RE NUDO - Anno II - n. 6 - giugno-luglio-agosto 1971

Ci contesta altresl di aver introdotto una rlvoltBlla del tipo Flobert cal. 6 nello sta– bilimento, che a suo dire sarebbe stata trovata nell'ufficio dei conti correnti, ove noi cinque svolgevamo il nostro lavoro di impiegati. Naturalmente, non avendo mai posseduto quell'oggetto, respingiamo ogni addebito all'interrogatorio del Pre– tore di Volterra. Nonostante ciò, siamo deferiti alla ma– gistratura, pur avendo subito tutti quegli abusi e violenze; non solo vengo persino citato come teste per un'altra separata denuncia rivolta nei confronti di Manfri– nato Vani Alberto, al quale lo stesso pre– tore in udienza, infligge 9 mesi per ol– traggio, per aver offeso un agente car– cerario, malgrado essendo stato io stes– so presente al fatto, abbia confermato dinanzi ai giudici la totale innocenza del compagno Vani. Questi avvenimenti sono spesso di ordi– naria amministrazione in parecchi reclu– sori italiani, particolarmente in questo di Volterra. Le guardie carcerarie sono i più bei campioni di sadismo umano, ogni volta è un piacere per loro far parte della squadra del pestaggio, anzi taluni fanno a gara per entrarci, è una cosa bella per loro colpire in venti o trenta contro uno, linciare nel vero sen– so della parola un poveretto che nella maggior parte delle volte non ha com– messo nulla di male, tuttalpiù per aver detto qualche parola in soprappiù. Le carceri della nostra bella Italia sono il simbolo di un'inciviltà e di una barba– rie degna ·di quella del Mamertino nel-. l'antica Roma, o delle prigioni del Pel– lico. La situazione è insostenibile, il de– tenuto è trattato alla stessa maniera di un animale; l'opinione pubblica non può RE NUD0/11 certo giungere a pensare come real– mente stanno le cose in questi luoghi. Quanti ho sentito esclamare: « Credevo che fosse dura in carcere, ma così... Se sono scoppiate delle rivolte, se ne scop– pieranno altre, la causa sarà da cercarsi nell'insostenibile ed inumano trattamento in uso. E' chiaro che un animale vissuto in cattività, o un cane continuamente al- . la catena, diventino delle bestie perico– lose. Anche nelle galere del periodo del– lo schiavismo vi furono ribellioni ed am– mutinamenti, oggi è come allora, se non peggio, se prima c'era il negriero con tanto di frusta, oggi siamo in balia di gente senza scrupoli che può fare di noi ciò che meglio crede, vi dà conferma l'avvenimento che 11a11arrato, nel quale, abbiamo purtroppo interpretato, a nostre spese, la parte dei protagonisti.. Gennaio 1971 Martino Zlchlttella ~< STAI ZITTO PERCHE' DI QUI NON ESCI VIVO » Volterra 9/1/1971 Costantino Giov. Riberi Casa Penale di Volterra Il presente documento per denuncia– re quanto mi è accaduto in questo carcere. Arrivato a Volterra circa tre mesi ad– dietro per prima cosa fui privato di ogni mia cosa e fui portato alle cel– le di punizione. Premetto che non avevo fatto nulla per essere condot– to in quel luogo. Restai colà rinchiu– so per diversi giorni finché fui porta- · to al cospetto del comandante « Bu– sti ». Per prima cosa il comandante si è messo a urlare in quanto gli· era stato riferito che non intendevo indossare una giacca tutta sporca addetta ad uso nel momento di es– sere portato al suo cospetto. Subito dopo con aria sarcastica mi riferì che ·se solo avessi osato fare qual– cosa contro la sua volontà mi a– vrebbe accoppato come un pollo. Disse anche, e non aveva torto a dirlo per le ragioni di cui sotto, che potevo riferire a chi mi pareva delle sue minacce. Magistratura compre– sa. Finalmente fui portato in sezione al– la vita in comune e qui fin dal .pri– mo giorno ho dovuto subire le an– gherie di questa custodia. Ad ogni più piccola cosa venivo