Gaetano Salvemini - Guerra o neutralità?

-23giuoco i possedimenti coloniali di tutte le potenze belligeranti e che essa non si chiuderà senza un nuovo assetto dei domini europei in Affrica e in Asia? L'Italia deve uscire a mani vuote da questo grande affare? La Germania e l'Austria ci invitano ad ingrandirci a spese della Francia in Affri-ca: che cosa può sperare il nostro « sacro egoismo » coloniale dalla sconfitta dell'Austria e della Germania? Non osservano, però, i nostri triplicisti e colonialisti, in quale situazione si troverebbe l'Italia, dopo una vittoria austro-germanica, con l'Austria ingrandita e divenuta invincibile al nord e all'est, e la Germania insediatasi al Marocco, grazie all'aiuto dell'Italia. Non osservano, nella loro febbre coloniale di chilometri quadrati, che l'Italia, stretta da tutte le parti nella catena austro-germanica, diventerebbe più grande sulle carte geografiche, ma impotente nella realtà. · E quanto a conquiste coloniali, ci sarebbe, a spese della Turchia, saccheggio per tutti, in caso di vittoria della Tripliçe Intesa. Ma parleremmo contro la nostra coscienza, se non riaffermassimo oggi, ancora una volta, la nostra fermissima convinzione che, in questo periodo del suo sviluppo nazionale, l'Italia non solo non ha bisogno di colonie di diretto dominio, roo dal possesso di siffatte colonie sarebbe danneggiata e distratta da quelli che sono i compiti veri della sua vita nazionale : la riorganizzazione interna e la cura della emigrazione. L'Italia è un paese povero di capitali e scarso di capacità organizzatrici. La nostra borghesia non è riuscita in molte regioni del nostro paese nè a creare una vita economica moderna, nè ad impiantare un ordinamento amministrativo decente. E dove il progresso economico si è manifestato intenso, esso è dovuto in parte alla immigrazione del capitale e delle capacità tecniche straniere, in parte ai privilegi protezionisti le cui spese sono fatte dalle classi e dalle regioni più misere. In queste condizioni, acquistando colonie di diretto dominio, il nostro paese commette lo stesso errore di un padre di famiglia che possieda una discreta estensione di terre mal coltivate e sia fornito di capitali assai limiBiblioteca Gino Bianco

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