facendo. Siamo pronte a farlo a fianco dei compa– gni maschi, A PATTO CHE AI\ICHE IN LORO AVVENGA UNA PRESA DI COSCIENZA COME LA NOSTRA. Il nostro potenziale rivoluzionario è enorme: noi VOGLIAMO E DOB– BIAMO LOTTARE: non c'è tempo da perdere. Ora è il momento di. agire. Marllena l. ,da solo; né di fisico, né di spiri– . tuale: ciononostante egli si è sem– . pre dedicato a dividere e a distor– cere ciò che era stato creato con– giunto. La sua prepotenza violen– tatrice, discriminatrice, distruttrice, ha le caratteristiche del tempo in cui egli era cacciatore; e smise di essere cacciatore e fu conquista- '·\ tore, finché non si fermò in un ter– ritorio e lo dichiarò suo e prese il ·. sopravvento sulla comunità sponta- . nea delle donne: e le donne furono cosa sua. Cacciatore, conquistatore, patriar– ca - homo homini lupus - ben– ché adesso parli di libertà, frater- '· nità, uguaglianza, democrazia, so– cialismo, comunità. Ma come pos- ·.siamo credergli noi, che sappiamo quanto egli non si integri e non voglia integrarsi con l'assoluto irre– ducibile altro che è l'altro sesso? Dicono che i rivoluzionari si tem– prano nelle carceri: ogni donna che ha amato conosce il carcere e la rivoluzione. Il maschio non riconosce e non vive l'indispensabile complementa– rietà dell'« altruità » reciproca; se non la assume attraverso il sesso né l'amore, se non si associa con la sua donna, da dove nascerà al– lora l'uomo nuovo capace di rico– noscersi, rendersi complementare nella diversità senza sfruttamento? Nascerà forse da questi padri-celi-

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