Mario Alberti - Adriatico e Mediterraneo

-4perseguire certi suoi interessi non collidenti con quelli degli imperi centrali e parzialmente contrastanti, invece, con le aspirazioni della Francia, senza dover avere la preoccupazione di una intesa aggressiva franco-austriaca, tutt'altro che impossibile. Nel qual caso l'Italia avrebbe, facilmente, potuto avere la peggio causa, sopratutto, le manchevolezze del confine orientale. Il confine orientale ci legava le mani e, nell'interesse d'Italia, ci imponeva la Triplice, sin tanto che non ci si offrisse l'opportunità di acquistare completa libertà di azione, mediante una razionale rettifica delle frontiere. Questa occasione non ci si poteva offrire, che quando l'Austria fosse stata impegnata su varie fronti. Adesso lo è ed in modo gravissimo. Non bisogna assolutamente lasciarci sfuggire il buon momento, senza approflttarna largamente. Tanto più che se l'Italia entra in campo contro l'Austria, questa avrà da combattere non solo con la Russia, la Serbia e l'Italia, ma anche con la Rumenia. M_egliodi così non si potrebbe davvero desiderare. La enorme importanza di un sicuro confine orientale per la vita e l'avvenire della Nazione non è un artificio improvvisato a favore della propaganda per la guerra contro l'Austria, ma è una realtà indiscutibile, preesistente, immanente e, come tale, avvertita e precisata nei suoi termini più chiari da tutta una serie di illustri statisti e militari. Da Camillo Cavour che disse: « Noi non potremo essere tranquilli finchè l'Austria resterà una grande Potenza », - a Giuseppe Garibaldi inneggiante alla sicurezza della Patria mercè la reintegrazione dei confini linguistico-naturali; da Giuseppe Mazzini il quale ammoniva gli italiani a « non dimenticare l'utile e la difesa e a ricostituire i naturali confini d'Italia nell'Istria ed alle Alpi Giulie » - a Costantino Nigra affermante che « l'Austria padrona del Trentino minaccia in un tempo Venezia, Brescia e Milan.o », - a B~ttino Ricasoli, il quale sosteneva «non essere soltanto il Tirolo italiano che ci occorre, ma benanco l'Istria ; senza l'Istria avremo l'Austria sempre padrona dell'Adriatico » va un 'ininterrotta serie di patriotti e di uomini di Stato, unanimemente affermanti la necessità per l 'I tali a di avere i confini naturali, non soltanto per la ragione del principio di nazioB,bhoteca Gino Bianco

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