Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

a poterla godere esteticamente. La libertà del contratto sociale, in cui ciascun uomo può realizzare le proprie facoltà, presuppone così la scissione tra l'uomo e '.a natura che originariamente «posava» attorno a lui. Po ,to in tale scissione, che egli riconosce, il cittadino comJ ensa l'abbandono della chiusa comunità naturale del , vente con il piacere estetico generato da quella totalità cLe un tempo premeva dolorosamente sui suoi avi, e che ora, «perduta», appare davanti a lui nel suo ricco e inesauribile spettacolo. Perché la natura possa apparire nella sua bellezza, l'unità indifferenziata in cui l'uomo si avverte ancora come sua parte deve essere infranta. Schiller scrive nei Briefen zur asthetischen Erziehùng, «sinché l'uomo nella sua prima condizione fisica recepisce il mondo sensibile in modo puramente passivo, egli è ancora del tutto una cosa sola con esso, e proprio perché egli stesso è il mondo, per lui non vi è ancora un mondo»4 • Affinché il mondo sia, l'uomo deve porre davanti a sé gli oggetti, non soltanto partecipare ad essi nella sensazione: l'oggettivazione è la condizione storica della libertà senza la quale non si dà piacere estetico. In un saggio del 1963 Joachim Ritter interpretava il sorgere dell'esperienza estetica della natura alla luce dell'opposizione dialettica tra natura e libertà che governa la poesia di Schiller. Un medesimo movimento di oggettivazione orienta per Ritter la nascita dell'estetico e la coscienza etica della libertà dalla natura: la possibilità e il desiderio di una contemplazione estetica, di per sé immune da predicati conoscitivi, può sorgere soltanto quando l'uomo si è compiutamente differenziato dalla natura, attraverso l'imporsi di un sapere che la pone a distanza per sfruttarla ai suoi fini. Il rapporto dialettico che, nel moderno, lega dominio operativo della natura e contemplazione del paesaggio è per Ritter l'ultimo anello di una trasformazione in senso estetico della valenza teoretica originaria presente nel concetto greco di theoria, 88

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