RE NUDO - Anno III - n. 14 - settebre 1972

documenti dal carcere due dimensioni diverse, due dimensioni importanti ixfuorivisto d Procida, Agosto 1972 Cari compagni e compagne di « Re Nudo », dopo tanto tempo ho potuto rileggere il vostro giornale, e per la prima volta ho letto pure « Pantere Bianche ». Sono da considerare perse tutte le copie che avete mandato nelle karcerl che ho girato In questi mesi. Evidentemente sono « giornali fastidiosi >> per le direzioni delle karcerl; lo dimostra ciò che è successo a Porto Azzurro, dove Il direttore, dottor Llkkotti, Invece di consegnarli a me, Il ha trasmessi alla procura di Firenze ad un certo Kalamarl (cono– scete?!), perchè disse: « a mio parere vi sono del reati In questi giornali ». Questo significa, fatta da un carceriere, ml sembra la più sicura? Ccnlinuate cosi! specie per ciò che riguarda le karcerl. Il vostro Intervento deve essere rivolto al p_ijl gran numero di proletari possibile; dovete farci da portavoce In occasione di raduni giovanili (complimenti per l'ultimo), o quand.o andate nelle borgate operale. E' Importante che I proletari comprendano Il nostro lavoro e le nostre rivendicazioni, ma particolarmente più Importante è fare capire la logica del padrone che cl vuole divisi tra noi perchè lui possa usufruire dei suoi sporchi privilegi .che gli derivano dallo sfruttamento. E questo sfruttamento, per essere realizzato necessita che noi si sia divisi, e per dividerci, tutti I sistemi sono buoni per il padrone, per confonderci le Idee cl mette gli uni contro gli altri. Ebbene, ricordate che il karcere si riempie di più di proletari, di figli di operai. E' vero che tra noi vi sono stàti molti impul– sivi, ma è pure vero che molti di noi fuori vivevano in un modo Intollerabile e disumano. Spesso c'è molta rabbia per avere sbagliato strada e forma di lotta, ma qui, stiamo raccogliendoci, uno con l'altro ci spie– ghiamo gli errori commessi e si tracciano nuovi schemi di vita e di lotta, per quando si andrà fuori. Alcuni compagni « detenuti comuni » sono usciti, ed è con un certo orgoglio che posso annunciarvi che non sono tor!"atl a rubare o a rapinare, ma sono scesi in lotta al vostro fianco. C'è una frase di Cleaver in « Dopo la prigione «, che ci ha fatto riflettere: «quandomi metterò al tavolino per studiare un colpo, sarà per rapinare la Banca d'America». Cioè VOGLIAMO TUTTO pure noi, insieme a voi, perchè tutto è del popolo. Siamo stanchi di servire d'arma di ricatto da usare contro gll operai, siamo stanèhi di fare da alibi ai bandi di concorso per i CC e 4 PS. ·. Nel nostro paese-lsf sprecano miliardi ma assolutamente nulla viene fatto per prevenire il crimine. In Italia, tra CC e PS, vi sono circa 180.000 unità. I carcerati sono appena 25.000-30.0001 Se quei 180 mila svolgessero davvero un lavoro sociale, da un pezzo il reato sarebbe scomparso. La realtà è che questa massa di sottoproletari (I polizlottl, sia ben chiaro!) serve ad incarcerarci tutti, tutti. 11 mio è un carcerè con le sbarre; voi non le avete, apparen– temente. _ Cambiamo la vita compagni, cambiamo noi stessi, liberlamoc tutti. ~- ', /~~ ~ruj>, c ~ ..- ~•?-~r Notarnlcola SERVl~l(J-PERI~ INTER~:1·.~.. tki ,.. ·i:'~ PRESS .. ··-~ .. -- STR \.Z10Nf. I" r;,{.A :>E; MO~ 1,\:.,-Jw I ff) \ Cara Marina, ho ricevuto ·1a tua lettera che è un discorso lunghissimo, spero di ricevere le riviste prima di finire questa lettera. Ho letto su ABC qualcosa su tuo fratello e di un'auto incendiata, qualcosa anche su un certo tentativo di fare un discorso sulla cfroga in margine al festi– val di Zerbo. Ogni tanto mi fa ridere questa vita da carcerato, con tutti questi piccoli pezzetti presi qui e là e il tentativo di comporre un tutto che rimane, quasi sempre frustrato; certo le dimensioni sono troppo diverse e il linguaggio inevitabilmente è tutta un'altra cosa, Vedi quello che io cerco di fare capire ai miei compagni, a tutti quel– li che mi capitano è come, il discorso sulla droga, debba essere uni– .camente un discorso politico, altrimenti si riduce a qualunquismo, il che è troppo, veramente troppo squallido. Certo le motivazioni che determinano l'esperienza, troppe volte, sotto la copertina esi– stenziale, nascandono voglie reazionarie, appunto per questo diventa utile il discorso sulla ricerca di maggior consapevolezza che mi sfor– z:o quasi sempre di fare. Per esperienza, ricordo quando certe scel– te da me fatte che credevo politicamente impegnate, rivoluzionarie non fossero poi altro ché certo mio egoismo infantile che con quel– le scelte alimentavo Questo discorso per farti capire quanto poco io sia garibaldino e quant io non consideri assoluta · liber an'che perché valid se di posizio i giustizia, e, ma unic uomi egli uomini, violen omini già più oncerti. Ed orso politic prcftllonista è appu re di sopra l)ip,Vita alla~e ci vo- - gliono vivere nella ella,.consapev •. è poi Es ome rifiuto d1 , come altri. i sono to 11:i.o ngola, Congo, Amerl atina, etc., con la con- nzione di offrire agli altri, ma ho dovuto stare due mesi in un pae– no agli inizi del deserto messicano, per capire quanto non offrissi nulla, quanto cercassi solo complicità ai miei esistenziali, appunto quanto dovessi pulirmi da pieno di merda borghese e soltanto Es– sere. Cogito ergo sum (Cartesio), è una barzelletta. Sai, io odio «_farefinta», mi sf nchè di far capf.· uanto « far finta• i:! una fregatur a Sao Tomè e è una magnific , i port stato. Essere v ità, è già lottare, · ono stato in c la di punizione pe iere aveva paurfedel mio sorriso, uò essere traum · H corag i o, è libertà è viq enza, nimenti, provoc on può essere al ando dentro si a ontà è capa · zioni. D'alt

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