minacciato. Le parole che più spesso sentivo erano: cc Qui siamo a Volterra e per– cip devi fare quello che ti diciamo noi altrimenti sono dolori ». Ho sen– tito più di una volta le guardie sfot– tere dei miei compagni allorchè ve– devano uno di noi usèire dalle cel– le di punizione con dei lividi sul col– lo o zoppicanti. cc Sono rotolati dal– le scale». cc Ha inciampato ed è ca– duto poverino!». Ho visto con i miei occhi i lividi sulla schiena di certi po1teri disgraziati che erano stati picchiati. Vedi Zambon Adriano e Zecchinella, due torinesi che dopo essere stati picchiati a sangue so– no stati segregati per tre mesi in celle schifose, senza acqua, senza fumare e oltraggiati tutti i giorni. Tutti vivono tutt'ora nel terrore in questo luogo ma veniamo a quan– to mi è capitato di persona. Ero qui da appena un mese allorchè una bella sera fui prelevato verso le dieci dalla mia cella dove stavo già dormendo, fui portato nel sot- . tosuolo e qui fui picchiato selvag.: giamente anche da un appuntato chiamato Brogi. Dicevano che nel pomeriggio io avevo chiesto da be– re del vino alla salute di quei cara– binieri morti su un treno .cellulare ad Alessandria. Non era vero che io avessi fatto questa richiesta e in quei termini ma a nulla valsero le mie proteste di innocenza. Dopo che fui picchiato fui lasciato nudo per alcune ore e si era in gennaio. Le guardie mi oltr.aggìavano dallo spioncino in continuazione. Il giorno dopo fui portatò in una cel-. la dove era al posto del letto norma– le un letto di contenzione. Nessu– no si prendeva cura di me, l'unica cosa che mi dicevano era: « Stai zit– to perchè qui non esci più vivo ». Andavo di corpo sul bugliolo e mal– grado. io fossi affetto da emorroidi non mi facevano lavare. Ebbi un principio di emorragia ma a nessu– no questo stato di cose interessò. Ero disperato, ingerii un frammento di lametta· e mi lesionai un braccio· per poter vedere un medico. Alla fi– ne riuscii a farmi mandare a Pisa perché mangiai o meglio inghiottii il manico di un cucchiaio. A Pisa su carta bollata da lire 500 ho denunciato tutte queste cose al– la Procura Generale di Firenze e a quella di ·Pisa. Sono stato anche in– terrogato in merito ma malgrado questo ora sono stato rimandato qui a Volterra in questo inferno. Presso il centro clinico di Pisa fui sottoposto ad intervento chirurgico a causa, come specificai nella de- . nuncia, dell'aggravarsi del male cui ero affetto. Pochi giorni addietro qui si sono uditi degli urli agghiaccianti. Stava– no picchiando un nostro compàgno che si chiama Bellardinelli Roberto. C'è chi ha visto mentre lo picchia– vano e dicono che ,aceva paura. Nessuno è intervenuto perchè avreb– be poi ricevuto lo stesso trattamen– to. Il comandante che ha sostituito Bu– sti per un po' di tempo e che io ho trovato qui al mio ritorno da Pisa mi ha già minacciato di spaccarmi le ossa se non mi adeguo ai loro schifosi sistemi. Non ne posso più sinceramente e non so come finirà se continuano a fare queste cose impunemente. Mi domando cosa è servita la mia de– nuncia se, qui è tutto come e pegg(o di prima. Ad ogni modo so di non essere il solo che ha denunciato queste cose ma pare che ogni volta· tutto si insabbi e venga dimenticato. Tutti dovrebbero sapere che qui a Volterra ci uccidono giorno dopo giorno e nessuno fa niente per aiu– tarci. 10· ho finito e spero questa mia ser– virà a qualposa e che degli uomini come lo sono io mi tendano la mano. Con osservanza Costantino G. Riberr per mettersi 1ncon . tatto, telefonate: a _milano:.m.arco 70189 andrea7921-87 ■ aro– ima :piero6371242 gui– dO651248 • · a cremona: roberto ·24672 ■ • a napoli:eugenio 655234 a isa: paolo osa

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