RE NUDO - Anno III - n. 14 - settebre 1972

1972 chi sian10, cosa vogliaD10 Da questo numero Re Nudo in edi– cola anche a Bologna e Torino: CHI SIAMO COSA VOGLIAMO. Settembre 1972: crediamo fonda– mentalmente per la ricostruzione e il rilancio del movimento in Ita– lia, dare un grosso spazio alla ri– cerca e alla pratica di una cul– tura alternativa a quella padrona– le e riformista. Quella padronale perché organiz– zata quel sistematico rincoglioni– mento necessario al processo di sfruttamento su cui è fondato il si– stema capitalista. Quella riformista perché andando al carro di quella prodotta dal sistema non si pone più come alternativa reale, bensì come supporto intercambiabile. Ad esempio: cosa viene fatto nelle case del popolo, nei festival de l'Unità, nei circuiti ARCI? Più o meno quello che viene fatto nei cir– cuiti borghesi: Ju-box, biliardini, briscola, Gianni Morandi e ades– so Nazzaro. E quel Vietnam sbattu– to lì, sotto di mostra fotografica o di film, diventa puro spettacolo in una atmosfera che non ha nulla di alternativo o comunista. O è sufficiente la bandiera rossa all'in– gresso e l'incasso al PCI? I diri– genti riformisti si accontentano. Noi no e pensiamo che centinaia di migliaia di giovani proletari og– gi in Italia la pensino come noi e vorrebbero qualcosa di diverso o per lo meno sarebbero disponi– bili a partecipare a iniziative di con– trocultura durante le lotte e du– rante il tempo libero. L'hanno di– mostrato nel '69 in quella magni– fica « casa del popolo » che era la casa della studente e del lavo– ratore di p.zza Fontana (ex Com- . mercìo), nella tendopoli di via Ri– pamonti del '67. nell'occupazione di via Tibaldi del '70 e infine nelle prime grandi esperienze dei pop– festival di Ballabio e di Zerbo. Il centro di Milano che abbiamo ria– perto il 7 di questo mese dovrà di– ventare un punto di riferimento stabile per tutti i compagni. L'am– bulatorio rosso, il corso di edu– cazione sessuale pratica, gli spet– tacoli, i dibattiti, il mercato rosso devono costituire l'ossatura portan– te della realtà milanese di contro– cultura. La realtà nel centro però, ha troppi limiti perché non debba venire superata nel più breve tem– po possibile. Ma il superamento di questa realtà può venire solo da una crescita di lavoro, idee, pro– poste, partecipazioni, aiuto econo– mico e pratico che i compagni, in– serendo nelle ancora fragili struttu– re di lavoro esistenziali, vorranno dare. IL GIORNALE. Non è da molto tem– po che siamo diventati un giornale di. controcultura, cioè un gior– nate che vive ed esprime le real– tà di cui è protagonista e a cui aspira. Un giornate che serva per aiutarti a cambiare la vita insie– me atta lotta di classe per abbai- o tere lo stato. L'ideologia dominan– te attraverso i strumenti materiali di diffusione (stampa, TV, radio, cinema) cerca di plasmare le clas– si oppresse, IMPONENDO QUEGLI STESSI VALORI E MODELLI DI COMPORTAMENTO ( NECESSARI PER MANTENERE L DOMINIO DELLA SOCIETA' CONTRO L'UO– MO. E' sbagliato e pericoloso con– siderare secondario la lotta contro la Kultura di vita borghese ponen– do modelli alternativi di compor– tamento e di scelte. I PENSIERI BORGHESI NELLA TESTA DI UN PROLETARIO AVVELENANO LA RIVOLUZIONE STESSA. Contro la offensiva ideologica della borghe– sia e delle sue idee poniamoci l'obbiettivo di fare crescere e matu– rare la controffensiva proletaria. La lotta non è più solo nei luoghi di lavoro ma in tutti i settori detta vita associata e anche dentro di noi. Il giornale quindi, come stru– mento di decolonizzazione della vita quotidiana, per abbattere le mura di quei tabù odiosi che ten– gono in vita la kultura e il com– portamento borghese e il giornale come strumento per costruire le barricate per difendere