Rivista Critica del Socialismo - fasc 8 - ago. 1899

BIBl,IOGIUflA 765 esposizione del m11.terialismostorico; per il lungo studio a ilgrande amore eol quale h11ricercato fra gli economisti it11liani qual che luce nuova. e, trO\'nta di Giuseppe Pecchio, fra gli alt ri libri, la Dissertazione e Sino a qual pun to le produzioni srientifìche è lettt>rarie seguono le leggi eoono• miche della produzione in generale •. ne h:i.seguito il JlenSieroe dimostrata la buona intuizione della gran legge de!l'offerta e del la.voro nelle lettere e nelle Mienze: per l'equanimità infine (anche tjuesto il Barzel\ otti ha no– ta.to) con la quale uon si dimentiçR di far osservare che per quanto sia stata nuo,·a ed es: .t.ta e profonda la ricerca economica e la vision filos\.'fica nel Pecchio stesso, egli 11011 è stato ... un seguace del materialismo storico, perchè, non esistendo questo affat to oome dottrina , egli non n'è stato menomame11te il fondatore. e non ne ha gittato neppure i principi". « Il Pecohio. come non può essere tenuto per sociologo, come noi intendiamo questa parol a dal Comte in poi, nou può essere stimato matei·ialista ~torico. )fa si avv icina e tocca il contenuto speculativo del Jlensiero marxista e, per la effieacia positiva e scientifica dellr sue investigii.zioni, e la bontà delle sue conchi usioni, deve ,,enire stima.to e tenuto per un filosofo della storia severo ed origim1le e soprattutto positivo ... Tale io credo debbano, al– meno gli Italiani, stima rlo, per avere non fos~'altro il diritto a non essere concepiti, in quell'epoca tanto pensante e oivileper tutto ilmoudo colto, eome filosofi del niente e dell'i nutile >. Queste sono le parole dell'Ora.no. Orbene, q:1ando uella Introduzione della Dissertazione di Giuseppe Pecchio leggiamo queste righe:« Non po• trebb'e gli darsi ohe le produzi oni dell'iugegno umano seguissero a un di– presso le stesse leggi ohe l'economia pubblica ha ritrovato riguardo alle produzio ni materiali? E se il nostro spirito, mediante le attuali indagini, perderà forse di quell'ineomprensibile, di quel misterioso e magico potere ohe comunemente gli si attribui sce, dovrà perciò essere proibito d'indagare, con ogni cura ,quali sieno le leggi che regolano la sua produzione? • Quando leggiamo queste righe, ripeto, noi dobbiamo verameute conehiudere che se il dubbio della ricerca. trattiene ancora questo spirito libero sulla via delle af– fernmzioni del materialismo lllosofioo applicato alla storia, egli è già, ad ogni modo, 1mbuon filosofo materiali;,ta. Ecco perel1è dobbiamo esser grati a Paolo Orano della geuialità. del suo pensiero e del suo studio. Del quale io vorrei con maggior agio poter trarre alcune cilllzioni di certi passi del Pecohio, da cui il ltttore vedrebbe, in com• plesso, a.bbastanv.a ginstifiCl'Lt.'l. quella che a moltissimi, ed anche a.me. è parsa sul priucipio una. vera eSflgerazione nel titolo 1 dove il Peechio è chiamato « Prec ursore italiano di Carlo ì\farx >. 1.la lasoiamo di oiò, e veniamo piuttosto; - mi permetta il mio amico Orano - al fugace esarae di alcuni passi che, nella lucida E'Sposizione, np• paiouo o inutili, od oscuri, o irwsatti. o inopportuni. Quella serena e severa indipendenza. ne' giudizi cl1e 1 al <lire <le] Bar zellotti, non solo de,,'esser e la perenne guida d()l filosofo nella c01npren.1dò1rn Jelle cose 1 ma è gran mei-ito <leimetodo critico dell'Orano, uon avrebbe clo• ,·uto permettergli il paragone, che, nella critica, è la più stolta e pueri!e iorma di giudizio, con la quale s'in.1alz11-l'un uomo diminuendo il ,·alore

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