RE NUDO - Anno II - n. 7 - settembre 1971

RE NUD0/4 LA DONNA COME OCCETTO La condizione di dipendenza in cui la donna in generale si trova ad avere, nei confronti dell'uomo, tro– ,·a un esatto corrispondente nel rapporto di dipendenza che di fatto esiste tra il compagno e la com– pagna. Questo succede perché niemte si è fatto per cercare di analizzare le cause di questo as– servimento e soprattutto niente è "-''-"""""' stato fatto dai gruppi rivoluzionari per mutare radicalmente l'imposta– zione di questo rapporto. Dobbia– mo riconoscere che sia tra gli ope– rai che tra gli studenti, sopravvive 1:maconcezione borghese e autori– taria nel rapporto ·con le compa– gne. Certo, spesso la dominazione del maschio sulla femmina non è così esplicita, non siamo più agli inizi del '900 quando il compagno Lenin diceva che le donne doveva– no stare zitte! Almeno tra· gli stu– denti qualche passo avanti lo si è fatto. È più facile purtroppo che questo arcaico rapporto di domi– nazione sopravviva tra la classe operaia e tra la piccola borghesi:.i ,mpiegatizia dove meno difese in– tellettuali c1 sono contro l'ideologia fascista della dominazione del ma– schio sulla femmina. Tra gli stu– denti e la piccola borghesia intel– lettuale invece questo rapporto pur negato a parole, viene sancito di fatto. In sostanza si teorizza la parità dei diritti e dei doveri dei militanti (nelle organizzazioni), si teorizza tale parità nel rapporto tra il compagno e la compagna che vivono insieme (o addirittura non lo si teorizza perché lo si consi– de.ra scontato), poi nella pratica l:;i subordinazione è tacita: nelle as– semblee le donne non parlano, nei convegni le donne sono comparse. nei gruppi dirigenti guarda caso , nomi sono al 99% maschili. È vero c'è qualche eccezione, esiste « la donna che si è fatta da sola », (maschio) ma esiste anche « l'ope– raio che si é fatto da solo » (pa– droncino): non sono altro che le conferme della regola dello sfrut– tamento e dell'oppressione. Nel migliore dei casi nel rapporto tra compagno e compagna, lei si trova a seguire lui, ad aiutarlo, a curarlo a chiedergli chiarimenti; anche qui mai succede che si possa formare un rapporto sul piano egualitario. dove la collaborazione non sra su– bordinata. D'altra parte questo po– trà avvenire solo dopo l'avvenuta presa di coscienza della donna, quando la donna capirà fino in fonçlo che il rapporto di dipenden– za dall'uomo, non è basato solo sul rapporto economico e quindi non è sufficiente « rendersi indipenden– te economicamente » per risolvere il problema. In realtà il rapporto di dipendenza è sostenuto da un sub– strato culturale che tutti, uomini e donn~ .. compagni e compagne, ci trasciniamo dietro da secoli. È la 1deolog1a maschile che assegna alla donna il ruolo passivo nell'atto amoroso, è sempre l'ideologia ma– schile che ha inventato la figura dell'angelo del focolare che atten– de il marito, che lo deve seguire. Anc~e nella concezione revisioni– sta 11rapporto tra uomo e donna tra compagno e compagna è stret~ tamente conforme all'ideologia bor- ghese. L'organizzazione delle don– ne del P.C.I. (UDI) è infatti funzio– nale alla ideologia della divisione; questo vale anche per l'organizza• zione dei giovani (FGCI). Cosa con– ta infatti l'organizzazione delle do ne e quella dei giovani nei co fronti dell'organizzazione dei m schi dai trenta in su che è di fa il partito? Nulla, non contano null Finché rimangono nel ghetto p sono sbizzarrirsi (fino ad un ce punto) come credono. Poi quan stanno pe.r maturare devono ca biare. Ma questo è un discorso c vale soprattutto per i giovani e riprenderemo più avanti. La fa glia, nella concezione revisionis è l'esatta espressione della b ghesia in crisi: la famiglia va m ma non c'è altra soluzione; que sfiducia che tale ideologia cerca infonderci non è certo casuale, parte della sfiducia più generai zata che il revisionismo cerca infondere a tutto il popolo su « mancanza concreta di possibil per fare una rivoluzione ».

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