Rivista Critica del Socialismo - fasc 8 - ago. 1899

BIBl,IOGRAFIA 759 poche parole la stru ftura di questi tre ultimi volumi della simpatica collezione dei Semprevivi. Del Levia tano di Giovanni BJvio, ohe fu rappresentato - e parve una ammonitrice profezia! - alcuni giorni prima che scoppiassero i tu– mt?lti del maggio, i lettori della. R ivi.~fo avra nno seoza dubbio eontezza: è inut ile quindi narrarne la tra ma. Oggi, present andolo come lavoro let– t.erario semp!i,iemente , il Bovio avverte che non ne ha più consenl,1to la rappresenta zione - e noi crediamo che abbia fatto bene. Giovanni Bovio è una delle menti più altame nte sintetic he del secolo - ed il Leviatano avrebbe perd uto, come il Faust ed il Prometeo, della sua ampiezza filo• soflca, se egli avesse voluto renderlo esclusivame nte drammatico. Difatti è mai possibile svil uppare in un dramma, che de1·e essere dedicat o aUa scena, un assieme sociale-' Noi leggevamo appunto iii questi giorni nella .\fo1·ale Borghese del Lemmu queste giuste e sens!lte parole : • lo sviluppo d'un intreccio permetterà pure lo sviluppo d'un ca1attere principale cdi alonni tipi allat.o, ma interdic e la pittura sinott·ca d'n n amhiente, a più forte ragione d'u na società •· Questi drammi ampiame nte sintetioi restano come rilti e si,!enni lavori lette rario.filosofici - ed il Leviatano simholo gigantesco in cui i personagg i rapp resent~'\no idee ed il dialogo abbrn.ocia epnohe e società, ci mostra ancora una volta l'infedorità della formola drammatica. Per amore de' contra.rii - a Giovanni a Bovio succede Giulio Piccini, il brillante Jarro. Certo il volume è stato bene concepito: esso, svelando il ridicolo del serio ed il serio del ridicolo, avr ebbe voluto essere una scor– ribanda umoristica attrave rso i vari ambienti sociali. :Ma Jarro s'è mante – nuto sempre all'altezza di questi propositi? Certo nelle Pagine allegre vi sono buone pagine , in cui egli, esprimendo con simpatica indulgenza le oontraddhdon i e le assurdità della vita. si rivela vero e proprio umo– rista - ma s'avvale forse un po' troppo in oerti capitoli di certi mey.zuooi finali, oomo bisticci, bons mot.~, ecc. Ora l'umorismo deve balzare dallo stesso contesto delle cose: è l'insieme, non la parola, che deve far fiorire il sorriso . [n og11i modo, se !<i eccett uino queste mende, Jarro ha fatt o nn tal libro che appart iene ad un genere di letteratura ohe deve es– sere calcolato pii1 che non sia - non è savio o filosofo, scriveva l' in– felice poeta di Recauati, colui che vuol s~mpre savia e filosofica la vita. i\la tilde Semo - a parte ogni precon~tto sulla donna ~ sulla giorna – lista - ha voluto far e un romanzo falso, e v'è rius.;ita. Vernmente più che romanzo, la Ballerina , come ella stes,,a ha dichiarato, e una novella - che cl prova luminosa.mente co:ne Matilde Semo, doviziosa pittrice degli ambienti, sia incapace alla creazione di un'anima. L'abbiamo detto, il ro– manzo è falso nelle sue minime congiu nture • soli11nente lo sfond11 di quell'ambiente di baller ine di t-erzo o quarto grado i:, ritratto con mano maestra.. I perso1rnggi non hanno lineamenti decisi, goliJoqui pigliano il luogo di azioni, la protago nista resta non chiaramente lumeggiata - e ad un tratto, verso la fine della nuvl?lla, d1e non serba neppure l'armon ia delle parti, erompe improvvisa, senza preparazione psicologica, un'occulta. passione della protagonista, .Carmela l\linimo. Questo è il colpo maestro, dioe Rastignac - ma noi non sappiamo perchè il lettore debba.ammirar~

RkJQdWJsaXNoZXIy