RE NUDO - Anno III - n. 10 - gennaio-febbraio 1972

RE NUDO/3 COSA VOGLIAMO E PERCHE'NASCONO LE PANTERE BIANCHE 1) Vogliamo tutto e subito. 2) Vogliamo che cessi immediatamente la repressione politica, culturale e sessuale di tutti i popoli oppres– si in tutto il mondo; in particolare la repressione dei proletari, delle donne, dei giovani, delle minoranze, degli omosessuali. Vogliamo fare una rivoluzione che ponga fine allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, dell'uomo sulla donna, della donna sul bambino. 3) Vogliamo una società in cui ognuno possa avere ciò di cui ha bisogno; vogliamo la fine del denaro. 4) Vogliamo liberare la Terra dall'inquinamento prodotto dalle industrie dei padroni, eliminare nel mondo ogni contaminazione industriale e militare; l'acqua l'aria, le menti e i corpi sono ora contaminati dai pro– dotti e dalla propaganda di una società capitalistica e guerrafondaia. 5) Vogliamo un sistema nuovo di educazione che insegni a ciascun uomo, donna, bambino, esattamente ciò che a ciascuno occorre sapere per vivere e crescere nella sua più completa potenzialità umana e sociale. Vogliamo una società a misura dell'uomo, e non l'uomo a misura della società. 6) Vogliamo l'abolizione della proprietà privata, vogliamo la fine della disuguaglianza fra le classi sociali; vogliamo eliminare le classi e abbattere lo stato. 7) Vogliamo che tutto il popolo abbia la possibilità pratica di esprimersi attraverso i mezzi d'informazione. 8) Vogliamo libertà di aborto, di vivere in comunè; vogliamo abolire l'esercito, vogliamo libertà di fumo e di prendere l'acido. 9) Vogliamo libertà per tutti i proletari prigionieri nei penitenziari e nei manicomi dello stato. Vogliamo la giustizia nelle mani del popolo. 10) Vogliamo un mondo nuovo, libero, una nuova cultura che rappresenti il popolo. Vogliamo cambiare la vita prima che sia la vita a cambiare noi. Perché nascono « Le Pantere Bianche » di Re Nudo E' da circa quattro mesi ormai che I compagni di Re Nudo hanno espresso la volontà di fare una pratica sociale che andasse al di là di quella finora praticata al concerti di musica rock o In qualche scuo– la Torinese. Che cosa cl ha frenato fino ad ora? Perché solo oggi, dopo tanto tempo, la maggioranza del compagni che vivono la vita di Re Nudo decidono di agire facendo pratica sociale e di contro– cultura nello stesso tempo? In tutti noi, che per la maggior parte provengono da esperienze di gruppi e di Movimento Studentesco c'era (come c'è tuttora), o si esprimeva In modo viscerale, la paura di Inventare un. nuovo gruppo che esprimesse ancora una volta quella pratica separata (cioè scissio– ne tra vita privata e attività pontica) che è la più grossa critica che oggi formuliamo contro I sostenitori del mllltantlsmo. Questa giusta preoccupazione In realtà ha però ritardato e di molto 11 ·momento del- la verifica nella pratica di tutte quelle importanti Intuizioni o Identifi– cazioni di bisogni e necessità che diversi strati di compagni militanti, studenti, semi-proletari ed emarginati in genere oltreché ovviamente i giovani operai stanno esprimendo. Negli ultimi tempi questa sacro– santa richiesta ci è venuta però dagli stessi strati sociali a cui cl rivolgiamo. Sempre di più ci troviamo nelle condizioni di affrontare quel pro– blemi che per tanto tempo avevamo accantonato rifiutandoci di pren– dere responsabilità che ci sembravano troppo grandi. Ora però ci rendiamo conto che rimandare ancora la pratica sociale sarebbe un grave errore polltico: troppi sono ormai i compagni che uscendo dal vari gruppi, soprattutto da Lotta Continua, hanno giustamente espres– so questa esigenza. D'altra parte cl sembra più che mai necessario sgomberare il campo da una serie di equivoci e posizioni che portano confusione fra tutti i compagni che si pongono come obbiettivo la « ricostruzione del Mo– vimento ». La nostra posizione è stata di fatto quella di tentare un di– scorso di controcultura. Questa scelta anche se confusamente ha avuto il merito di Inserire come elemento di rottura alcuni discorsi e atteggiamenti esterni alla sinistra rivoluzionarla. Il limite era però rap– rappresentato dalla scelta implicita di delegare ad altri la lotta di di classe propriamente detta e la « pratica sociale ». In un secondo tempo (dopo la scissione del neo sltuazionlsti) siamo passati (Re Nu– do n. 6) ad esprimere la volontà soggettiva di trovare un modo alter– nativo di fare politica, di cambiare le cose cambiando Insieme noi stessi, proponendo nuovi strumenti per la decolonizzazione come la comune, l'acido, il rock e nuove tematiche fondamentali per ogni com– pagno che voglia realmente fare la rivoluzione: la donna, il sesso e la necessità di Instaurare nuovi rapporti umani tra I compagni. Questa seconda fase era necessaria per chiarirci le Idee almeno a li– vello teorico senza fare poi della pratica brancolando nel buio. E cosi si arriva alla terza fase che parte da novembre nel momento In cui ci si er~ posti l'obbiettivo del supplemento quindicinale come stru-

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