Ezio M. Gray - Germania in Italia

- 25chè diciamo dell'Imperatore non è male accennare qui all'accentuazione imperiale che egli diede ad ognuna delle sue tante calate in Italia. Esse ebbero sempre come caratteristica la assoluta dimenticanza della nostra libertà... in casa nostra e assunsero sempre il tono di visite sovrane a fedeli vassalli; visite sovrane nelle quali nulla era dimenticato dalla lingua tedesca agli staffieri tedeschi, dall'inno imperiale alla precedenza data a sudditi tedeschi nell'avvicinare l'imperatore tanto che accadde più volte che un priore di convento tedesco fosse invitato da Guglielmo II in terra italiana prima che della stessa terra Guglielmo II ossequiasse o incontrasse il naturale sovrano, il Re d'Italia. Disinvoltura sgraziata e prepotente che si rifletteva anche nella cortesie, come nel donare a Roma una statua di Goethe con iscrizione tedesca, come nel trasformare i soccorsi alle vittime di Messina in una distribuzione campionaria di merci tedesche (listini di prezzi, ribassi, modi di spedizione, ecc.) ordinata dall'Imperatore, come nel distribuire goffamente al corpo sanitario della Croce Rossa siciliana una medaglia con l'indicazione indiscreta del luogo e dell'occasione in cui l'Impero tedesco aveva, degnato stendere la sua mano alla misera Italia.-.. La lotta linguistica alla frontiera. Nè con questo e col già detto è chiuso il programma dell'invadenza tra noi di quei professori tedeschi che credettero e credono di essere i continuatori e gli eredi del maestro elementare che foggiò i vincitori di Sèdan mentre non ne sono che la esagerazione barocca e sleale. Per altre vie, infatti, essi attaccarono il patrimonio spirituale d'Italia. Mentre nelle terre nostre soggette all'Austria le società politiche e colturali tedesche collaboravano spietatamente col Governo per negare scuole italiane agli italiani - anche quando i Comuni offrivano di sostenerne le spese - per imporre agli italiani leggi tedesche e lingua tedesca e vi{lcoli ferroviari o doganali B•blloteca Gmo Bianco

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