Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

le della natura al di qua della sua oggettivazione tecnica, appunto «artistica». L'arte deve togliersi in quanto tale, affinché rammemorando l'antica meraviglia davanti allo spettacolo delle cose essa possa compensare la perdita di un pensiero non strumentale, che conosce contemplando, ma in tale funzione surrogatoria ad essa non spetta alcun contenuto conoscitivo: non dobbiamo attenderci alcuna novità estetica dall'arte, poiché essa, a rigore, rappresenta un passato del pensiero, e il suo valore sta appunto nell'esibirlo come natura, mera immagine depotenziata e immobile di ciò che un tempo appariva pregno di una promessa di senso conoscibile. Si dispiega qui una concezione del paesaggio la cui valenza «estetica» si fonda nella capacità di far coincidere il piano soggettivo della rappresentazione con l'immagine sensibile di una scena naturale. Tale immagine è «bella» poiché adempie ad un compito che l'artista figurativo o il poeta del passato si accollano silenziosamente, cioè l'esibizione di una ultima coappartenenza sotto il segno dell'umano di natura oggettiva, socializzata, e natura estetica del paesaggio. Ma cosa avviene, potremmo chiederci, quando tale nesso viene spezzato, e l'opera d'arte paesaggistica abbandona il piano della bella conciliazione di una natura che si dà in immagine, per porre l'accento sulle leggi di un fare autonomo, non più soddisfatto della riproduzione mimetica dell'esteriorità? È ciò che avviene, come è noto, con Cézanne e Monet. Qui l'arte esubera i confini di una apprensione sensibile che si appaga della statica intuizione di un'oggettività data, e produce il novum di un'opera che pone in forma il processo temporale in cui l'occhio si appropria di ciò che ha di fronte. L'apparente disgregazione dell'immagine in zone di colore esige una integrazione soggettiva della contemplazione in cui il rinvio ad un'immagine «estetica» della natura viene posto in questione, sia sul piano della corrispondenza di rappresentazione e rappresentato, che su quello del rap90

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