Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

Il paesaggio del mondo dipinto nella polvere a Mario Rinovan gli anni in sul fiorir d'aprile reliquie polverose, atomi morti, e con l'inverminir spiran risorti al tiepido fiatar d'aura gentile. Chiara e rasserenante infine fra volute franate la marina si stende verso la linea dell'orizzonte, trascorsa da navi con vele gonfie di vento o ridotte ad ombre lontane, perse nel rannuvolare del cielo, che in alto, nel vertice a destra di chi si affaccia da questa mirabile finestra, s'addensa e rabbuia, ammonendo d'un solo tratto all'improvvisa minaccia delle notti dei temporali. Nel mare e nel cielo, affidati all'anconetano Antonio Francesco Peruzzini, il transito del tempo è allora tutto in questo trascolorare dell'improvviso e del breve termine, è insomma l'oggi, l'oggi tutto, che meticcia il prima e il dopo. Ma nella carie della cavità architettonica, colossale e cadente, nel cui centro sfuma nell'ombra la gloria tombale di una statua equestre, col cavallo ghiacciato nella sua definitiva rallegrata, invenzione scenografica di Clemente Spera, il tempo è il tempo lungo: la rovina, secondo tradizione e consuetudine, nel genere delle «rovine e figure», cui, perché si completi quest'affresco del Castello di Brignano Gera d'Adda, mancano solo le macchiette rattorte, chi dal lavoro e chi dalla lassezza e chi soltanto dall'estro del pittore, scorciate dal genovese Alessandro Magnasco, il Lissandrino. 9

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==