Antonio Piscel - Il conflitto austro-serbo e gli interessi italiani

- 16 - folla -di emigranti annualmente porta o manda in pa- ·tria, non affluiscono più -alle casse di risparmio ed alle banche tedesche, italiane o magiare; poichè, per iniziativa nazionale slava, è sorta una quantità di casse rurali le quali fanno capo a banche,pure fondate e dirette da connazionali; e questi istituti di credito, specialmente nei centri dove devono sostenersi e voglion conquistare terreno di fronte alla concorrenza straniera, rivelan_o una crescente alacrità e potenzialità. Organizzazionedel nazlo• nallsmoserbo. Ma più ancora che per potenza ·di mezzi materiali, è indubitabile che questo sentimento nazionale degli slavi del sud, maturatosi rapidamente in coscienza unitaria, ha raggiunto un corso rapido e irresistibile per il numero e per l'entusiasmo dei suoi proseliti; i quali in pochi anni aumentarono fino al punto che si può dire che ogni individuo di questo popolo, sia che viva nelle regioni compattamente abitate da esso, sia che si trapianti quale sentinella avanzata nelle città d'emigrazione, si sente soldato di questa causa. I contadini, prestando facile orecchio ai loro agitatori, sono persuasi -che la crisi agraria permanente da cui sono travagliati cesserebbe, e cesserebbe il bisogno dell'emigrazione, il giorno in cui il· loro popolo, conseguita l'unità e l'indipendenza, e liberatosi dalla servitù . economica imposta dall'egemonia tedesca, potesse favorire tutte le risorse del paese. La piccola borghesia, e sopra tutto le categorie del proletariato industriale - professionisti, studenti, maestri - è venuta, per le cause anzidette, ad affollarsi sproporzionatamente alla capacità offerta da quel povero paese di dare collocamento a queste attività. Di qui un malcontento diffuso, che dà rincalzo alla lotta nazionale, la quale fa sperare per sè e per tutti compatrioti un migliore avvenire. B1bllotecaG1110Bianco I

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