i nuovi valori alternativi che riusciamo a conquistare. IL GIORNALE E LA PUBBLICITÀ Alcuni compagni hanno arricciato il naso vedendo un po' di pubblici– tà sul giornate. Anche a noi da fa– stidio, ma quando si pone come alternativa l'aumento del prezzo, la diminuzione delle pagine o l'ulterio– re impoverimento tipografico della stampa, non c'è scelta. E un men– sile non può andare avanti a sot– toscrizioni, aggiungendo che poi di sottoscrizioni ne faremo ancora per ampliare l'attività o per porta– re il giornale a 20 pagine. Per ora crediamo sia già un successo es– sere in edicola a Bologna e Torino. E' comunque fondamentale che i compagni locali si diano da fare per pubblicizzare l'uscita del gior– nale e premendo sulle edicole per– ché venga esposto almeno un paio di giorni dopo l'uscita. LA STMPA DI CONTROCULTURA PUO' VIVE– RE SOLO SE VOI LA FATE VIVE– RE. DIFFONDETE LA STAMPA UN– DERGROUND IN MODO MILITAN– TE E' NECESSARIO, MA CONQUI– STARE LA DIFFUSIONE DELLE EDICOLE E' FONDAMENTALE PERCHE' QUELLO CHE DICIAMO NON RIMANGA IN UN GHETTO MA COINVOLGA TUTTI. a 'pantere bianche DUE PASSI INDIETRO PER ANDARE AVANTI a SO• e quin– tico di er4 In il .duro dare che e di Oilblle. on.eva m• di lca, fu r:tante. : «Ma I l'under– tl I di– e petrqui• to mo– sprlme etessl• e1,. Il & tut• '.lii 'lssur– enslona. DQ Jiamo fosse suf– i corrette tll VO· este ro– ovl• ava jl)I• " ,a. enti e• nizzazione non si e la realtà lottando, i può fare pratica so– esta è, la prima lezione bbiamo trarre dal lavoro -: finora. La seconda grossa ne è che dobbiamo imparare ardarci indietro per vedere chi segue, chi ci capisce. Dobbiamo parare ad usare mezzi di comu– azione anche vecchi se non sia– o ancora in grado a sostituirli con se nuove. Quello che stiamo fa– ·ndo, crediamo sia di grande im– rtanza, anzi di importanza fonda-· entale per una nuov1;1 cultura, per na nuova pratica ct'fl erva per re una rivoluzione co . . Ma oprio per l'importanza 'ò esto lavoro, non pOS$ia o • , resce pochi che hanno capito molto quando la maggioranza rimane estranea a questo rocesso. compagni, oggi c bisogno, una spinta violentissima per.a re avanti, per cercare di capire. stiamo attenti. Non cadiamo l'errore di chi, cqme I sltuaz su alcune felici Intuizioni (I cletà dello spettacolo, l'Ida della merce) sono jndali piccola pattuglia, senza mal darsi indietro, senza curar$! capiva. Cosi, distaccandos1 p ti, sempre più assottlg!lari.d sono staccati anche dàlla da Marx, da cui credeyJ)to 41 tlre e Inevitabileper loro cadere in quelledepravazio sturbazionlintellettuali eh state le basi criticheda c partiti.Anchenoi oggi,pur do sullaattenzione ~ molti, credessimosufficientequ andareavantinella e1ebo ulterioriintulzloni.Fare ficherebbeIdentificare nostra con la cresc mentoe alla fine ques a perdere dl vista il m --ie e quindi non av,r di riferimento più vall ra Il nostro a livellodi può servire smettere al ternativa d tale per Questo é f è contr è la n ion borghes a cu me la ca soc la e tra contro-cui tic erna. Il nostr'o o me ermin~ -è quindi la r zio Ila pratica so aie tiv solo un movim to rganizzato può portare a h'e sia l'espressione diretta guente di una re · · on ci interessano da piccolo gruppo, i tive le rìsoluzioni n zate, che non abb'ia locutore dirett p questa base n fare un passo l'intervento perché siam permetterà di una strad ti'l:Jl!-l!JG a lamento e alla fiig, I~ -avaptl, 1rià che invece pc,eé~no aénifnf a il m to per. ti re octilb m,a- vera I nuov are a credere c,tie il preci'! so._,.____,, aturazione d movimento· ya- .-;.i_,"'-l!lor.;:i.....,...,_.,,,- anti insieme organico e om'o– ; non possiam0 continuare a re che sia sufficiente il solo nicare per fare andare avanti

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