Guglielmo Ferrero - Le origini della guerra presente

- 22 - dette conto di questa conversazione ali 'ambasciata russa a Berlino: « L'ambasciatore di Germania mi informa a nome del Cancelliere che la Germania non ha mancato di esercitare a Vienna un 'influenza moderatrice e che continuerl in questa sua azione anche dopo la cli• chiarazionc di guerra. Fino a stamani non si ha notizia che le truppe austriache abbiano varcata la frontiera serba. Ho pregato l'ambasciatore di trasmettere al Cancelliere i miei ringraziamenti per il tenore amiche,·ole di questa comunicazione. Lo ho informato elci provvedi• menti militari presi dalla Russia, nessuno dei quali, gli ho detto, era diretto contro la Germania; ho aggiunto che non significavano nemmeno misure aggressive contro l'Austria-Ungheria, ma si spiegavano con la mobilitazione della maggior parte dell'esercito austro-ungarico. Poichè l'ambasciatore si dichiarnva favorevole a spiegazioni dirette fra il Gabinetto di Vienna e noi, gli risposi che ero a ciò dispostissimo purchè i consigli del Gabinetto di Berlino dei quali egli parlava trovassero un'eco a Vienna. « Al tempo stesso accennai che noi eravamo anche ben pronti ad accettare il progetto di una conferenza delle quattro Potenze, progetto col quale sembrava che I~ Germania non simpatizzasse del tutto. • Dissi che, a mio parere, il miglior modo per mettere in opera tutti i mezzi etti a produrre una soluzione pacifica consisterebbe in un'azione parallela delle trattative per una conferenza a quattro (Germania, Francia, Inghilterra, Italia) e per un contatto diretto fra l'AustriaUngheria e la Russia, al modo stesso circa che era stato fatto nei mo• menti più critici della crisi dell'anno scorso. « Dissi all'ambasciatore che dopo le concessioni fatte dalla Serbia non sarebbe stato difficile trovare il terreno per un compromesso, pur· chè ci fosse un po' di buona volontà da parte del!' Austria, e purchè tutte le Potenze si valessero della loro influenza in un senso conciliativ-0. » (Comunicato agli ambasciatori in Inghilterra, in Francia, in Russia, in At1stria e in Italia). Il tono di queste dichiarazioni non poteva ess~r p1u rassicurante. Disgraziatamente qualche ora dopo quèsto colloquio giungeva a Pietroburgo la risposta del conte Berchtold che ricusava di sottoporre a discussione la nota della Serbia. Diveniva dunquè impossibile la conversazione tra Vienna e Piitroburgo consigliata dall 'ambasciatore di Germania. (Russ. 15 e 50). Ma questo contrattempo non scoraggiò nessuno : da tutte le parti si intensificarono gli sforzi per la pace. Il Cancellière del- ! 'impero germanico espresse ali 'ambasciatore d 'Inghilterra il suo vivo rammarico per il rifiuto àell'Austria; ma aggiunse che poichè l'Austria non faceva la guerra se non per garantirsi contro la mancanza di sincerità B blioteca Grno Brdnco

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