Guglielmo Ferrero - Le origini della guerra presente

- 23 - dei Serbi, egli aveva consigliato al Governo alleato di precisare Questo suo intendimento con tutta la chiarezza necessaria per rendere imrossibile ogni malinteso. (G. B. 75) Il ministro francese degli esteri, Viviani, telegrafò d'urgenza a Londra che « vista la cessazione delle trattative dirette fra Pietroburgo e Vienna, era necessario che il Gabin~tto di Londra, ripetesse il più presto possibile, sotto un 'altra forma qualsiasi, la sua proposta relativa alla mediazione delle Potenze ». (Russ. 55). L'ambasciatore di Germania a Parigi rinnovò al Sig. Viviani l'assicurazione delle tendenze pacifiche del suo Governo; e avendogli il Sig. Viviani fatto osservare che se la Germania desiderava la pace essa doveva affrettarsi ad aderire alla proposta di mediazione inglese, il barone von Schoen non rispose più, come il 27, con un rifiuto categorico, e si limitò a segnalare certe difficoltà di forma che si opponevano alla mediazione. Le parole « conferenza » o « arbitrato » (egli diceva) spaventerebbero l'Austria. Infine Sir E. Grey rinnovò la sua proposta; e poichè tutte le obbi~zioni della Germania riguardavano più la forma che il principio della conferenza, si dichiarò pronto a lasciare al giudizio della Germania la questione della forma. (G. B. 84, Frane. 98). Strana richiesta del Can• celllere germanico (sera del 29). Quella giornata sembrava insomrP.a propizia alla causa della pace : quando a un tratto, a mezzanotte, arrivò a Londra un dispaccio da Berlino che parve molto strano. L'ambasciatore inglese a Berlino raccontava che il Cancelliere lo aveva fatto chiamare in serata, ventiquattro ore dopo il colloquio tanto soddisfacente della vigilia. Il Cancelliere, veniva allora da Potsdam, e appena ritornato, malgrado l'ora incomoda, aveva disturbato J'innB:bhoteca Gino B1dnco

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